SOCIETÀ

Mafie in Veneto: "Sono radicate, non più infiltrate"

Il 2019 sarà ricordato negli annali della storia del Veneto. Nell’arco di un mese, infatti, tra febbraio e marzo, tre inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Venezia, hanno fatto aprire bruscamente gli occhi e la regione ha dovuto prendere atto di un’amara realtà: sul suo territorio, le mafie si sono radicate non semplicemente infiltrate.

Sono entrate con i loro capitali illeciti, prestandoli a imprenditori in difficoltà o diventando soci di imprenditori affamati dalla volontà di fare profitto, rapidamente e impunemente. Ed hanno portato tonnellate di sostanze stupefacenti, hanno fornito servizi come lo smaltimento illecito dei rifiuti e il recupero dei crediti. Tanti sono stati i reati di criminalità economica messi in atto grazie anche alla complicità di persone appartenenti al mondo bancario, delle libere professioni, dell’imprenditoria e, persino, della politica. Ad Eraclea è stato arrestato il sindaco con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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In Veneto le mafie si sono radicate, non semplicemente infiltrate

Non sono mancate la violenza, le intimidazioni e le minacce. E, purtroppo, nemmeno il consenso di alcune fasce della popolazione. Le inchieste svolte dalla Direzione distrettuale antimafia hanno evidenziato come in provincia di Padova, Venezia e Verona, alcuni cittadini si siano rivolti a certi personaggi ben conoscendo la loro caratura criminale ed hanno chiesto favori come la riscossione di un affitto che non veniva pagato o il recupero di oggetti che erano stati rubati.

L’idea era quella che una volta ottenuto il favore e pagato il dovuto tutto sarebbe finito lì. Purtroppo, quando ci si mette in relazione con i mafiosi non si torna più indietro. "Gli imprenditori che pensano di avere un rapporto paritario con gli 'ndranghetisti, di poter contrattare e cogliere un'opportunità di rilancio della propria azienda per poi tirarsene fuori finiscono minacciati e aggrediti". Parola del procuratore della repubblica di Venezia, Bruno Cherchi.

Dobbiamo dire chiaramente che stiamo dalla parte dello Stato, del rispetto delle leggi e della dignità umana

In Veneto e in Italia dobbiamo ribellarci alle mafie, com’è stato ribadito con forza nell’appello lanciato da Corriere del Veneto e Avviso Pubblico. Un primo modo concreto per farlo è partecipare in massa alla prossima Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che si svolgerà a Padova il 21 di marzo. Dobbiamo dire chiaramente che stiamo dalla parte dello Stato, del rispetto delle leggi e della dignità umana. Dobbiamo stare vicini ai famigliari delle mille vittime innocenti. La maggior parte di loro non conosce ancora la verità e non ha avuto giustizia.

Pierpaolo Romani

Coordinatore nazionale dell'Associazione Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie

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