CULTURA

Raffaello in sette opere: Autoritratto

Guidati dallo storico dell'arte e divulgatore Costantino D'Orazio, autore dei libri Raffaello segreto (Sperling & Kupfer) e Raffaello, il giovane favoloso (Skira), teniamo alta l'attenzione sulle celebrazioni per il 500esimo anniversario della morte del maestro di Urbino, proponendo un viaggio alla scoperta della sua arte, in sette opere scelte.

Per effetto del Dpcm dell'8 marzo scorso, le Scuderie del Quirinale di Roma sono chiuse al pubblico fino a nuove disposizioni governative, ma hanno recentemente riaperto virtualmente le porte della grande mostra Raffaello 1520-1483 proponendo, sui social e su YouTube, due percorsi: Raffaello oltre la mostra, con approfondimenti e racconti proposti dai curatori, e Raffaello in mostra, con video-passeggiate all'interno delle sale e incursioni nel backstage. Una passeggiata in mostra ha già "accolto" migliaia di appassionati.

Tra le immagini simbolo della esposizione romana - articolata secondo un'idea originale che ripercorre a ritroso l'avventura artistica di Raffaello, partendo dalla morte avvenuta il 6 aprile 1520, a soli 37 anni - c'è l'Autoritratto, un olio su tavola di pioppo realizzato tra il 1506 e il 1508 e oggi conservato alle Gallerie degli Uffizi di Firenze (Galleria delle Statue e delle Pitture Gabinetto fotografico). Così come nell'Autoritratto con un amico, realizzato una decina d'anni più tardi e conservato oggi al Louvre di Parigi, qui lo sguardo è tutto, gli occhi del giovane artista cercano quelli dell'osservatore: iniziamo dunque il nostro viaggio incrociando lo sguardo di Raffaello, nel tentativo di stabilire una connessione, di avvicinarci il più possibile al maestro ed entrare, così, nel suo mondo.

Che artista era Raffaello? In tre parole, "irresistibile, talentuoso, ambizioso", spiega Costantino D'Orazio a Il Bo Live. Per capirci, Raffaello era quello che oggi definiremmo un vincente: brillante, educato, bello, amante delle donne, uomo e artista luminoso. Nato a Urbino il 6 aprile 1483, è figlio di Magia Ciarla e del pittore Giovanni Santi, nella cui bottega cresce e si forma, prima di iniziare la sua personale avventura artistica partendo per Firenze e poi arrivando a Roma, giovanissimo, dove riesce a farsi notare e amare, ottenendo la stima e la fiducia dei Papi, da Giulio II a Leone X, entrambi protagonisti di due splendidi ritratti (a Leone X Raffaello scriverà anche una lettera in difesa degli edifici antichi, di cui ci occuperemo più avanti). In Raffaello segreto, D'Orazio ne descrive perfettamente la natura, il carattere e i desideri, sottolineandone l'incredibile determinazione: senza suscitare invidie e fastidi (a parte quelli di Michelangelo, che non lo sopportava), Raffaello fa di tutto per emergere, buttandosi a capofitto in ogni progetto, non contemplando mai la possibilità di fallire e differenziandosi così nettamente dal padre, artista capace ma non particolarmente ambizioso.

"Raffaello seppe trasformare l'eredità di suo padre in un trampolino che lo lanciò nell'agone dell'arte, dove fu protagonista di una carriera fulminante - racconta D'Orazio - Dotato di una sensibilità fuori dal comune, riuscì a conquistare il consenso di duchi, mercanti, cardinali e pontefici, che non seppero resistergli. Fu ammirato dai suoi colleghi  e adorato dai giovani artisti: il suo lavoro determinò lo sviluppo dell'arte per oltre trecento anni. Nessuno poteva fare a meno di confrontarsi con la perfezione del segno o con l'autenticità del gesto creati da Raffaello".

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