SOCIETÀ

L’impatto della guerra sull’agricoltura ucraina

La guerra in Ucraina ha messo in tensione il sistema di produzione alimentare globale. Le difficoltà nelle esportazioni del grano, oltre a essere il segno delle difficoltà di un paese aggredito da un invasore, hanno sottolineato ancora una volta l’interconnessione del mercato globale dei prodotti agricoli. Poco prima dell’estate c’era chi, come l’Economist, si sbilanciava e parlava di una prossima crisi alimentare, anche se non causata solamente dalla guerra. A quasi un anno dall’inizio delle ostilità, un report della FAO pubblicato poco prima di Natale permette per la prima volta di misurare l’impatto della guerra sul settore agricolo ucraino. Solo per dare un numero, le perdite economiche dell’intero settore arrivano a 23,8 miliardi di dollari, in un paese il cui PIL prima della guerra si aggirava sui 200 miliardi.

Ma dietro alle aziende agricole ci sono le persone. Dall’inizio della guerra sono quasi 18 milioni gli ucraini e le ucraine che hanno avuto bisogno di aiuti umanitari e protezione. Le zone più vicine al fronte sono ovviamente quelle più colpite, con migliaia di persone che hanno dovuto lasciare case, campi e strutture per cercare rifugio altrove. Per esempio, in alcuni oblast la popolazione rurale sfollata ha toccato il 37% del totale e la produzione agricola si è fermata o è molto rallentata. 

 

L’agricoltura nell’economia e nella società ucraine

In Ucraina sono 13 milioni, su un totale di poco meno di 44 milioni, le persone che vivono di produzione agricola nelle aree rurali. Nonostante la gran parte dell’agricoltura nazionale sia gestita da grandi imprese, secondo i dati FAO, il 32% della produzione agricola del paese è dovuto al lavoro di piccole imprese familiari: “Coinvolti soprattutto nell'agricoltura domestica e nella produzione agricola su piccola scala e non ufficialmente registrati, svolgono un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza alimentare”.

Questo quadro si è incrinato con l’inizio della guerra e l’indagine della FAO offre una stima articolata dell’impatto sulle attività agricole, attraverso un'indagine condotta su oltre 5000 famiglie rurali distribuite in tutto il paese. Un agricoltore su quattro ha dichiarato di aver interrotto o ridotto la propria attività a causa della guerra. La situazione è ovviamente peggiore nelle zone più vicine al fronte, dove il dato sale a oltre un agricoltore su tre (38%).

Quantificare i danni

Applicando la metodologia “damage and loss”, già applicata nel 2016 per la guerra in Siria, la FAO ha utilizzato le informazioni raccolte dagli agricoltori ucraini per stimare i danni e le perdite causate dalla guerra al settore agricolo nel suo complesso. I primi sei mesi della guerra (a cui fanno riferimento anche i dati del grafico) hanno significato una totale di 2,25 miliardi di dollari di danni e perdite per le famiglie delle aree rurali: 1,26 nell’ambito delle coltivazioni e 0,98 nell’allevamento. Danni, qui, vogliono proprio dire campi e macchinari distrutti, capi uccisi. A cui si sommano gli aumenti dei costi di produzione dovute all’economia di guerra e a una riduzione del valore prodotto.

Qualche esempio citando il rapporto FAO: “il solo settore dell’allevamento bovino ha perso oltre il 64% del proprio valore”; “il settore dei cereali e degli oli (importantissimi nell’agricoltura ucraina, in particolare quello di girasole, NdR) ha perso il 67,5% del proprio valore”. Danni e perdite dovuti alla guerra ammontano, in media, a 483 dollari per famiglia, senza prendere in considerazione le aree occupate e non coltivabili al momento. Questo, in un paese, in cui lo stipendio medio prima della guerra era di 462,5 euro, con il cambio tra euro e dollaro molto vicino alla parità.

La sussistenza delle famiglie delle aree agricole, sottolinea il report FAO, è ancor più sotto stress per il fatto che stanno ospitando un numero sempre maggiore di sfollati.

Il costo della guerra sulla popolazione

In un paese in guerra, tutta la popolazione soffre di una riduzione del reddito. A livello nazionale, i redditi degli ucraini dall’inizio della guerra si sono ridotti del 55% rispetto al 2021. Ma questa difficoltà risulta ancora più accentuata negli oblast più prossimi al fronte bellico, dove si può arrivare a una riduzione media di due terzi del reddito.

Questa situazione, già di per sé grave, avrà strascichi a più lungo termine. Dovesse anche terminare ora la guerra, oltre a tutti i problemi strutturali da risolvere, la popolazione ucraina dovrebbe fare i conti anche con una serie di debiti maggiori rispetto al periodo precedente. La popolazione agricola analizzata, infatti, mostra come il ricorso al debito sia decisamente aumentato, con gli abitanti degli oblast orientali che nel 59% dei casi denunciano un aggravamento della propria situazione finanziaria.

Il futuro prossimo

I dati pubblicati a dicembre 2022 fotografano la situazione sul territorio fino all’arrivo dell’autunno. Con l’arrivo dell’inverno, la stagione più dura per gli agricoltori più piccoli, la situazione potrebbe essere peggiorata. Negli ultimi mesi, secondo quanto riportato, le famiglie hanno avuto accesso ad aiuti e sostegni di diverso tipo, ma è “fondamentale proteggere quelle famiglie da un ulteriore deterioramento delle loro capacità produttive che sono alla base della loro resilienza”. 

Sostenere la produzione agricola, secondo gli esperti FAO, è un sistema “per mitigare gli effetti negativi della guerra sulla sicurezza alimentare” delle famiglie direttamente coinvolte, ma anche del paese nella sua interezza. In altre parole, oltre che con missili e fucili, l’Ucraina dovrà combattere anche riuscendo a produrre il cibo necessario per non ridurre alla fame la popolazione, a cominciare da quella delle proprie campagne.

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