CULTURA

Molte cose sono in una cosa

Il film In Bloom, che va in onda su Rai 5 sabato 14 novembre alle 21.15  viene da lontano: è uno dei risultati più entusiasmanti di un programma annuale di eventi con cui l’Università di Padova ha celebrato i duemila anni dalla morte di Tito Livio nel 2017, con l’obiettivo di valorizzare la figura e l’opera di questo grande storico antico, nato e morto a Padova, un vero ‘patavinus’, presso un pubblico quanto più possibile ampio, anche per capire cos’ha da dirci ancora il grande padovano.

Per le celebrazioni l’Università e il Centro Studi Liviani hanno promosso molte iniziative culturali per mostrare la centralità dell’opera di Livio per la cultura occidentale di ogni tempo: nella musica, nel teatro, nel cinema, nelle arti figurative, ambiti nei quali l’opera di Livio è stata fonte inesauribile di suggestioni, di ispirazione. Il bimillenario ha dunque raccolto la sfida di far uscire Livio dalle aule scolastiche e universitarie, dagli scaffali delle biblioteche, riconsegnarlo nelle mani delle persone e in particolare ai suoi concittadini, perché se ne riapproprino, lo riconoscano come il proprio patrimonio culturale, la propria storia.

L’operazione più avventurosa e audace messa in campo per le celebrazioni liviane è stata la trasposizione teatrale della storia degli Orazi e i Curiazi, magistralmente portata sul ‘palco’ di Palazzo della Ragione il primo ottobre 2017 da Marco Paolini, Gabriele Vacis e Roberto Tarasco, assieme a giovani studenti e studentesse del territorio, in collaborazione con il Comune di Padova. Siamo partiti da quella storia antica di conflitto, astuzia, coraggio e sconfitta, e siamo arrivati a uno spettacolo maestoso, un vero e proprio Patavium rave, che è stato una straordinaria festa di corpi e voci in movimento. Come Ateneo abbiamo fortemente voluto che le celebrazioni includessero uno spettacolo teatrale, perché il teatro è una forma d’arte ricca e piena: è testo, azione, silenzio, parola, luce, emozione, e ci è sembrato che potesse offrire un intervento culturale e artistico importante per accostare i racconti antichi di Livio da qui e ora, a distanza di duemila anni, a Padova e nel 2017. 

Con l’obiettivo di ‘togliere la polvere’ da Tito Livio, e di riconsegnarci un suo racconto in modo che fosse in grado di parlarci, filtrando duemila anni di distanza tra noi e il suo lavoro, Paolini e Vacis hanno proposto di riprendere un testo didattico di Brecht, Orazi e Curiazi del 1934, cioè di un dramma fatto per insegnare a potenziali attori a fare gli attori, che ci parla non solo della grande forza pedagogica dei racconti liviani, ma anche di come antico e moderno, passato e presente, continuano a fertilizzarsi a vicenda. Si tratta di un gesto importante: ci dice di come si fa educazione, di come si pensa alle generazioni future, cogliendo l’insegnamento del passato e portandolo avanti, nella contemporaneità, piegandolo a linguaggi e a modi espressivi diversi, che abbiamo visto in scena con Orazi e Curiazinella sapiente interpretazione di Paolini.

Il teatro è anche un modo – come lo erano il racconto e la scrittura per Tito Livio – di creare comunità, di far crescere cittadini consapevoli. Da qui la scelta di lavorare con un folto gruppo – una ‘schiera’ o ‘stormo’ – di giovani cittadini e cittadine, e anche di giovani richiedenti asilo che aspirano a essere parte di questa città. Lo spettacolo ha quindi ‘accomunato’ non solo il pubblico che affollava il Salone, ma soprattutto i ragazzi e le ragazze che in pochi mesi hanno imparato a muoversi, a ballare, a cantare e a recitare per Orazi e Curiazi. Grazie al metodo della schiera e alla guida carismatica di Gabriele Vacis, i giovani volontari che hanno aderito alla nostra ‘chiamata alle arti’ per Tito Livio hanno imparato a muoversi come un corpo solo, a respirare come un corpo solo: questo è, appunto, un modo di creare comunità, prestando attenzione a chi ci sta vicino nel gruppo per fare esattamente quello che l’altro fa, condividendo lo sforzo. 

Il coro degli Orazi, nel dramma di Brecht, ripete una frase – molte cose sono in una cosa – che diventa un refrain che ben si addice allo spettacolo messo in scena a Palazzo della Ragione, al modo in cui è stato concepito, prodotto e realizzato. “Molte cose sono in una cosa” descrive il lavoro fatto nei mesi delle celebrazioni liviane, che ha messo insieme la bellezza, la passione, il lavoro comune, la creatività del teatro e l’impegno a costruire cittadinanza e futuro. 

 

Il video In Bloom, realizzato dal collega Denis Brotto, è uno spin off di questo lavoro, che fin da subito abbiamo voluto registrare, nelle sue fasi di preparazione ed esecuzione, perché la messa in scena di Orazi e Curiazi si presentava come una sperimentazione audace per tutte le persone coinvolte. È dunque il prodotto di una ricostruzione e distillazione del lavoro fatto per il ‘rave’ del 2017 e che ora condividiamo con il pubblico televisivo italiano, in un momento molto difficile per tutte e tutti noi, con la speranza che la storia-matrice del superamento di un conflitto narrata da Livio, ripresa da Brecht e da Paolini in chiave teatrale, e restituitaci da Denis Brotto nel documentario che vedremo, ci dia forza per affrontare il nemico invisibile con cui siamo costretti a confrontarci in questa pandemia nel 2020. 

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