SCIENZA E RICERCA

Esibizioni di caccia della seppia tropicale: l'inganno e il "punto di vista" della preda

Proviamo ad assumere il punto di vista della preda: un granchio sta per essere attaccato da una seppia tropicale ma, invece di reagire, non riesce nemmeno a vedere il pericolo. Attraverso la mimetizzazione in movimento, la predatrice si esibisce, inganna, infine colpisce. Non è un racconto fantastico, è natura ed è scienza. "Molte specie di granchio non vedono a colori, il loro sistema visivo è grossolano e risponde al movimento", spiega a Il Bo Live Matteo Santon, ecologo visivo e biologo marino, attualmente all'Università di Bristol. "I granchi hanno dei neuroni sensoriali per cui, quando un oggetto si avvicina e aumenta le sue dimensioni in maniera radiale e simmetrica, attivano risposte sensoriali rapidissime. Non importa di che oggetto si tratti, loro reagiscono perché capiscono di doversi proteggere". Ma se l'attacco viene anticipato da qualcosa di imprevedibile? Il granchio, confuso, come può provare a salvarsi? Ogni esibizione potrebbe impedire alla preda di percepire e riconoscere la predatrice in avvicinamento. 

La predatrice è la Sepia latimanus, una grande specie di seppia tropicale, "la seconda più grande al mondo, dopo la gigante australiana, che vive nelle barriere coralline di tutto il mondo - racconta Santon - e che, nello specifico, in Indonesia, utilizza quattro distinti display: ognuno diverso per colorazione (e pensare che le seppie vedono in bianco e nero, ndr), consistenza e postura del corpo". 

Alcune riprese realizzate durante le immersioni per lo studio dedicato alle molteplici esibizioni di caccia nella Sepia latimanus ©Matteo Santon

In tutte le sequenze filmate in natura, di fronte ad alcune prede vive, le seppie (98 individui, 40 maschi e 58 femmine) si sono dapprima avvicinate, mantenendosi a una giusta distanza, poi, giunte a circa uno o due metri dal bersaglio, hanno anticipato l'attacco presentando una serie di sorprendenti esibizioni di caccia. Sono state registrate 234 esibizioni che hanno mostrato quattro principali display di caccia: la foglia (leaf), in cui le seppie "assumono un colore verdastro ed eseguono una lenta oscillazione dorso-ventrale durante l'avvicinamento, che ricorda il movimento di una foglia di mangrovia trasportata dalla corrente", la striscia di passaggio (passing-stripe), "con una postura del corpo simile alla visualizzazione delle foglie, ma con una colorazione grigia complessiva sovrapposta a strisce nere dinamiche che si muovono verso il basso", il corallo ramificato (branching coral), che mostra le due coppie di braccia centrali sollevate, quella di laterali allungata dorso-lateralmente, occasionalmente tenuta liscia o con piegature regolari, quella rimanente talvolta diretta verso la preda, talvolta tenuta verso il basso in direzione ventrale", e la pulsazione (pulse), con mutazioni di colore, un meccanismo un po' più criptico rispetto agli altri, fino ad arrivare alle esibizioni miste, perché non tutte potevano essere categorizzate nei quattro tipi principali di display descritti sopra. In alcune occasioni, le seppie sono state osservate nel passaggio da un'esibizione all'altra, durante lo stesso approccio di caccia. 

Le esibizioni composte da elementi parziali di due diversi tipi di display "suggeriscono un livello impressionante di flessibilità. Ciò può essere legato a una questione adattiva, con vantaggi parziali tratti da ogni display, o potrebbe semplicemente rappresentare l'indecisione da parte della seppia cacciatrice", si legge nello studio Multiple hunting displays in wild broadclub cuttlefish. "Nel complesso, le seppie hanno eseguito il branching coral, passando più frequentemente per la striscia e la foglia, con una probabilità di occorrenza tra il 22% e il 29%. Le esibizioni a impulsi e miste si sono verificate meno frequentemente, con un'incidenza tra l'11% e il 13%. Maschi e femmine hanno mostrato una probabilità simile di utilizzare le diverse esibizioni di caccia, a eccezione della foglia (leaf), che si è verificata il 13% più frequentemente nelle femmine".

Se sono più noti gli inganni visivi e le illusioni messe in atto per difendersi, qui invece parliamo di mimetizzazione in movimento per cacciare. Di esibizioni di caccia messe in atto dalla seppia dei reef tropicali abbiamo parlato con il già citato Santon, autore di due studi sull'argomento, appena pubblicati. 

"Tutto inizia con il mio trasferimento a Bristol dalla Germania, dopo aver vinto una borsa Marie Skłodowska-Curie Postdoctoral Fellowships, per uno studio su un particolare display di queste specie di seppie tropicali, di cui si parlò sulla BBC, chiamato hipnotizing behaviour, con il passaggio in maniera intermittente di una striscia scura sul corpo della seppia, raccontata nel documentario come un tentativo di ipnotizzare la preda. Io mi occupo di interazione preda-predatore all'interno della visual ecology, studio i sistemi visivi degli animali dal punto di vista della neuroetologia e neurobiologia: per me, dunque, era interessante approfondire l'argomento, per cercare di capire se questa seppia stesse realmente producendo queste strisce nei confronti della preda, il motivo e quale effetto potesse avere sul sistema neurovisivo della preda, il granchio. Ho scritto un progetto su questo, ho vinto la borsa e mi sono spostato in Inghilterra. Ho fatto qualche esperimento in laboratorio, ma ho lavorato principalmente sul campocon animali complessi è limitante lavorare in laboratorio, in natura le cose cambiano, e l'ambiente del reef è il più complesso e colorato. Da molti anni, ormai, sono soprattutto un biologo da campo, sono un patito della fotografia subacquea e faccio immersioni. Dunque, sono andato a vedere con i miei occhi: sono partito per l'Indonesia, un'area dove i coral reef sono ancora in buono stato: osservando questa specie di seppia, mi sono reso conto che i display attivati erano diversi, non soltanto uno. Ho iniziato a filmare e raccogliere dati su tutti i display e ho realizzato un primo lavoro descrittivo, identificando quattro display, tra i quali il passing-stripe display da cui ero partito", e che è al centro del secondo paper di Santon, dal titolo Stealth and deception: adaptive motion camouflage in hunting broadclub cuttlefish, appena pubblicato su Science Advances, risultato di esperimenti in laboratorio e osservazioni sul campo avviati per capire come funzioni la vista e la percezione del movimento nel sistema visivo dei granchi, "e in cui mostro come funzionano le strisce, di che tipo di mimetismo si tratta". E Santon continua: "Questo studio contraddice la credenza comune, diffusa in alcuni documentari di storia naturale (in particolare si riferisce al secondo episodio della serie BBC Blue Planet II, trasmesso nel 2017, ndr), secondo cui la seppia ipnotizza la preda con la sua vistosissima esibizione di strisce di passaggio. Ora dimostriamo invece che la preda non si accorge nemmeno del pericolo che si avvicina".

Il punto di vista del granchio e l'inganno della seppia tropicale predatrice - “Stealth and deception: adaptive motion camouflage in hunting broadclub cuttlefish”. Video ©Matteo Santon

L'esibizione passing-stripe ha ridotto la probabilità di risposta da parte dei granchi e viene modulata in base alla velocità di avvicinamento durante la caccia. Il movimento minaccioso del predatore in avvicinamento viene sostituito con un movimento verso il basso non minaccioso generato dalle strisce ritmiche. Nel secondo studio "c'è una parte descrittiva dei video che ho girato in natura utilizzando un sistema di statistica inferenziale per dimostrare relazioni causali tra le variabili dei video: con un paio di GoPro ho filmato le stesse sequenze, poi ho ricostruito in 3D la scena al computer e ho estratto informazioni su taglia della seppia, velocità di approccio della seppia, velocità del passaggio delle strisce sul corpo della seppia, frequenza temporale delle strisce. Sono riuscito a dimostrare che le strisce vengono prodotte quando la seppia si trova vicino alla preda, a circa un metro, quando cioè il granchio inizia a vedere qualcosa. Inoltre, dimostro che più velocemente la seppia si avvicina al granchio, più velocemente passano le strisce verso il basso".

La capacità delle seppie di adottare diverse colorazioni, consistenze e posture durante la caccia offre un'opportunità unica per studiare i meccanismi di mimetizzazione in movimento nei predatori e presenta potenziali soluzioni alla sfida di restare inosservati mentre ci si avvicina alla preda. La ricerca futura potrebbe aprire nuovi scenari per determinare quali fattori influenzino la scelta di una specifica esibizione forse legata alle dimensioni degli animali, al tipo di habitat, alla preda o al suo comportamento. Inoltre vi è un'altra ipotesi secondo cui le diverse esibizioni di caccia potrebbero ridurre il rischio che la preda possa imparare a riconoscere e quindi a evitare il predatore. 

Sul suo futuro di ricerca, Santon aggiunge: "Vorrei dedicarmi anche alla seppia europea, sempre per quel che riguarda i display di caccia. Finora questa seppia è stata studiata principalmente in laboratorio, ma sappiamo che in laboratorio questi animali capiscono che il cibo sta arrivando e smettono di comportarsi come farebbero in natura. Mi piacerebbe studiarne la caccia e gli adattamenti, soprattutto perché l'ambiente in cui vivono è molto più semplice e povero dal punto di vista visivo: mi aspetto dunque che facciano qualcosa in meno rispetto alle seppie del reef, ma vorrei scoprirlo avviando uno studio sul campo".


Gli studi citati nell'articolo:

Multiple hunting displays in wild broadclub cuttlefish di Martin J. How, Cedric van den Berg, Michael Karcz, Charlie Heatubun, Matteo Santon

Stealth and deception: Adaptive motion camouflage in hunting broadclub cuttlefish di Matteo Santon, Jolyon Troscianko, Charlie D. Heatubun, Martin J. How


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