SOCIETÀ

Rapporto OsMed: il dettaglio sull'uso dei farmaci in Italia

Il Servizio Sanitario Nazionale, il nostro servizio sanitario nazionale, ha 45 anni. La risorsa più preziosa che abbiamo avuto nel periodo più nero della pandemia è uno di quei servizi che troppo spesso diamo per scontati. È però un'eccellenza a livello mondiale, nonostante tutto verrebbe da dire. Nonostante tentativi regionali di metterlo in secondo piano, nonostante vicende giudiziarie, nonostante la troppo comune voglia di “metterci le mani” della politica e nonostante, soprattutto, gli scarsi finanziamenti. La spesa sanitaria pubblica del nostro Paese nel 2022 è stata il 6,8% del nostro Pil, cioè 0,3 punti percentuali in meno sia rispetto alla media Ocse che alla media europea. Questo significa che solamente in Europa ci sono ben 13 Paesi che investono di più in sanità pubblica rispetto all’Italia, in relazione naturalmente ai relativi prodotti interni lordi. Una parte di questi fondi, relativamente piccola vedremo, diventa spesa per l’acquisto dei farmaci.

Il rapporto dell’AIFA sull'uso dei farmaci in Italia ci offre una panoramica completa dell'assistenza farmaceutica nel nostro Paese. Il primo dato interessante è quello che ci dice che nel 2022 la spesa farmaceutica nazionale totale, pubblica e privata, è stata pari a 34,1 miliardi di euro, in aumento del 6% rispetto al 2021. In rapporto al Pil vediamo come la spesa farmaceutica nazionale rappresenti un’importante componente della spesa sanitaria nazionale, incide per l’1,8% del prodotto interno lordo. La spesa farmaceutica pubblica poi ha avuto nel 2022 un valore di 23,5 miliardi. Una cifra che significa circa il 5,5% in più rispetto all’anno precedente,  un incremento della spesa farmaceutica totale registrato che è dovuto principalmente all’andamento della spesa dei farmaci dispensati dalle ASL, Aziende ospedaliere, RSA e penitenziari.

Per capire meglio la tabella di cui sopra è necessario fare una piccola premessa. In Italia attualmente esistono farmaci con tre diverse classi di rimborsabilità: Classe A (Farmaci a carico dal Servizio Sanitario Nazionale), Classe H (Farmaci carico dal Servizio Sanitario Nazionale solo in ambito ospedaliero) e Classe C (Farmaci a carico del cittadino). È utile conoscere questa distinzione principalmente perché l’aumento della spesa territoriale pubblica è stato determinato prevalentemente dall’incremento della spesa dei farmaci di classe A erogati in distribuzione diretta e dei farmaci di classe A erogati in distribuzione per conto. Alcuni farmaci di classe A, cioè quelli solitamente a carico del SSN possono però anche essere acquistati privatamente dai cittadini.

La spesa a carico di questi ultimi infatti, comprende sia il pagamento del ticket, sia l’acquisto privato dei medicinali di classe A e la spesa dei farmaci di classe C. Il totale nel 2022 è stato pari a 9,9 miliardi di euro, con un aumento del 7,6% rispetto al 2021. Anche in questo caso, ad influire maggiormente su questo andamento sono stati l’aumento della spesa privata dei farmaci di classe A (+16,1%), l’incremento di spesa dei medicinali per automedicazione (+13,9%) e di quelli dispensati negli esercizi commerciali (+13,7%).

La spesa per i soli farmaci di classe C a carico del cittadino è stata invece di 6,5 miliardi di euro circa, con un incremento del 6,9% rispetto al 2021. Di questi, la maggior parte, cioè il 54%, è relativo a farmaci con ricetta e il 46% a farmaci di automedicazione compresi quelli volgarmente definiti “da banco”. Benzodiazepine, contraccettivi e farmaci utilizzati nella disfunzione erettile si confermano poi le categorie più cercate. Considerando invece solo i farmaci di automedicazione, i primi principi attivi per spesa sono ibuprofene e diclofenac. 

Più di 6 italiani su 10 nel 2022 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci, con una crescita della spesa pro capite e dei consumi con l’aumentare dell’età con la fascia d’età over 64 anni che ha assorbito oltre il 60% della spesa e delle dosi. In regime di assistenza convenzionata ogni cittadino, in media, ha ricevuto 18 confezioni e ogni mille abitanti sono state consumate 1140,6 dosi al giorno. 

Dati che offrono una panoramica completa che ci mette nero su bianco costi e benefici del nostro sistema sanitario. Un piccolo, minuscolo e non esaustivo, passo in più per rispondere alla fatidica domanda del perché è utile pagare le tasse.

 

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