La Direzione Investigativa Antimafia - DIA  ha compiuto 30 anni e ha deciso di celebrare questo traguardo con l'esposizione fotografica itinerante "30 anni di Antimafia", che l’11 aprile fa tappa a Padova e sarà visitabile fino al 15 aprile nel cortile interno di Palazzo Bo: una serie di installazioni raccontano inoltre 30 anni di lotta contro la mafia con fotografie, pagine di giornale e cronache.

L’esposizione dà modo ai visitatori di conoscere un’istituzione importante come la DIA, ripercorrendone la storia a partire dalla nascita, il 29 ottobre 1991, raccontando la struttura organizzativa, le operazioni e le attività nell’immediato futuro.

Città dopo città, con un cammino lungo 22 tappe, la mostra ricorda alle persone che la mafia è ancora un problema, che si è evoluto, lasciando l’amaro ricordo delle stragi e operando ora in modo più silente, soprattutto tramite la finanza e l’economia. Un pericolo infiltrato nel nostro Paese, che minaccia costantemente la democrazia, le scuole, le università, i posti di lavoro.

Mercoledì 13 aprile (ore 11), inoltre, l’Aula Magna di Palazzo Bo ospita il convegno "Il ruolo della donna nella lotta alle mafie", dedicato all’impegno delle donne contro la mafia. Questo tema è proposto dalla DIA con l’obiettivo di sensibilizzare le giovani generazioni alla cultura della legalità, stimolando una coscienza civica.

Il tema del ruolo della donna nella lotta alla criminalità organizzata viene affrontato da cinque relatrici: Grazia Mirabile, a capo dell’Ufficio ispettivo DIA, si affianca all’avvocata Vincenza Rando, vice presidente dell’associazione “Libera”, una rete di gruppi, scuole, movimenti e diocesi che dal 1995 si impegna attivamente contro la criminalità in favore della giustizia sociale; proseguono il dibattito la procuratrice aggiunta di Milano, Alessandra Dolci, e il prefetto Maria Luisa Pellizzari, vice direttrice generale di Pubblica sicurezza. Interviene inoltre Tina Montinaro, vedova di Antonio, capo scorta di Giovanni Falcone, e presidente dell’associazione Quarto Savona Quindici, che prende il nome dall’auto della Strage di Capaci e ne mantiene viva la memoria.

Per partecipare al convegno è richiesta l'iscrizione.