Esistono forme di pensiero e di ragionamento che il nostro cervello predilige. Tendiamo ad attribuire la colpa ad eventi esterni a noi a un qualcun altro molto lontano e generico. Davanti a un disastro naturale, pensiamo subito a una Natura “cattiva” e personalizzata che ci ha inviato una punizione o un segnale. Tutti questi modi di ragionare, seconda i ricercatori, hanno qualcosa in comune: la teleologia, cioè una nostra propensione ad attribuire le responsabilità a un piano, alle intenzioni di qualcuno. E questo ci rende dei complottisti nati,dei maestri di dietrologie.
C’è un paradosso interessante: quest’attitudine, in passato, ha avuto un valore adattativo; essendo noi venuti da una storia evolutiva come “prede”, abbiamo dovuto difenderci dai predatori. E per una preda è molto importante capire subito se nell’ambiente circostante un indizio è indice di un predatore. Di conseguenza tendiamo in modo naturale a considerare un indizio come una minaccia. Ed è così che, paradossalmente, facciamo anche fatica a comprendere molte teorie scientifiche, tra le quali proprio quella dell’evoluzione.