"Bisogna informare i cittadini a 370 gradi": Barbara Lezzi, ministro per il Sud del governo Conte e parlamentare del Movimento 5 Stelle, parlando di divulgazione scientifica in diretta a L'aria che tira su La7 ha avuto un lapsus.
In altri tempi, questa non sarebbe stata una notizia. Ma nell'era dei social, dove la parte più atavicamente infantile di noi tende a prendere il sopravvento, ci siamo tuffati a pesce armati di ironia, ma nei casi peggiori anche di cattiveria, come faceva l'odioso secchione del primo banco con le nostre gaffe clamorose durante le interrogazioni alle medie.
La spia del carburante dell'auto della #Lezzi . pic.twitter.com/wrzeknsuJN
— BufalaNews (@Labbufala) 9 novembre 2018
Naturalmente non si vuole condannare l'ironia bonaria, che comunque ci può stare, sia sui banchi di scuola che nel caso dei personaggi pubblici. Era successo lo stesso quando il collega Luigi Di Maio aveva parlato di esseri umani composti d'acqua per il 90%: erano spuntate vignette con uomini con tratti ameboidi, creature a forma di bottiglia di acqua minerale e altri meme che non avevano mancato di suscitare qualche sorriso, e Dio solo sa se non ce n'è bisogno, viste le notizie allarmanti che ci piombano addosso a ogni tg. E comunque, parafrasando Humphrey Bogart in Quarto potere, "È la satira, bellezza".
oggi io scoperto che anche angoli ha minuti di recupero come partite#Lezzi #370gradi
— Vujadln Boskov (@VujaBoskov) 9 novembre 2018
Passi anche la reazione di Renzi, che esprime sconcerto tramite Facebook: "Barbara Lezzi ha detto che vuole fare informazione scientifica a 370 gradi. E tutta la comunità social ride a crepapelle. Capisco. Viene da ridere anche a me ma non c'è niente da ridere, amici. Questa fa il ministro e rappresenta tutti noi. Anche voi che ridete."
Il commento di Renzi può essere giustificato per il ruolo politico che aveva/ha, e probabilmente ha ancora il dente avvelenato per quando il mondo social lo ha preso in giro per il suo inglese: i secchioni del primo banco si nascondono ovunque, e tra sogghignare e dare dell'ignorante all'interlocutore il passo è breve.
Quello che lascia più perplessi sono gli attacchi degli intellettuali, che non perdono occasione per "bullizzare" le loro prede, attaccandole sul piano personale senza pensarci due volte con pretesti che lasciano il tempo che trovano. È più grave che la ministra sbagli una metafora o che la maggioranza senta il bisogno di supervisionare la divulgazione scientifica in tv?
Come se non bastasse, dire che non esistono angoli di 370 gradi è sintomo di ignoranza, in senso etimologico.
Paolo Ciatti, docente di analisi matematica all’Università di Padova spiega: "Se lavoriamo nel piano (questo è il punto di vista della geometria euclidea), possiamo osservare che la somma degli angoli interni di un quadrilatero nel piano è uguale all'angolo giro, quindi, secondo la nostra convenzione, a 360 gradi, ma se ci spostiamo a lavorare, per esempio, su una superficie sferica (come avviene nella cosiddetta geometria ellittica, ideata da Bernhard Riemann a metà dell'Ottocento) e consideriamo un quadrilatero contenuto in una sfera, possiamo dimostrare che la somma dei suoi angoli interni è più grande di 360 gradi e può essere uguale anche a 370 gradi".
Quindi negare in toto l'esistenza di angoli di 370 gradi significa ignorare la geometria non euclidea. Cosa di per sé non troppo grave, se non ci si pone come il proverbiale bue che dà del cornuto all'asino.
Ma come nasce l'associazione tra angolo giro e 360 gradi?
"360 – continua Ciatti – non è esattamente il primo numero che verrebbe in mente di scegliere come base per contare; abituati come siamo, infatti, al sistema decimale, sarebbe più naturale suddividere il cerchio in 100 o 1000 unità. La suddivisione del cerchio in 360 unità e una scelta convenzionale, che si deve, probabilmente, agli astronomi babilonesi degli ultimi secoli prima dell'età cristiana.
Essi avrebbero anche potuto decidere di suddividere il cerchio in 370 o 373 unità, ma sarebbe stato più scomodo perché 360 ha un numero maggiore di divisori (24, addirittura) rispetto a 370, che ne ha solo 8, e a 373, che ne ha solo 2, perché è un numero primo. Scegliendo 360, molte frazioni dell'angolo giro si possono esprimere con numeri interi. 360 inoltre è coerente con la base 60 che i babilonesi utilizzavano per rappresentare i numeri (noi invece usiamo la base 10, mentre il calcolatore elettronico usa la base 2).
La ragione per cui i babilonesi adottarono la base 60 è ignota e in merito sono state formulate teorie più o meno plausibili e più o meno suggestive. Una di queste teorie si basa sul fatto che essi usavano il calendario lunare: in questo calendario un mese corrisponde al tempo che intercorre tra due successive lune nuove ed è di circa 30 giorni. Utilizzando un cerchio zodiacale gli astronomi babilonesi avevano stabilito che i giorni in un anno erano circa 360. È possibile quindi che da questo cerchio sia derivata la suddivisione di un angolo giro in 360 gradi."
In ultima analisi, 360 gradi è una convenzione e "informare a 360 gradi" una metafora: il lapsus può capitare a tutti quindi, cari politici e intellettuali, lasciateci ridere un po', che vista la situazione ci sono molte probabilità che il tempo per piangere lo troveremo comunque.