CULTURA

Atelier d'artista: Marta Spagnoli

La naturale vocazione viene subito rivelata. Marta Spagnoli racconta la sua storia condividendo le principali tappe di un percorso chiaro e coerente, a partire dagli anni della scuola, con la scelta di un liceo a indirizzo artistico, fino al trasferimento a Venezia per studiare pittura all'Accademia di Belle Arti. Veronese, classe 1994, oggi vive e lavora a Mestre. “Ho concluso i miei studi nel 2020 e inaspettatamente sono rimasta a Venezia - racconta -. Ho sempre pensato che un giorno me ne sarei andata, invece continuo a sentirmi legata a questi luoghi”.

Solida nel metodo e consapevole della necessità di dover mantenere una pratica seria e rigorosa, sin dai tempi della formazione, oggi Spagnoli è tra i nomi più interessanti della nuova scena artistica ed è la protagonista del primo episodio del 2025, il numero trentatré dell'intera serie dedicata agli studi d’artista. Dopo la laurea inizia subito a lavorare con Galleria Continua, che attualmente la rappresenta. “Mi sono state offerte possibilità e nuove modalità di lavoro. È stata una trasformazione che ha avuto un impatto molto forte su di me, anche spiazzante, ma è tutto quello che ho sempre desiderato, esattamente quello che volevo accadesse. I primi anni sono stati movimentati, adesso mi sto assestando, ho trovato il mio ritmo e la mia dimensione”.

Servizio di Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

Condividere l’atelier è stata una scelta: ci troviamo bene insieme, ci cerchiamo, sentiamo la necessità di confrontarci Marta Spagnoli

La incontriamo nel suo studio, il seminterrato di una palazzina residenziale non lontana dalla stazione dei treni di Mestre, uno spazio che condivide con altre quattro artiste: Chiara Enzo, Laura Omacini, Marta Naturale e Barbara De Vivi. “Per necessità, dopo essermi laureata, mi sono spostata dal centro storico alla periferia, da Venezia a Mestre: qui c'è una maggiore offerta di spazi, anche industriali, e più comodità, dal punto di vista pratico. Sono arrivata in questo studio nel 2022, dopo essere stata per un periodo in un altro spazio, e oggi lo condivido con alcune colleghe artiste: ci troviamo così bene che, a volte, lo chiamiamo casa, del resto passiamo tantissime ore qui dentro. Condividere l’atelier è stata una scelta: ci troviamo bene insieme, ci cerchiamo, sentiamo la necessità di confrontarci". E aggiunge: "Ho un gran bisogno di spazio fisico. Utilizzo il grande formato, perciò è una esigenza. Devo poter entrare nel lavoro, perdere il controllo dei perimetri dello spazio. Ho un approccio molto fisico, quasi performativo, tutto il corpo entra in relazione con la superficie tela. Per questo motivo, forse, questo studio non sarà definitivo: è un po' piccolo, con i soffitti bassi. Per lo sviluppo della mia ricerca, più spazio mi viene concesso più io me ne prendo". 

“Ho ragionato moltissimo sul confronto con la superficie bianca della tela grezza, non la considero uno spazio da riempire, al contrario, mi è sempre sembrata molto densa e piena di immagini già esistenti nella mia testa”. 

L'universo creativo di Marta Spagnoli è intuitivo e si sviluppa attraverso il fare: “Un approccio giovanile che ancora mi appartiene. Non utilizzo bozzetti, non concepisco il disegno come vincolato o subordinato al dipinto". Il lavoro inizia subito sulla tela. Per quanto riguarda i temi della ricerca, Spagnoli ha avviato un'indagine sul sentimento mitopoietico dell'essere umano, sulla ricerca di senso in relazione all'ambiente naturale, a un contesto sia biologico che spirituale. "Negli anni ho sviluppato un'indagine sulle relazioni tra noi, soggetti umani, e ciò che ci circonda. Molti dei miei soggetti sono corpi organici, animali, vegetali e umani, considerati in una sorta di compenetrazione".

I riferimenti e le suggestioni arrivano soprattutto dalla letteratura: "Roberto Calasso è in grado di tenere insieme la visione mitica e quella storica dell'essere umano: è un punto fermo della mia ricerca. A lui ho voluto dedicare una mia personale, partendo dal soggetto della iena e sviluppando un confronto con le attitudini umane. Oltre a Calasso, leggo Deleuze e, in generale, molti saggi accompagnano il mio lavoro: negli anni mi sono costruita una piccola biblioteca personale di riferimenti letterari che nutrono il mio immaginario", un universo ricchissimo, mai popolato da fotografie o immagini precostituite ma, al contrario, frutto di una profonda rielaborazione personale. 

Non considero la tela bianca come uno spazio da riempire, al contrario, mi è sempre sembrata densa e piena di immagini Marta Spagnoli

Atelier d'artista

Una serie ideata e realizzata da Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

Intervista di Francesca Boccaletto, riprese e montaggio di Massimo Pistore

Con la consulenza artistica di Giulia Granzotto


Tutti gli episodi della serie Atelier d'artista sono QUI

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