Alluvione nella regione della Renania-Palatinato. Pixabay
Gli eventi meteorologici estremi come precipitazioni intense, ma anche ondate di calore, sono e saranno sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico in corso.
La scorsa estate, l’Europa continentale occidentale è stata attraversata dal ciclone Bernd: precipitazioni eccezionali hanno colto impreparati Paesi ricchi come Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo dove alluvioni con pochi precedenti nella storia di quei Paesi hanno lasciato senza elettricità circa 200.000 persone per diversi giorni. Almeno 242 persone hanno perso la vita.
Dal 12 al 15 luglio ad esempio in diverse zone della Renania-Palatinato e del Nord Reno-Westfalia è piovuta molta più acqua di quanto se ne registra solitamente nell’intero mese di luglio. Su alcune città sono piovuti più di 140 litri d’acqua per metro quadrato in 48 ore, quando la media mensile è 80 litri per metro quadrato. La stazione meteo di Köln-Stammheim ha addirittura registrato il record di 153,5 mm di pioggia in 24 ore, surclassando il record precedente di 95 mm.
Ma ancora più impressionanti sono stati i nubifragi abbattutisi il 4 ottobre scorso in Liguria: alla stazione di Rossiglione, in provincia di Genova, sono stati registrati 740,6 mm di pioggia in 12 ore.
A dicembre il passaggio di un ciclone subtropicale in Brasile ha riversato sulla regione di Bahia più di 700 mm di pioggia in meno di tre giorni. Decine di migliaia di persone sono state sfollate a causa delle alluvioni provocate e almeno 20 hanno perso la vita.
In concomitanza con le alluvioni europee, lo scorso luglio in Cina nella provincia di Henan sono caduti 201,9 mm di pioggia in una sola ora, costringendo 1 milione di persone ad abbandonare le proprie abitazioni.
L’ultimo rapporto dell’IPCC pubblicato lo scorso agosto dice chiaramente non solo che in futuro assisteremo ad eventi meteorologici estremi sempre più ravvicinati nel tempo man mano che le temperature del pianeta aumenteranno, ma anche che questi eventi sono già adesso più intensi e più frequenti rispetto al passato. I dati raccolti dal 1950 dicono che ondate di calore, forti precipitazioni, cicloni tropicali, ma anche la siccità che colpisce i sistemi ecologici e agricoli, sono aumentati di frequenza e di intensità: una volta si verificavano ogni 50 anni, oggi ogni 10 anni e se il riscaldamento globale dovesse raggiungere i 2°C, arriveranno ogni 3 – 4 anni.
LEGGI ANCHE
Un'analisi dell'Agenzia ambientale europea mostra che negli ultimi 40 anni, dal 1980 al 2019, gli eventi meteorologici estremi e il cambiamento climatico sono costati 72,5 miliardi di euro all'Italia, 107,4 miliardi di euro alla Germania e 67,5 miliardi di euro alla Francia. Nello stesso periodo, il costo in vite umane è stato di 20.735 per l'Italia, 23.491 per la Francia e 11.110 per la Germania.
Sebbene sia difficile anche solo stimare in termini economici i danni che già sono stati provocati dal cambiamento climatico, un gruppo di ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research, in Germania, ha addirittura provato a calcolare gli effetti macroeconomici sul lungo termine di un aumento delle precipitazioni estreme.
In un lavoro pubblicato su Nature, Maximilian Kotz e colleghi considerano i dati, ad alto grado di risoluzione, delle precipitazioni giornaliere cadute negli ultimi 40 anni e li combinano ai dati del Prodotto Interno Lordo di oltre 1500 regioni di 77 Paesi. Le conclusioni a cui giungono dicono che l’aumento del numero dei giorni di pioggia e e di precipitazioni estreme impatta fortemente sul tasso di crescita macroeconomica a livello globale. Lo studio è particolarmente dettagliato, in quanto lavori precedenti consideravano soltanto i valori medi delle precipitazioni stagionali o annuali.
Gli autori dello studio sostengono che gli eventi meteorologici estremi sono destinati a impattare maggiormente sulle economie dei Paesi ricchi rispetto a quelli poveri, andando contro al pensiero comune secondo cui i Paesi dotati di meno risorse e infrastrutture sono meno attrezzati nei confronti delle emergenze e dunque più vulnerabili sul fronte economico.
Controtendenza è anche l’affermazione secondo cui il settore dei servizi e quello manifatturiero risentiranno maggiormente gli effetti di precipitazioni estreme rispetto al settore agricolo.
Esistono infatti numerosi dati che mostrano come eccessive precipitazioni possano impattare sulla produzione agricola quanto i periodi di siccità. Negli Stati Uniti il raccolto di mais può crollare del 34% a causa delle precipitazioni, mentre a livello mondiale gli eventi estremi possono spiegare per un intervallo che va dal 18% al 43% la variazione di produzione di mais, soia, riso e grano.
Secondo il commento su Nature di Xin-Zhong Liang, del dipartimento di scienze atmosferiche e oceaniche e del Centro interdisciplinare di scienze dei sistemi della Terra dell’università del Maryland, i risultati controtendenza di Kotz e colleghi suggeriscono che indicatori, misurazioni e metriche più precise sono probabilmente necessari per valutare l’interazione tra sistema agricolo e meteorologico, ma più in generale tra cambiamento climatico ed economia.