SCIENZA E RICERCA

Piero Benvenuti alla guida dell'Asi: “Non dimentichiamo la ricerca scientifica”

Dal 14 novembre Piero Benvenuti, professore emerito di astrofisica all'università di Padova ed ex direttore del Cisas (Centro di ateneo di studi e attività spaziali – Giuseppe Colombo), è il nuovo commissario straordinario dell'Asi, l'Agenzia spaziale italiana. La decisione è venuta dal presidente del consiglio Conte su proposta del ministro dell'istruzione, università e ricerca Marco Bussetti.

In questa intervista rilasciata a Il Bo Live il commissario straordinario Benvenuti ribadisce, come aveva fatto nel suo messaggio al personale dell'Asi martedì scorso, che è fondamentale garantire continuità nella direzione dell'Agenzia, per tener fede agli impegni presi con i partner internazionali.

Ad esempio la settimana scorsa è stato firmato un accordo con l'agenzia spaziale cinese per la costruzione di un secondo satellite che fa monitoraggio dell'alta ionosfera, perché pensiamo che con questi dati si possano comprendere meglio i terremoti. I cinesi sono all'avanguardia nel monitoraggio dei movimenti sismici e l'Italia è ovviamente molto interessata a questo aspetto. È importante che questo accordo venga firmato senza alcuna interruzione. È importantissimo mantenere la continuità e infatti su questo ho insistito molto nel mio messaggio al personale dell'Asi. Questo sarà il mio obiettivo principale in questa fase intermedia prima dell'individuazione del nuovo presidente dell'Agenzia”.

Intervista a Piero Benvenuti, commissario straordinario dell'Agenzia spaziale italiana

Uno stato e un'economia che vogliano dirsi moderni non possano non avere un serio programma spaziale e lo spazio oggi è un settore strategico per lo sviluppo tecnologico ed economico della società. Il governo italiano si è già impegnato in un piano di investimenti strategico chiamato Space Economy per sostenere la crescita del comparto infrastrutturale e la ricerca.

Soltanto la costellazione di satelliti Galileo, che costituisce l'equivalente europeo del sistema americano di navigazione Gps, è un progetto da diversi miliardi di euro.

Questo progetto di Space Economy rappresenta davvero una transizione di fase: si passa da una situazione in cui le attività spaziali erano ristrette agli ambienti di ricerca e sviluppo, a una in cui con questi sistemi di satelliti si apre un ventaglio di possibilità che investe tutta la società. La Space Economy è una chiamata alle armi anche di tutti i privati che possono essere coinvolti nello sfruttamento, in senso buono, dei dati che provengono da questa costellazione di satelliti. Si chiede una partnership tra privati e industrie per sfruttare al meglio questa messe di dati che sta investendo la popolazione e che può essere usata in moltissimi modi”.

Le politiche spaziali infatti non guardano solo allo spazio, ma guardano anche a terra, con le numerose applicazioni consentite dai dati raccolti dai satelliti: nel campo della sismologia, nel campo della mobilità e dei trasporti, nella manutenzione del territorio agro-forestale, nella cosiddetta agricoltura di precisione, nel monitoraggio delle emissioni di anidride carbonica.

Non dimentichiamo comunque la parte che mi sta più a cuore: la ricerca scientifica, la ricerca puraaggiunge Piero Benvenuti. “Lo spazio ci ha aperto un'enorme possibilità di conoscenza dell'universo senza la quale non avremmo oggi a disposizione il modello cosmologico che utilizziamo per descrivere l'universo e la sua evoluzione. Quindi sia per quanto riguarda l'osservazione del cosmo sia per quanto riguarda l'esplorazione del nostro sistema solare lo spazio è fondamentale. In questo senso ricordo il nostro impegno, italiano, nell'esplorazione di Marte”.

C'è anche la speranza di trovare tracce di un'evoluzione biologica passata, su Marte e più in generale nello spazio: “la scoperta avrebbe una valenza non solo scientifica ma anche filosofica di enorme portata. In tutto questo noi siamo all'avanguardia, ricordo la scoperta recente di un lago salato sotto la superficie di Marte fatta con degli strumenti che son stati costruiti dai nostri italiani e parlando di Padova non dobbiamo dimenticare il Centro di studi e attività spaziali Cisas (diretto da Benvenuti per diversi anni, ndr), intitolato a Giuseppe Colombo, che ha sempre svolto un ruolo importantissimo nello sviluppo di strumentazione di avanguardia. Il futuro dell'Asi? Lo vedo nello sviluppo di partnership con agenzie spaziali emergenti, come quella della Cina che ha un programma molto ambizioso. Dobbiamo perciò stabilire collaborazioni durature sin dal principio”.

Non dimentichiamo comunque la parte che mi sta più a cuore: la ricerca scientifica Piero Benvenuti

Benvenuti sostituirà l'ex presidente dell'Asi Roberto Battiston, il cui incarico è stato revocato dal ministro Bussetti lo scorso 6 novembre. La decisione era inattesa solo in parte dato che Battiston era già stato escluso dal neonato Comitato interministeriale per le politiche dello spazio e dell’aerospazio. “È il primo esempio di spoil system in un ente di ricerca", aveva reagito Battiston dal suo profilo twitter. Eletto dalla ministra Giannini (governo Renzi) nel 2014, Battiston era stato confermato dalla ministra Fedeli (governo Gentiloni) nel 2018, poco prima del cambio di guardia del governo. La revoca è stata motivata dal Miur con “una verifica formale relativa alle modalità in cui è avvenuta la nomina”, che non è mai stata sottoposta al parere preventivo e obbligatorio del Comitato interministeriale per le politiche relative all’aerospazio istituito con la legge 7 del 2018. In seguito il ministero ha precisato che la nomina di Battiston era stata effettuata dalla ministra Fedeli il 7 maggio scorso, quindi “da un governo che non aveva la fiducia degli italiani”. Oggi è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ad avere la delega alle politiche spaziali e aerospaziali.

Ad affiancare Benvenuti in qualità di sub commissario sarà l'avvocato Giovanni Cinque, esperto di diritto aerospaziale, consulente legale di un'agenzia pubblica del Ministero della Difesa ed ex consulente del Cira, il Centro italiano di ricerche aerospaziali di Capua che si occupa dello studio e dello sviluppo di velivoli aeronautici e spaziali. Il Centro è partecipato dall'Asi (47%) e da Leonardo ex Finmeccanica (12%). Lo scorso settembre il Cira è finito sotto la lente della Corte dei Conti per il suo precario equilibrio finanziario.

“Il Cira in questo momento è al centro di una polemica che devo verificare, perché dobbiamo essere molto attenti a leggere le notizie riportate dai media, a volte vengono enfatizzate in maniera non totalmente corretta. Quindi sarà mio impegno nei prossimi giorni studiare tutte le carte e la relazione della Corte dei Conti. Il Cira rappresenta un laboratorio di grande interesse e valore nella sperimentazione di tecnologie spaziali di avanguardia. È certo che nel passato ha vissuto dei periodi di decadenza, ma credo che recentemente questa situazione sia migliorata. Bisogna vedere se l'evoluzione ha comportato anche uno snellimento delle procedure e una più trasparente amministrazione. Impegni urgenti devono essere presi e di questo mi occuperò nelle prossime settimane”.

Sarà mio impegno nei prossimi giorni studiare tutte le carte e la relazione della Corte dei Conti Piero Benvenuti

Benvenuti oltre a essere un grande esperto di astrofisica è anche un appassionato di teologia. Secondo l'evoluzionista Stephen Jay Gould scienza e fede sono due magisteri che non devono sovrapporsi, che si occupano di cose distinte. “Non sono del tutto d'accordo con la posizione di Steve Gould perché una separazione netta dei due magisteri comporterebbe una dicotomia personale di fronte alle questioni scientifiche e alle questioni teologiche. Preferisco assumere una posizione nella quale le conoscenze che acquisiamo attraverso il metodo scientifico devono essere prese per quello che sono e cioè una risposta all'interpretazione razionale dei fenomeni che noi osserviamo. Una risposta razionale che non può mai essere in contrasto con la fede, naturalmente per coloro che credono di essere delle creature, quindi degli esseri creati e quindi di avere la possibilità di aver un rapporto con un ente creatore. Per coloro che credono, le conoscenze scientifiche devono servire di supporto al loro ragionamento teologico. Non è possibile rifiutare ciò che la scienza ci fornisce come spiegazione razionale degli eventi che noi misuriamo, perché altrimenti abdicheremmo alla conoscenza razionale. Ma dobbiamo essere coscienti, come diceva Tommaso D'Aquino, che non ci può essere mai un conflitto tra ciò che la scienza acquisisce razionalmente e le verità di fede. Se appaiono delle incongruenze o addirittura dei conflitti dobbiamo essere convinti che questi conflitti sono solo apparenti e devono e possono essere risolti sedendosi attorno al tavolo, togliendo tutti i preconcetti e ricominciando da capo, vedendo come si possono riformulare le posizioni scientifiche e soprattutto le posizioni teologiche. Non c'è dubbio che dall'inizio della rivoluzione copernicana e dunque dall'avvento della nuova scienza galileiana, la filosofia, prima ancora che la teologia, ha abbandonato la filosofia della natura, lasciandola in mano alla scienza, rinunciando a discorrere della natura. Recentemente con la fisica quantistica e con la cosmologia moderna ci siamo resi conto che c'è un ruolo importante che la filosofia può giocare nella conoscenza della natura. Un riavvicinamento della filosofia e quindi della teologia alla scienza è fondamentale. Si sono separate le due dai tempi di Galilei, è il momento che si ricongiungano”.

 

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