UNIVERSITÀ E SCUOLA

Museo diffuso Unipd. Dal reattore Casale ad un antico mortaio: la collezione di Ingegneria industriale

Il nostro percorso alla scoperta delle 12 postazioni del Museo diffuso dell'università di Padova, progetto lanciato in occasione delle celebrazioni degli 800 anni ma pensato per essere permanente e per offrire a studenti e cittadini un'occasione di conoscenza del patrimonio scientifico dell'ateneo, fa oggi tappa alla collezione del dipartimento di Ingegneria industriale

L'esposizione, nella sede di via Marzolo dove si sono tradizionalmente sviluppati gli studi di chimica applicata e di ingegneria chimica e dei materiali, comincia nel giardino del dipartimento dove trova collocazione il reattore Casale per la sintesi dell'ammoniaca. L'esemplare è un tubo di reazione originale che fu donato dalla società produttrice, fondata nel 1921 dal chimico Luigi Casale che due anni prima aveva messo a punto un nuovo processo di sintesi dell'ammoniaca mediante iperpressione, al professor Ippolito Sorgato, fondatore della scuola di Ingegneria chimica padovana.

All'interno la collezione continua con alcuni strumenti e sostanze che appartengono alla storia del dipartimento di Ingegneria industriale, come ci spiega la direttrice Stefania Bruschi. "Proprio qui 150 anni fa è stata istituita la Scuola di applicazioni per ingegneri: è una storia che ha avuto inizio tra il 1867 e il 1871 quando all'interno della Scuola vennero avviati numerosi insegnamenti e i Gabinetti scientifici relativi alle diverse aree di ricerca dell’attuale ingegneria industriale".

Stefania Bruschi, direttrice del dipartimento di Ingegneria industriale illustra la collezione del Museo diffuso. Servizio, riprese e montaggio di Barbara Paknazar

L'esposizione presenta strumenti e campioni che raccontano la storia del dipartimento. In mostra è possibile vedere una bilancia di precisione, un'autoclave per la sterilizzazione con vapore in pressione ad alta temperatura e un antico mortaio per la preparazione di polveri (tutti datati intorno alla metà del secolo scorso), ma anche prodotti chimici e minerali, nelle loro ampolle originali come erano conservati nell'antico gabinetto di chimica analitica. 

"Abbiamo accolto con grande piacere l'iniziativa del Museo diffuso e la collezione che abbiamo messo a punto offre una testimonianza della storia che ha portato allo sviluppo delle diverse aree di ricerca dell'attuale ingegneria industriale", conclude Stefania Bruschi. 

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