SOCIETÀ

Terremoti e infrastrutture: l'Italia è vulnerabile

Dopo la scossa di terremoto di domenica 23 giugno avvenuta in provincia di Roma, torna di estrema attualità il tema del rischio sismico in Italia. Torna sul tema il professor Carlo Pellegrino, direttore del dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale dell'università di Padova: "Il nostro Paese non è ad altissima pericolosità sismica, perché non si verificano dei terremoti con accelerazioni dell’ordine di quelle che accadono, ad esempio in Giappone, ma questo non significa che siamo fuori pericolo". La maggior parte del nostro patrimonio edilizio e infrastrutturale è estremamente vulnerabile, perché realizzata senza seguire criteri antisismici. Nel corso degli anni c’è stato un perfezionamento dei criteri di progettazione e anche una riclassificazione del nostro territorio in zone di alta, media e bassa sismicità. Per questo motivo abbiamo infrastrutture, anche pubbliche, realizzate con criteri non sismici, perché al momento della progettazione si trovavano in una zona considerata non a rischio, che ora si ritrovano situate in zone di media pericolosità, e di conseguenza non rispettano le norme attuali collegate alla progettazione antisismica.

Questo è un problema piuttosto grande, che richiede l’attenzione soprattutto di chi prende le decisioni. Ricorda sempre Pellegrino: dato che non possiamo evitare che si verifichino i terremoti, potremmo occuparci dei nostri immobili e infrastrutture, stabilendo delle opportune priorità, per mettere in sicurezza tutto il territorio nazionale.

 

Riprese e montaggio di Elisa Speronello

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