CULTURA

Beppe Ciardi, la carriera universitaria prima della pittura

- Ti gà le man sporche de color

- No papà

- Sì, papà! Ti ga piturà

E l’altro, umile, a testa bassa, sapendo d’essere più facilmente perdonato se diceva d’aver rispettato il programma della scuola...

- No papà. Go disegnà…

(Ugo Ojetti, Guglielmo Ciardi, in Ritratti d’artisti italiani, 1911)

Quando Giuseppe Ciardi (per tutti Beppe) comincia a “disegnare”, a sporcarsi le mani con i pennelli e i tubetti di colore, è ancora un bambino e ha negli occhi i paesaggi pieni di luce che suo padre Guglielmo, rinomato pittore di Venezia, dipinge con così tanta bellezza di forme e di colori da lasciarlo sempre d’incanto.

Professore all’Accademia di Belle Arti di Venezia, Guglielmo è il più innovativo e conosciuto esponente veneziano della scuola realista del paesaggio. Il suo laboratorio, il suo atelier, è la natura, e il piccolo Beppe non si lascia mai scappare l’occasione di seguirlo per vederlo dipingere nelle ariose vallate di Asiago, nella laguna di Venezia e nella terraferma trevigiana dove la famiglia possiede da qualche anno una residenza a Quinto.

Beppe nasce insomma in una casa dove l’arte, oltre a essere un mestiere, è elezione, esercizio e ispirazione; ma è soprattutto amore per la natura, per il vero.

Pennelli, tavolozza, e cassetta dei colori in mano, inizia a dipingere (le sue prime impressioni risalgono al 1889) quando ha poco meno di quindici anni. Le campagne trevigiane, le baite di Comelico, le cime di Weissenfels, sono le sue prime opere, i suoi primi paesaggi. Guglielmo osserva il figlio dipingere, non interviene, ma vi pone accanto il suo cavalletto e la sua esperienza di straordinario paesista. Per dipingere bene occorre prima di tutto “saper vedere” bene, e avere accanto l’esempio di un maestro, conoscere i segreti del mestiere.

La qualità di questi primi tentativi non bastano però a piegare la risoluta determinazione di Guglielmo di indirizzare il figlio, appena diplomato, lontano dalla pittura.

Beppe ha una sorella più giovane di quattro anni, Emma. Guglielmo sogna per lei – e non per Beppe – un futuro da grande artista. Emma, artista molto dotata, saprà infatti, allenandosi a raffigurare la natura quieta e addomesticata di parchi e giardini, divenire una pittrice di fama internazionale, la “venetian lady artist” più nota d’Europa.

“Dieci” in Lettere italiane; “nove” in Filosofia; “otto” in Fisica e chimica. Guglielmo crede insomma che il destino abbia in serbo per il giovane Giuseppe, portato com’è allo studio, e visti i brillanti voti ottenuti al Liceo Marco Polo di Venezia, una carriera da scienziato.

Presso l’Archivio storico dell’università di Padova si conserva il diploma di licenza liceale che Beppe Ciardi consegna in Segreteria per immatricolarsi presso l’Ateneo patavino. Beppe si iscrive al corso di Scienze naturali della Regia Università il 6 novembre 1893 (data di pagamento della prima rata) nell’anno accademico 1893-1894.

Nello stesso faldone seguono poi più di trenta documenti: il certificato di nascita compilato in splendida cancelleresca dall’ufficiale di stato del comune di Venezia, le richieste di abbuoni ferroviari, le varie iscrizioni agli anni “scolastici” e l’indicazione di tutti i corsi frequentati. Non vi sono però i voti, né alcun documento attestante il superamento degli esami, che di certo dovette superare per essere ammesso agli anni successivi.

Zoologia, Fisica sperimentale, Chimica generale, Botanica, al primo anno; Mineralogia, Anatomia e Fisiologia comparate, al secondo; di nuovo Anatomia, Geologia, Zoologia, Batteriologia, al terzo e al quarto. Beppe studia con il rigore del metodo la natura, che diverrà poi con la creatività, il più fedele soggetto della sua pittura.

Frequenta l’Università per tre anni ma non si laurea. Nel novembre 1896 lo troviamo iscritto al quarto anno in qualità di “ripetente” (l’ultima rata viene saldata il 13 novembre). Beppe, che ha nel cuore la pittura, ha probabilmente qualche problema a superare gli esami di Giovanni Canestrini, già preside della facoltà di Scienze di Padova. Nell’elenco degli esami dell’anno accademico 1896-1897 compaiono infatti due esami già presenti nel piano di studi da ben due anni: Zoologia e Anatomia e fisiologia comparate.

Beppe molla.

Pochi giorni dopo (il 24 novembre) è matricola al Corso speciale di figura al Regio Istituto di Belle Arti di Venezia; il corso è tenuto dal grande pittore di origini napoletane Ettore Tito, collega di Guglielmo.

“Preferì il sentire al sapere”, scriverà Ojetti. Beppe, è certo, decide di seguire finalmente la propria vocazione: dipingere. Ma è altrettanto chiaro che prima di “sentire” ebbe la costanza di “sapere”, e i risultati non tardarono ad arrivare. Una carriera di quarant’anni di pittura che lo consacrerà fra i più importanti pittori veneziani di primo Novecento.

Si apre a Conegliano, in provincia di Treviso, da sabato 16 febbraio 2019, una mostra dedicata alla famiglia Ciardi: Guglielmo, Beppe e Emma.

Un’esposizione che ripercorre l’itinerario spirituale e culturale della famiglia, sottolineando nel contempo anche le straordinarie individualità e originalità di ciascuno. L’esposizione rimarrà aperta fino al 23 giugno 2019.

POTREBBE INTERESSARTI

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012