Dopo il Nobel per la medicina assegnato ieri a William G. Kaelin Jr, Sir Peter J. Ratcliffe e Gregg L. Semenza per aver individuato il meccanismo molecolare che regola la risposta delle cellule al variare della disponibilità di ossigeno, oggi è la volta della fisica: a ottenere il prestigioso riconoscimento sono stati James Peebles, Michel Mayor e Didier Queloz “per aver contribuito alla comprensione dell’evoluzione dell’Universo e della posizione della Terra nel cosmo”.
James Peebles, che è nato nel 1935 a Winnipeng e ha lavorato nell’università di Princeton, ha ricevuto metà del premio per gli studi condotti sulla radiazione cosmica di fondo, cioè l’eco del Big Bang che ha dato origine all’universo. Le sue intuizioni sulla cosmologia fisica hanno arricchito l'intero campo della ricerca e hanno gettato le basi per la trasformazione della disciplina negli ultimi cinquant'anni. I suoi studi, dalla metà degli anni '60, costituiscono le fondamenta delle idee contemporanee sul cosmo. Ci hanno mostrato un universo in cui è noto solo il 5% del suo contenuto, la materia che costituisce le stelle, i pianeti, gli alberi e noi. Il resto, il 95%, è materia oscura ed energia oscura: scoprirne la natura è la grande sfida della fisica contemporanea, sulla quale stanno indagando centinaia di ricercatori in tutto il mondo.
Mayor e Queloz si sono divisi l’altra metà del premio: Mayor, che ha insegnato nell’università di Losanna, nel 1995 ha scoperto con il collega Queloz, che ha lavorato tra le università di Ginevra e di Cambridge, il primo pianeta esterno al sistema solare intorno a una stella simile al nostro Sole. Era il pianeta 51 Pegasi b, paragonabile a Giove. Questa scoperta ha avviato una rivoluzione in astronomia e da allora sono stati individuati oltre 4.000 esopianeti nella Via Lattea. Nuovi mondi, con un'incredibile ricchezza di dimensioni, forme e orbite, stanno costringendo gli scienziati a rivedere le loro teorie sui processi fisici dietro le origini dei pianeti.
Intervista a Roberto Ragazzoni, direttore di Inaf-Osservatorio astronomico di Padova, sull'assegnazione del Nobel per la fisica 2019
“Sono due contributi molto diversi – commenta Roberto Ragazzoni, direttore di Inaf-Osservatorio astronomico di Padova –. Peeblos è un cosmologo teorico, mentre Mayor e Queloz sono le due persone che hanno rivoluzionato la nostra idea di mondi al di fuori del nostro sistema solare scoprendo il primo esopianeta attorno a una stella simile a quella del Sole. Hanno aperto, in due aree molto diverse (una degli oggetti estremamente distanti, una dei mondi simili al nostro pianeta), due finestre che prima erano completamente sconosciute”.
Dal 1901 sono stati assegnati 112 premi Nobel per la fisica, per un totale di 209 vincitori. Ad oggi, il più giovane è Lawrence Bragg, che aveva 25 anni quando ottenne il riconoscimento insieme al padre nel 1915. Arthur Ashkin, invece, nel 2018 di anni ne aveva 96 e finora è lo scienziato più anziano ad essere stato premiato. Tre le donne: Marie Curie nel 1903, che condivise il Nobel per la fisica con il marito Pierre Curie e Antoine Henri Becquerel e che ottenne anche quello per la chimica nel 1911; Maria Goeppert-Mayer vincitrice nel 1963 e Donna Strickland nel 2018.
Quest’ultima, in particolare, con Ashkin e Gérard Mourou si è aggiudicata il premio nell’ultima edizione per gli studi sui laser, gli “oggetti fatti di luce”. Tra gli anni Settanta e Ottanta i tre scienziati svilupparono strumenti di estrema precisione in un settore di ricerca fino a quel momento ancora inesplorato e, in seguito, furono molte le applicazioni che ne derivarono in ambito medico e industriale, dalle operazioni chirurgiche ai codici a barre fino alle stampanti laser.
A volere l’istituzione di queste onorificenze fu Alfred Nobel che, con testamento del 27 novembre 1895, destinò allo scopo la maggior parte della sua fortuna. Menzionò per prima proprio la fisica: alla fine del XIX secolo in molti consideravano la disciplina come la principale tra le scienze e forse anche il chimico e industriale svedese la vedeva allo stesso modo. Il Nobel per la fisica (oltre a quello per la Chimica) viene assegnato ogni anno dall’Accademia reale svedese delle scienze, fondata nel 1739.