UNIVERSITÀ E SCUOLA

Mattarella: "Università di Padova eccellenza nella storia e nel presente"

Sono le voci del Coro Voci bianche Cesare Pollini ad aprire, sulle note dell’inno nazionale di Mameli, le celebrazioni per l’inaugurazione del 796° anno accademico dell’università di Padova. La cerimonia, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha definito l’ateneo “un’eccellenza”, si celebra a 170 anni da quell’8 febbraio del 1848 quando gli studenti dell’ateneo insorsero contro la dominazione austroungarica. Un anniversario importante perché simbolo di quello che è sempre stato il motto identificativo di questo ateneo, ‘Universa Universis Patavina Libertas’, un motto che richiama fortemente al concetto di libertà che ha sempre caratterizzato Padova e la sua università.

"Visione, coraggio e impegno. È questo il filo rosso che lega l’operato quotidiano del nostro Ateneo, e che ci ha permesso di raggiungere anche quest’anno risultati eccellenti nelle tre missioni dell’università, ricerca, didattica e impatto sociale”. Con queste parole il rettore Rosario Rizzuto introduce, in un’Aula magna gremita, il suo discorso inaugurale. Parole che toccano alcuni dei temi fondanti del sistema universitario: la qualità e l’impegno per la ricerca scientifica, la didattica, l’impatto  dell’università sulla società. È con orgoglio che Rizzuto ricorda la valutazione della qualità della ricerca (VQR) dell’ANVUR, che per il secondo anno consecutivo ha confermato un risultato straordinario per l’università di Padova: “Su 16 aree scientifiche, 6 sono risultate prime in Italia, 4 seconde e 2 terze, ribadendo il significato di un Gymnasium omnium disciplinarum che trae dall’insieme delle competenze scientifiche stimolo e valore per condurre ricerche di alta complessità”. Ma l’Ateneo patavino risulta anche essere la prima università italiana nella classifica della qualità delle pubblicazioni scientifiche stilata dalla rivista Nature, il Nature index, e ha visto 27 dipartimenti su 31 preselezionati per l’assegnazione del finanziamento ministeriale per l’incentivazione della ricerca di eccellenza, di cui 13 vincitori (su 15 che hanno potuto concorrere). “La qualità della ricerca, ha continuato il rettore, è il frutto del valore e della passione di chi si impegna quotidianamente in Ateneo, che sono il nostro vero patrimonio, e di un investimento pluriennale in ricerca: quest’anno l’Ateneo ha distribuito ai dipartimenti 14 milioni di euro di dotazione di ricerca, ha raddoppiato su fondi propri la dotazione ministeriale di borse di dottorato, ha finanziato con un bando interno di oltre 2 milioni di euro l’acquisizione di strumentazioni scientifiche e ha introdotto i bandi STARS”.

 

    La crescita del numero di iscritti, 61.000 studenti in 177 corsi di laurea e più di 5.000 ai corsi di dottorato, scuole di specializzazione, master e corsi di formazione e perfezionamento, è la testimonianza della fiducia che gli studenti hanno nei confronti nell’ateneo. A questi l’università ha cercato di rispondere con politiche di sostegno al diritto allo studio, incrementando il numero di borse di studio rispetto alla dotazione regionale e anticipando per tutti l’erogazione all’inizio dell’anno accademico, ma anche con nuove opportunità didattiche e investimenti di carattere edilizio. Tra questi, il più importante, prevede 150 milioni di euro investiti per la trasformazione della caserma Piave che in pochi anni diventerà Campus delle Scienze sociali, destinato ad ospitare 5.000 studenti.

    “La terza linea d’impegno dell’Ateneo è l’impatto diretto dell’università sulla società: tecnologia, salute, cultura per la crescita e il benessere della nostra comunità, ha poi aggiunto Rizzuto. Sul primo ambito, ricordo due nuove iniziative strategiche: la partecipazione dei nove atenei del Nordest, con capofila Padova, al bando del ministero dello Sviluppo Economico per l’individuazione dei Competence Center del piano Industria 4.0 e la creazione delle Reti Innovative Regionali da parte della Regione Veneto, nuovo e innovativo modello di sviluppo tecnologico del tessuto produttivo, cui partecipano le università venete, consorziate in Univeneto, e le aziende del territorio”.

    Le ricadute sul territorio dell’ateneo investono anche il delicato tema della salute per il quale l’università ha dato il suo personale apporto partecipando ‘con tenacia’ alla decisione per la costruzione di un nuovo ospedale della città proponendo i contenuti e l’organizzazione di una struttura pensata per accogliere i grandi sviluppi della medicina moderna. In conclusione il rettore ha ricordato le tante iniziative culturali e artistiche dedicate alla comunità in cui l’ateneo ha investito energie, risorse, impegno: le attività in Orto botanico, capace di richiamare più di 180.000 visitatori all’anno, le proposte e gli eventi organizzati nella tante sedi dell’ateneo, tra cui ‘Universa’  grande palinsesto di attività culturali e di comunicazione della scienza, ma anche le letture magistrali di Leymah Gbowee, premio Nobel per la pace, di Ernest Moniz, direttore del dipartimento di Energia del presidente Obama e di Paolo Grossi, presidente della Corte Costituzionale oltre che le numerose iniziative legate all’anno delle celebrazioni del bimillenario dello storico padovano Tito Livio.

    Il discorso del rettore si è chiuso infine con un pensiero alle donne e agli uomini che nei loro diversi ruoli hanno permesso di ottenere i risultati raggiunti, “l’investi­mento più grande e coraggioso dei due anni trascorsi, un investimento notevole che ha invertito la progressiva riduzione del corpo docente degli anni prece­denti e ha finalmente immesso nei ruoli universitari un numero significativo di giovani. Numeri importanti, ha detto, per ampiezza e qualità, che testimoniano l’impegno dell’Ate­neo a investire sul proprio futuro”.

    ‘Leggerezza, rapidità ed esattezza, visibilità, molteplicità e consistenza’ sono invece i temi chiave su cui ha insistito il direttore generale Alberto Scuttari nel suo discorso per raccontare risultati e prospettive per quella che lui stesso ha definito “un’università che guarda con convinzione al futuro” E’ un pensiero all’oggi, invece, che si proietta però con fiducia al futuro quello proposto dal presidente del Consiglio degli studenti Riccardo Costa; una riflessione sul rischio che politiche universitarie inadeguate possono portare al rafforzamento di un modello uni­versitario chiuso ed elitario. “È la storia umana a imporci di non operare per l’ora, per il presente che presto sarà passato, ma in funzione di quelli che da noi erediteranno questo mondo. Non è infatti per me, uno studente di medicina qualunque, che servono nuove borse di specializzazione: ma è per tutta la società che si troverà tra 30 anni ad aver bisogno di cure e non ci saranno sufficienti medici a poterle fornire. È per le mie compagne e i miei compagni di oggi, perché la laurea non sia solo un titolo ma diventi domani motivo di realizzazione personale e professionale un domani”.

    A conclusione dei discorsi, l’attore e regista Giancarlo Giannini ha poi interpretato una lettura tratta da un testo di Galileo Galilei seguito dalle esecuzioni dei brani musicali d’Europa dal Rinascimento al Barocco dei maestri Jordi Savall e Xavier Diaz-Latorre. È stata affidata invece al professor Stefano Piccolo la prolusione finale dedicata ai ‘Nuovi orizzonti per la biomedicina dalle cellule staminali’ che il presidente Mattarella ha ripreso poi nel suo discorso di chiusura.

    “796 anni di storia sono tanti, ha detto il presidente Mattarella. Quella di Padova è università di lunga tradizione nata dalla stessa ‘universitas’ di studenti e di maestri desiderosi di conoscenza e di sapere. Come una cellula staminale madre produce altre cellule staminali figlie maggiormente specializzate, così  in otto secoli questo ateneo ha saputo dar vita a tante articolazioni e specializzazioni generando e seminando conoscenza nella società.  Tanti nomi hanno contraddistinto il passato di  questo istituto che ha avuto il merito storico, tra gli altri, di laureare la prima donna al mondo. Ma l’università di Padova non vanta solo una importante tradizione storica, ha anche un presente di grande eccellenza. Conosco le valutazioni dell’ANVUR e so quanto sia eccellente il valore di questo ateneo. Tuttavia i traguardi raggiunti, il ritmo crescente, la velocità e gli orizzonti sempre più aperti della ricerca sono visibili a tutti e questo sottolinea ancora di più quanto oggi sia decisivo il ruolo degli atenei nel nostro Paese in questa prospettiva. E nonostante la ‘giungla normativa’ che accompagna l’intero sistema richieda necessariamente una riflessione profonda, è sempre più evidente che il ruolo  dell’università e della ricerca sono centrali per il futuro del nostro Paese”.

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