CULTURA

Musei scientifici e palinsesti online: necessità o investimento?

Weekend di Pasqua. Che si fa? Se leggere un libro o guardare un film può essere sempre una buona soluzione, accanto ai giochi da tavolo o (per gli amanti) alle parole crociate, anche la rete in questo periodo offre svariate possibilità. Molte sono le iniziative proposte dai musei d’arte, per esempio, dal Guggenheim di Venezia, al Museo d'arte moderna di Bologna, agli Uffizi di Firenze, e anche i musei scientifici sono presenti con ricchi palinsesti.

Tra i molti sul territorio nazionale, ne abbiamo scelto alcuni. Abbiamo dialogato con Michele Lazinger (Muse di Trento), con Barbara Baldan (Orto Botanico dell’Università di Padova), con Paolo Cavallotti (Museo nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano) e con Luigi Amodio (Città della Scienza di Napoli) che, oltre a illustrarci le attività dei loro musei in questo momento di chiusura, riflettono anche sullo spirito che anima queste iniziative e sull’importanza (o meno) di investire nel digitale.

Muse – Museo delle Scienze (Trento)

Videoclip, attività didattiche, giochi, podcast audio, mostre temporanee e visite virtuali: il Muse per #iorestoacasa è un progetto (tutto online) che offre ad adulti e bambini, ma anche alle scuole, attività di vario tipo in questo periodo di chiusura forzata.  

Michele Lanzinger, direttore della struttura, osserva che ormai da anni i musei hanno trovato nel digitale una necessaria alleanza, sono entrati a pieno titolo nella dimensione social, creando relazioni diversificate, continuative, indipendenti e correlate alla frequentazione fisica dello spazio espositivo. E la situazione attuale ha determinato un’accelerazione in questo senso. “È come se stesse riemergendo il mondo virtuale di Second life – osserva – un esperimento che una decina di anni fa interessò anche i musei”. In che modo, dunque, potrebbe diventare strategico proseguire l’investimento nel digitale?

I musei hanno dei compiti riferibili alle loro funzioni tradizionali che sono la raccolta dei materiali, la ricerca e lo studio, la didattica e la divulgazione. Nel caso del Muse, spiega il direttore, questo è importante ma è anche fondamentale che le attività svolte nel museo, come apparato di mediazione culturale, siano intrinsecamente legate a un’idea di futuro sostenibile. Se questo è il nuovo modo di concepire le finalità museali, anche il “museo Second life”, cioè la sua dimensione digitale, deve concorrere a potenziare questi stessi obiettivi. “Un museo Second life che permetta di svolgere su digitale determinate funzioni, poniamo quelle educative, può essere interpretato come un buon modo per indurre nuove modalità didattiche non formali rivolte alle scuole, in un contesto in cui si diminuisce la pressione della gita scolastica, del laboratorio, del museo. Tutto questo si traduce di conseguenza in un’economia di energie, di spazi e di CO2, senza considerare che pur non recandosi al museo aumenta la capacità di produzione educativa e il rapporto con i pubblici, in una dimensione che non pretende che il museo di successo sia quello del sold-out”.

Aumentare la professionalità in ambito digitale potrebbe inoltre contribuire a valorizzare anche musei che si trovano in terre interne e minori, rispetto ai grandi attrattori culturali turistici, ai “musei delle code”. Anche in un’ottica di superamento dell’“overtourism” delle grandi città. “Attraverso una nuova nozione di museo attento allo sviluppo sostenibile, dunque in relazione con il territorio, ma allo stesso tempo aumentando la capacità di produzione online per offrire risorse e ispirazione, possiamo diventare soggetti animatori di opportunità e di esplorazione e di ricerca, ampliando la nozione di museo al concetto di extendeed museum che ha a che fare con l’interpretazione dei paesaggi culturali”.

Orto Botanico dell’Università degli Studi di Padova

In questo periodo l’Orto botanico continua le proprie attività, ritenute essenziali e indifferibili. “Tutto sta fiorendo – spiega il prefetto Barbara Baldan –, le piante stanno germogliando e dunque è necessario effettuare le operazioni che si svolgono solitamente in primavera, dalle semine al riordino dei settori all’interno dell’Orto antico e del Giardino della biodiversità, al censimento delle piante presenti. Stiamo riordinando anche la cartellinatura e abbiamo da poco concluso lo scambio di semi. A metà gennaio abbiamo pubblicato l’index seminum e fino alla settimana scorsa siamo stati impegnati nella spedizione dei semi richiesti da altri orti botanici”.

Continuano anche le attività di ricerca, sebbene in maniera un po' ridotta. “Poiché in questo momento tutti gli alberi stanno germogliando, stiamo conducendo i campionamenti e stiamo lavorando sullo sviluppo delle strutture carnose che circondano i semi di alcune specie di gimnosperme. Contestualmente, stiamo continuando a scrivere anche progetti di ricerca”.

Non mancano naturalmente le attività rivolte al pubblico che, in questo momento, non può varcare i cancelli dell’Orto botanico. Dal 23 marzo, ogni lunedì, vengono proposti ai più piccoli e alle loro famiglie quiz interattivi, laboratori e giochi per “partire virtualmente alla scoperta della natura, anche dal salotto di casa”. La settimana scorsa, riporta Barbara Baldan, il quiz interattivo ha avuto 780 accessi, segno che l’iniziativa sta riscuotendo successo.

“Tutte le attività che stiamo proponendo – continua – servono per avvicinarci al momento in cui potremo riaprire i cancelli dell’Orto botanico e riavere i visitatori con noi. Tra non molto usciremo anche con brevi storie che riguarderanno le vicende dell’Orto botanico, alcuni suoi personaggi famosi, le sue collezioni storiche, che si tradurranno in piccole interviste disponibili sul nostro sito. Siamo molto attivi anche sui social, per cercare di mantenere viva l’attenzione e la fidelizzazione dei nostri visitatori, in attesa di poterli accogliere di nuovo. Stiamo lavorando come se dovessimo vederci tra qualche giorno”.

Museo nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci (Milano)

Un format digitale che racconta le storie più accattivanti del museo sui suoi canali Facebook, Instagram e YouTube attraverso pillole-video, immagini e documenti inediti che parlano di scienza, tecnologia, attualità, dei dietro le quinte e di educazione: è #storieaportechiuse il palinsesto ideato dal Museo nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Curatori ed esperti si alternano all’interno di rubriche quotidiane: Dietro le quinte & I depositi il lunedì, Education & I.Lab il martedì, Attualità il mercoledì, Storia del museo il giovedì, Archivi & biblioteche il venerdì e, infine, Storie dalla realtà virtuale il sabato e Leonardo Da Vinci la domenica. Appuntamento speciale di questa settimana sono proprio le Storie dalla Realtà Virtuale: la prima puntata del nuovo format, Un gigante negli abissi, è in programma per sabato 11 aprile è racconterà la storia del Titanic.

“Il nostro museo lavora nel digitale ormai da 20 anni – spiega Paolo Cavallotti, responsabile Digital del museo – e ha sempre promosso importanti attività attraverso questi canali. Considerate le particolari circostanze, è diventato centrale e strategico far convergere in questa direzione molte più forze e sforzi, rimanendo di fatto questo l’unico modo per raggiungere i nostri visitatori. Abbiamo dunque potenziato l’offerta con l’obiettivo di proseguire la missione del museo che è quella di raccontare le sue storie, di valorizzarne i contenuti e le collezioni, di raggiungere il proprio pubblico, di diffondere la cultura tecnico-scientifica. Ne è nato un bel lavoro comune di tutto lo staff, che esprime la ricchezza del museo e la coralità di chi vi lavora”. Contestualmente si sta continuando a lavorare a nuovi laboratori e progetti, cui ci si stava dedicando già prima della chiusura.

Città della Scienza (Napoli)

“A febbraio – esordisce Luigi Amodio, direttore della Fondazione IDIS-Città della Scienza di Napoli –, con la sospensione delle visite scolastiche, abbiamo avuto un primo rallentamento delle attività, poi l’8 marzo è seguita la chiusura dei musei in tutta Italia e abbiamo dunque riprogettato il nostro lavoro. Un gruppo sta pensando al ‘dopo’, sta facendo scouting e presentando progetti. Sicuramente assisteremo a una riduzione del pubblico, non sappiamo quali saranno le condizioni fisiche di fruizione della visita e dunque abbiamo spostato alcune attività sulla progettazione e sulla partecipazione a bandi”.

Non mancano le attività rivolte al pubblico. La scienza a casa è un format digitale pensato per continuare le attività di divulgazione scientifica anche da remoto. Quotidianamente, attraverso tutti i canali web e social (e in particolare Facebook), vengono resi disponibili dei video con dimostrazioni scientifiche ed esperimenti da ripetere a casa. Bit va in missione, invece, è una storia illustrata, che vede protagonista Bit, la mascotte del museo, intento a spiegare ai più piccoli cos’è il Coronavirus e come la scienza possa combatterlo.

“Questa settimana inoltre – continua il direttore – stiamo sperimentando (e lanceremo subito dopo le feste di Pasqua in maniera stabile) delle visite virtuali al museo. Saranno coinvolte delle classi, dunque secondo un modello quasi simile a ciò che avviene nella realtà, tanto che stiamo ragionando sul mantenimento di queste forme di rapporto a distanza”. Continua però Amodio: “Inutile dire che i musei sono un’altra cosa. Tutte le attività che stiamo proponendo sono molto importanti, perché ci mantengono nella memoria dei visitatori, ma il vero problema sarà la gestione della fase successiva, almeno fino a quando non verrà eradicato del tutto il virus e le condizioni di fruizione torneranno normali. Si tratta di una questione particolarmente seria per i musei interattivi, ed è una riflessione che ancora non è partita. Noi, come altri, siamo un museo dove l’interazione è fisica con le istallazioni e anche con gli altri visitatori, fa parte dell’esperienza, e dunque dovremo capire come muoverci per riguadagnare il pubblico”.   

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