SCIENZA E RICERCA

Amazzonia, petrolio e popolazioni indigene: una storia di accettazione e dipendenza

È in Ecuador Alberto Diantini, dottorando di ricerca in Studi geografici (dipartimento DiSSGeA), per la restituzione dei risultati di un'indagine sull'accettazione e la percezione delle popolazioni indigene kichwa rispetto agli impatti socio-ambientali causati dalle attività petrolifere di AGIP Oil Ecuador (filiale dell'Italiana ENI) nel Blocco 10, una delle tante concessioni petrolifere dell'Amazzonia occidentale. 

Un progetto realizzato assieme al gruppo di studio Cambiamenti climatici, territori, diversità’ (coordinato dal professor Massimo De Marchi e in collaborazione con i ricercatori Salvatore Eugenio Pappalardo e Daniele Codato del DICEA) che rientra in un programma di lavoro più ampio. La linea di ricerca principale del gruppo, infatti, punta a individuare le aree in cui, a livello mondiale, non si dovrebbe estrarre petrolio (unburnable carbon) secondo criteri geografici che prendano in considerazione la diversità biologica e culturale di un territorio.

Riprese Alberto Diantini, montaggio Elisa Speronello

Nell’ambito dello studio sono stati più di 350 i locali intervistati (su una popolazione totale stimata di circa 4000 persone); un lavoro reso possibile grazie anche alla collaborazione di un gruppo di studenti indigeni dell’Universidad Estatal Amazonica (Puyo, Ecuador), che hanno aiutato Diantini a entrare in contatto con circa 30 comunità, alcune delle quali situate in zone remote, raggiungibili in aereo o con diverse ore di cammino nella selva.

Da queste è emersa la percezione di una forte contaminazione ambientale derivata dall’attività della compagnia: del suolo, delle acque, delle coltivazioni, della loro stessa cultura indigena. Contaminazione mescolata anche a una condizione di ‘dipendenza’ che si è sviluppata nel tempo nei confronti dell’impresa che ha fornito a queste comunità servizi di vario genere e alla paura, oggi, di perdere questi benefici in caso di protesta.

Una volta lasciato l’Ecuador, dove Diantini sta procedendo a consegnare a tutte le comunità intervistate un report con i risultati principali dello studio, altri ricercatori padovani raggiungeranno l’Amazonia per un progetto in collaborazione con National Geographic dedicato alla mappatura delle aree dove si realizzano attività di gas flaring.

 

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