MONDO SALUTE
In Salute. Oasi WWF in ospedale per un progetto di cura globale

Attività didattiche nell'oasi in ospedale a Padova. Le foto sono state scattate dalle insegnanti della scuola in ospedale di Padova
Le ultime due in ordine di tempo sono state inaugurate nel mese di marzo a Vicenza e a Passoscuro nel comune di Fiumicino, rispettivamente all’ospedale pediatrico san Bortolo e al centro di cure palliative pediatriche del Bambino Gesù. Nel 2024 le altre quattro sono state realizzate a Padova, Bari, Napoli e Palermo. Secondo le stime, sono oltre 10.000 i pazienti che ogni anno potranno beneficiarne, con circa 40.000 fruitori complessivi, tra familiari, operatori sanitari, scuole e visitatori. “Un’oasi in ospedale è un piccolo ecosistema”, spiega Carmelo Motta, delegato del Veneto per il WWF Italia, mentre ci racconta l’evoluzione di un progetto che ha preso forma grazie alla collaborazione con le realtà sanitarie locali e al contributo di esperti e volontari del WWF. A ispirare l’iniziativa la consapevolezza del legame inscindibile tra salute umana e salute della natura, a partire dalle città.
Con Carmelo Motta abbiamo visitato l’oasi nell’ospedale del bambino a Padova. “In questo spazio abbiamo cercato di riprodurre alcuni ambienti naturali diversificati, come una zona umida con un piccolo stagno e delle bordure fiorite per impollinazione e riproduzione di farfalle. È un luogo in cui osservare la crescita delle specie, le piante in particolare, e vedere avvicendarsi la vita, grazie per esempio alle mangiatoie per gli uccelli o agli hotel per gli insetti”. L’utilizzo di fototrappole, che si attivano con sensori di movimento, permette di filmare il passaggio di eventuali animali da mostrare a bambini e bambine che non possono uscire e devono rimanere in reparto. “Ci sono inoltre percorsi sensoriali accessibili a piedi nudi e percorsi olfattivi, che consentono di conoscere la natura, ma anche noi stessi, seguendo itinerari differenti”.
Le oasi in ospedale sono state pensate e progettate proprio per stimolare l’osservazione diretta degli esseri viventi nel loro habitat e si pongono come un vero e proprio laboratorio all’aperto per imparare a prendersi cura della natura. Tra gli obiettivi, anche la volontà di migliorare la qualità della degenza e offrire momenti di relax per il recupero psico-fisico dei pazienti. Per la fruizione di questi spazi l’ufficio educazione e formazione del WWF Italia svolge anche incontri formativi e ha realizzato un manuale con proposte laboratoriali per docenti e operatori.
Interviste di Monica Panetto, riprese e montaggio di Massimo Pistore
Alle origini del progetto
Le oasi in ospedale sono una naturale prosecuzione del progetto delle Aule Natura, sorto nel 2020 durante la pandemia. “Durante il lockdown tutti eravamo confinati in casa – continua Motta –, con ragazzi e ragazze che seguivano le attività didattiche a distanza in modalità online. A quel punto due esigenze sono confluite in un’unica iniziativa: da un lato la necessità di dotare le scuole di spazi sicuri all’aperto in cui poter fare lezione, dall’altra la volontà di recuperare il legame con la natura, promuovendo la tutela degli ambienti naturali e dei servizi ecosistemici che è da sempre al centro della missione del WWF”. Ad oggi in Italia esistono più di 70 Aule Natura, alcune delle quali realizzate anche negli ospedali a partire dal 2022. È a quel punto che il WWF lancia una raccolta fondi per un nuovo programma che prevede la realizzazione di oasi da regalare agli ospedali.
“Si tratta del risultato di una riflessione decennale all’interno del WWF: uno degli obiettivi dell’organizzazione fin dal suo costituirsi nel 1961 fu quello di raccogliere finanziamenti da destinare a progetti di tutela diretta e conservazione della natura”. Il primo di questi ha avuto luogo in Spagna, con l’acquisto di un terreno nell’attuale parco nazionale di Doñana, mentre in Italia le prime iniziative si collocano nella seconda metà degli anni Sessanta, con la creazione dell’oasi naturalistica di Burano in provincia di Grosseto. “In questi 60 anni abbiamo compreso quanto sia importante la conoscenza della natura, ma anche il legame tra essere umano e natura. Per questo uno degli obiettivi del WWF è proprio quello di creare un mondo in cui uomini e donne possano vivere in armonia con l’ecosistema. D’altra parte il tema della conservazione della specie, inclusa quella umana, si inserisce nel concetto più ampio di One Health”.


Alcuni momenti del laboratorio didattico nell'oasi in ospedale a Padova
Una risorsa per un ospedale pediatrico
Secondo Giorgio Perilongo, direttore del dipartimento didattico-scientifico assistenziale integrato Salute della donna e del bambino dell’azienda ospedale-università di Padova, sono molteplici i significati di un’oasi WWF in un ospedale pediatrico. “Innanzitutto – ribadisce il docente – ci ricorda che la salute dell’uomo è legata a quella del suo ambiente, delle piante e degli animali. È dunque un richiamo al principio di One Health: è difficile pensare di essere sani in un ambiente malato. In secondo luogo la natura, nelle sue espressioni, ha un ruolo benefico nella formazione e nella crescita del bambino: vogliamo che lo screen time, cioè il tempo trascorso davanti a uno schermo, si riduca a favore del green time”. Infine, secondo il medico, l’oasi costituisce uno spazio in cui rilassarsi. “Venire qui significa giocare, dimenticare per un momento il letto dell’ospedale, la corsia, e ritrovare un ambiente che evoca un senso di gioia e serenità. Le oasi del WWF rientrano in quel progetto di cura globale che dobbiamo offrire”.
Perilongo spiega che l’ospedale del bambino a Padova è formato da 16 reparti – dal pronto soccorso pediatrico alla cardiologia, dalla chirurgia pediatrica alla nefrologia, solo per citarne alcuni – e grazie agli operatori del servizio Gioco e benessere i piccoli pazienti hanno la possibilità di scoprire la natura all’interno dell’oasi. “Sono stati individuati dei percorsi educativi che, attraverso l’osservazione delle piante, degli animali, del laghetto artificiale, offrono ai bambini l’opportunità di apprendere, ma soprattutto di distrarsi dalla routine ospedaliera. Questo momento di evasione li aiuta a ritrovare una maggiore serenità e disponibilità ad affrontare il ricovero e il ritorno in reparto”.

Un momento delle attività all'interno dell'ospedale
Scuola in ospedale: un percorso educativo nell’oasi
Anche le insegnanti della scuola in ospedale a Padova hanno colto nell’area verde esterna un’opportunità. “Le stanze di oncoematologia pediatrica – sottolinea Selene Sanmartin, una delle docenti – danno proprio sull’oasi e quindi offrono la possibilità anche a bambini e bambine che non possono accedervi fisicamente di avere quegli stimoli visivi che un ambiente naturale di questo tipo può dare, sia a livello emotivo che didattico”. Elisa Galeazzo, referente unica della scuola in ospedale, spiega: “All’interno della struttura sanitaria noi insegnanti seguiamo una programmazione curricolare che copre tutte le discipline per ogni anno di corso, come avviene per qualsiasi tipo di scuola. Inoltre c’è la possibilità di realizzare dei progetti che vanno a integrare la formazione”.
Nell’anno scolastico da poco concluso, nell’ambito del progetto di educazione civica Cittadinanza attiva. La vita sulla terra. Agire secondo natura, le docenti hanno svolto una serie di lezioni sul valore della biodiversità. “Attraverso strumenti didattici digitali, come video o immagini, ma anche esperienze laboratoriali – argomenta Sanmartin –, abbiamo fatto conoscere l’oasi ai piccoli pazienti, alimentando in loro la curiosità di esplorarla direttamente una volta usciti”.
Al termine del percorso educativo, realizzato anche grazie al contributo di Miriam Damo, studentessa di Scienze della formazione primaria all’università di Padova, uno dei bambini ha accompagnato due classi della sua scuola in visita agli spazi verdi esterni. Qui gli studenti hanno seguito anche un laboratorio realizzato da una guida del WWF. “Si comprende quanto sia importante prendersi cura del bambino nella sua interezza – conclude Sanmartin –, tenendo conto non solo degli aspetti sanitari, ma anche delle relazioni con la famiglia e la scuola”.