Nel pieno dell’estate, torniamo a parlare di castori con delle novità. Sappiamo che questi animali sono degli ingegneri ecosistemici, cioè un modello interessante perché modificano attivamente l’ambiente con degli artefatti tecnologici. Attraverso le famose dighe, il castoro plasma una nicchia ecologica favorevole. È un modello in piccolo e sostenibile di ciò che noi homo sapiens facciamo in grande e decisamente in modo non sostenibile. Dopo 500 anni di assenza, sono stati avvistati sul Tarvisio e poi nella valle del Tevere e anche in Maremma: insomma, sta ripopolando in nostro Paese. Quello che mi interessa è che nelle scorse settimane, su Frontiers in Ecology and Evolution, un articolo dimostra come i castori non siamo solo ingegneri ecosistemici ma anche dei promotori di biodiversità. Il lavoro di monitoraggio spiega come, dove ci sono i castori, ci sono molte più specie che vivono grazie alle opere realizzate.
In pratica, hanno creato un habitat favorevole ad altre specie. E di queste, 76 sono specie altamente minacciate e in pericolo. Di conseguenza, i castori devono essere degli alleati nelle nostre opere di recupero e di ripristino della biodiversità. Un elemento in più a favore dei miei amati castori.