Non c'è vita senza migrazioni. Lo spiega Sonia Shah nel libro, in lingua inglese, The next great migration: The beauty and terror of life on the move hardcover (Bloomsbury).
Noi stessi siamo figli di queste migrazioni, non solo per i nostri progenitori migranti ma anche perché queste migrazioni sono continuate e hanno permesso lo scambio, anche di Dna, tra i vari popoli. Un articolo recente, apparso in una importante rivista scientifica, ha dimostrato come nel Dna di alcune popolazioni sudamericane esistano tracce di Dna dei polinesiani, che sarebbero giunti in Sud America prima di Cristoforo Colombo.
Le migrazioni non riguardano solo l'uomo, ma anche altri animali e persino le piante. Il primo ad aver dimostrato che le piante possono migrare è stato lo stesso Charles Darwin. Le piante possono spostarsi. Proprio Sonia Shah ci dice che, in Himalaya, alcune tipi di piante si spostano in altezza di circa duecento metri ogni decade, per cercare sempre più fresco. E così anche molti animali, che stanno spostando le loro nicchie ecologiche di decine e talvolta centinaia di chilometri per decade per sfuggire all'aumento della temperatura.
Tutto è in movimento. Se noi prendiamo atto di questa coessenzialità della vita, allora ci dobbiamo domandare perché l'autrice abbia dovuto titolare il secondo capitolo del suo libro Panico. Perché gli esseri umani hanno paura delle migrazioni, quando le migrazioni sono la nostra stessa storia? Noi siamo figli di migranti e continueremo a esserlo in futuro.