CULTURA

I maori e l'Antartide. Storia di una relazione antica e duratura

Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of the Royal Society of New Zealand, i Maori avrebbero viaggiato in Antartide almeno 1.000 anni prima degli europei. Un gruppo di ricercatori guidati da Priscilla Wehi, biologa al Manaaki Whenua Landcare Research, hanno raccolto e confrontato incisioni, tradizioni orali e reperti che compongono la cosiddetta “letteratura grigia” relativa alla presenza dei maori in Antartide.

Secondo la loro ricostruzione, il primo esploratore a mettere piede nel continente più a sud del mondo sarebbe stato un condottiero polinesiano di nome Hui Te Rangiora, che insieme al suo equipaggio avrebbe raggiunto le acque e forse anche i ghiacci dell'Antartide nel VII secolo d.C.
I viaggi dei maori alla scoperta dei quelle gelide lande sono raffigurati su pali intagliati e in alcune incisioni sulle prue delle imbarcazioni, e il nome di Hui Te Rangiora è conservato nelle narrazioni orali che vengono tramandate da generazioni tra i maori ma che non ha mai trovato posto nella letteratura accademica.

Tale scoperta richiede di riconsiderare la storia della presenza umana in Antartide che, stando ai risultati di questo studio, potrebbe essere iniziata ben un millennio prima dell'arrivo di quella che secondo le attuali conoscenze sarebbe stata la prima spedizione ad aver raggiunto le acque di questo continente: quella dei russi Fabian von Bellingshausen e Mikhail Lazarev nel 1820.

Stando ai documenti ufficiali, il primo maori a vedere le coste dell'Antartide sarebbe stato un uomo di nome Te Atu, appartenente al popolo Ngāpuhi, nel 1840. Egli partecipò, a bordo del Vincennes, a una spedizione statunitense guidata dall'ufficiale navale Charles Wikles durante la cosiddetta “epoca eroica dell'esplorazione antartica” che si risale al periodo a cavallo tra il XIX e il XX secolo.

“Dopo questo evento”, scrivono gli autori, “il coinvolgimento dei maori nei viaggi in Antartide sembra essere rimasto inattivo fino al 1894, nonostante ci sia stato un certo numero di viaggi internazionali organizzati dalla Germania, dalla Russia e altrove, forse perché i punti di imbarco non erano nelle vicinanze dell'esperienza marinara dei Maori”.

“I maori erano probabilmente una piccola parte di coloro che visitarono l'Antartide nel programma antartico della Nuova Zelanda per gran parte del ventesimo secolo, sebbene manchino dati quantitativi. Tuttavia, i contributi dei maori sono stati riconosciuti sia nei toponimi antartici, sia nell'assegnazione della medaglia antartica della Nuova Zelanda”, affermano Wehi e co-autori.

La loro indagine si è rivelata poi particolarmente difficoltosa quando sono andati alla ricerca dei nomi delle donne di origine maori ad aver messo piede in Antartide, a causa della scarsità dei dati disponibili. La prima sembra sia stata Pamela Young nel 1969, con il compito di assistere il marito, biologo marino, nelle sue ricerche sul campo.

Tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI, la partecipazione di fisici, biologi, medici e marinai di origine maori ai programmi neozelandesi di ricerca scientifica in Antartide è diventata ancora più consistente. Sono stati molti i maori che hanno partecipato alle spedizioni nel continente ghiacciato, dando il loro contributo alla ricerca scientifica in diversi ambiti.

Tra loro ci sono, ad esempio, Miles Lamare e Phil Lyver, che sono stati a capo di programmi scientifici in Antartide tra gli anni Novanta e l'inizio del 2000. Lamare si è occupato di studiare la biologia riproduttiva e la fisiologia dei ricci di mare, ottenendo un riconoscimento per il suo contributo scientifico nell'Antarctic Science Platform. Lyver, invece, è un ecologo che ha studiato il comportamento dei pinguini di Adelia.

I dettagli delle esperienze maori in Antartide e nelle sue acque rimangono in gran parte inesplorati e poco studiati, ma sono stati fondamentali per le aspirazioni economiche e scientifiche della Nuova Zelanda in queste attività “A short scan of Māori journeys to Antarctica”, Priscilla M. Wehi et al., Journal of the Royal Society of New Zealand (2021), doi: 10.1080/03036758.2021.1917633

Secondo Wehi e coautori la storia ufficiale delle esplorazioni in Antartide ha spesso tralasciato le vicende che coinvolgono le popolazioni provenienti dall'emisfero australe. Con questa loro indagine hanno cercato quindi di mettere in luce l'importanza del contributo dei maori all'esplorazione e alla ricerca scientifica in Antartide per aiutare a scrivere una narrativa antartica globale più inclusiva nei confronti dei gruppi sottorappresentati.

POTREBBE INTERESSARTI

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012