CULTURA

Atelier d'artista: Marco Chiurato

Nato in una famiglia di pasticcieri di Marostica, dopo un periodo in laboratorio a preparare dolci per addio al nubilato e decorazioni di zucchero, decide di intraprendere la sua strada. Non segue le orme del padre e del fratello, ma sviluppa ben presto una passione per l'arte "nata dall'immaturità", ammette, diventando così il figlio ribelle, indisciplinato, difficile da gestire. "Questo lavoro nell’arte non l'ho scelto io, sono stati gli altri a decidere, perché a forza di dirmi 'questo non va bene, questo non devi farlo' io l'ho fatto e ho realizzato i miei desideri". Marco Chiurato, protagonista del sedicesimo episodio della serie dedicata ad artisti e spazi di creazione, si distingue per la personalità esplosiva e senza filtri. Il suo è un percorso con deviazioni e colpi di scena che, a ben guardare, somiglia al viaggio che l'idea creativa compie passando dal pensiero all'azione: "Quando voglio realizzare un'opera ho già il concetto nella testa ma la cosa interessante è che, durante il processo di realizzazione, spesso, per errore, vengono fuori cose migliori rispetto a quelle pensate in partenza".

Artista imprevedibile, difficilmente classificabile, Chiurato si esprime in completa libertà e mostrando una certa resistenza alle definizioni. "Mi dicevano sempre: tu come artista dovresti seguire una linea per essere riconoscibile. Ma riconoscibile a chi? Secondo me le opere devono essere frutto di un lavoro mentale in continua evoluzione, il tempo è poco per rientrare in schemi anche nell'arte".

Servizio di Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

Quando un'opera nasce da una idea, e mi raggiunge nel pomeriggio o di notte, provo molta soddisfazione Marco Chiurato

"Quando un'opera nasce da un'idea, e mi raggiunge nel pomeriggio o di notte, provo molta soddisfazione". L'intuizione è al centro di tutto, è uno stimolo costante: "Mi dispiacerebbe perdere questa capacità", spiega. Un pensiero attraversa la mente in qualsiasi momento e accende una lampadina: questo è l'attimo che conta, il punto di svolta che supera per importanza la realizzazione dell'opera stessa ("poi le opere in sé son tochi de ceramica").

Andiamo a trovarlo nel suo atelier nel centro di Marostica. Al piano terra della casa di famiglia, Chiurato ha allestito il suo spazio creativo che coincide con quello domestico, di vita: l'atelier è anche casa, l'arte entra dappertutto, invade la cucina e la camera da letto, attraversa i corridoi, riempie la stanza del figlio Pablo, entra persino negli armadi. Dopo aver lavorato in vari studi, capisce che “lo spazio di creazione perfetto è dentro casa: qui riesco a lavorare bene, è comodo. Fatico a realizzare sculture di grandi dimensioni, certo, ma preferisco lavorare in un ambiente dove sto bene. La mia cucina si trasforma in un laboratorio di ceramica, nell'armadio in camera da letto non ci sono vestiti ma cacciaviti e trapani, anche la stanza di mio figlio è un laboratorio".

La mia cucina si trasforma in un laboratorio di ceramica, nell'armadio in camera da letto non ci sono vestiti ma cacciaviti e trapani Marco Chiurato

Per le sue opere Chiurato lavora con lo zucchero (con il quale riproduce opere di artisti famosi) e con le persone, "il materiale migliore", con cui instaura relazioni sempre nuove. Anche il figlio Pablo e il resto della famiglia, genitori e fidanzata, vengono coinvolti nei suoi progetti: "Attualmente sto lavorando alla Forgers' family, la famiglia di falsari: faccio diventare artisti tutti quelli che fanno parte della mia famiglia, voglio tirar fuori quello che hanno di non creativo e trasformarlo in arte. Ho iniziato con mio figlio: lui fa dei disegni che io riproduco in ceramica, per ogni opera poi realizzo un catalogo sempre in ceramica e gli preparo un completino", una sorta di costume di scena. Padre e figlio iniziano qualche anno fa con Antonio Ligabue e si presentano alla casa-museo: "Siamo arrivati dicendo che volevamo fare una mostra. Loro hanno visto Pablo vestito come Ligabue, con le opere e il suo piccolo catalogo in mano e non hanno potuto dirgli di no".


Atelier d'artista

Una serie ideata e realizzata da Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

Intervista di Francesca Boccaletto, riprese e montaggio di Massimo Pistore

Con la consulenza artistica di Giulia Granzotto

Si ringraziano per la collaborazione Enrica Feltracco e Massimiliano Sabbion


Tutti gli episodi della serie Atelier d'artista sono QUI

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