CULTURA

Alla riscoperta della scrittrice Lillian Hellman

Lillian Florence Hellman risulta probabilmente una grande autrice statunitense sconosciuta ormai da un paio di generazioni, eppure famosa e molto discussa dagli anni Trenta agli anni Ottanta, non solo nel suo paese. Era nata il 20 giugno 1905, avrebbe compiuto in questi giorni 119 anni, è morta il 30 giugno 1984, circa quaranta anni fa, appena compiuti i 79 anni. Suggerisco di scoprirla, o riscoprirla per i meno giovani di noi. Potreste intanto vedere o rivedere uno splendido film, Julia dell’ottimo regista Fred Zinnemann, con le magnifiche Jane Fonda e Vanessa Redgrave, uscito nel 1977 e vincitore di tre premi Oscar, tratto da una raccolta del 1973 di racconti autobiografici di Hellman (“Pentimento”), in particolare dal terzo (appunto “Julia”). In Italia lo pubblicò Adelphi nel 1978 con varie ristampe, ma da decenni non si trova più (è bellissimo e giravo per librerie di seconda mano e baracchini mobili per poterlo regalare, ho prestato e recuperato più volte la mia copia stropicciata). Anche il sito della casa editrice dice “temporaneamente non disponibile” (da tempo immemorabile), né è “attualmente” ordinabile sulle piattaforme online (su Amazon solo in lingua originale), spero di essere smentito da qualcuno o qualcuna dei più accorti lettori.

Hellman fu soprattutto drammaturga e sceneggiatrice, nata a New Orleans e morta sulla famosa isola (presidenziale) Martha's Vineyard (Massachusetts). Certamente risulta fra gli autori teatrali più significativi degli Stati Uniti, affermatasi fin dagli anni Trenta e Quaranta con opere apprezzate da un vasto pubblico per la loro solida costruzione, per l'intensità emotiva e per l’afflato liberale che le contraddistingueva (ben presto lavorò pure per il cinema, realizzando “fedeli” adattamenti per il grande schermo). Era figlia di benestanti commercianti ebrei di origine tedesca (madre nipote di banchieri, padre grosso negoziante di scarpe); dal carattere solitario, con una certa tendenza a isolarsi sia in famiglia sia a scuola; da adolescente divenne così una divoratrice di libri, vivendo sei mesi in Louisiana (in una pensione gestita dalle zie) e sei mesi a Manhattan.

Con la maggiore età si trasferì del tutto a New York e, dopo aver frequentato per oltre due anni l’università metropolitana e più a lungo la rinomata scuola di giornalismo alla Columbia University, nel 1924 iniziò a lavorare come lettrice di manoscritti (testi utili a potenziali sceneggiature) per la casa editrice Boni&Liveright e a pubblicare i suoi primi racconti sul New York Herald Tribune. In quegli anni sposò lo scrittore e addetto stampa Arthur Kober, matrimonio senza costante convivenza e conclusosi in tempi relativamente brevi (dal dicembre 1925 a inizio 1932). Nel 1929 viaggiò per un po’ in giro per l'Europa e si stabilì a Bonn per continuare i propri studi. Il nazismo stava iniziando ad affermarsi con prepotenza, nelle frequentazioni fra coetanei emergevano spesso domande sui suoi legami ebraici e atteggiamenti di forte antisemitismo. Tornò presto in patria, più consapevole dell’essere “ebrea” in quella fase storica dell’Occidente.

L’anno dopo avvenne una svolta cruciale, più relazionale che professionale, della sua vita. Nel 1930 si trasferì con il marito a Hollywood, dove fu impiegata come lettrice di sceneggiature per la Metro Goldwyn Mayer (50 dollari a settimana). Lì quasi subito, in un ristorante, conobbe Hammett, lei 24 anni e lui 36, se ne innamorò  e avvenne molto: intrecciò una relazione che, spesso intermittente e comunque senza mai sposarsi, sarebbe in vario modo durata, tra alti e bassi, per sempre (fino alla morte di lui), per trentuno anni. Per il mitico (e infedele) scrittore lei fu lo spunto non solo dell'ironico e distaccato personaggio di Nora Charles coprotagonista di The Thin Man (il film del 1934 con Myrna Loy e William Powell), ma anche di altre “perfide” figure femminili. Hammett criticò il primo lavoro teatrale di Hellman, una commedia scritta con Kronenberg, peraltro mai rappresentata, e le propose poi un “duro apprendistato” basato su una ferrea disciplina (scuola di scrittura personalizzata), da cui in parte scaturirono i meritati successi della (comunque brillante) scrittrice.

Hellman incentrò il suo secondo lavoro teatrale, The Children's Hour, su una viziata e cattiva ragazza che rovina la vita a due insegnanti accusandole ingiustamente di lesbismo. La falsità viene scoperta ma provoca gravi danni: una viene rifiutata dal fidanzato e l'altra si suicida. Sottoposto dall'autrice al produttore Herman Shumlin, questi accettò di realizzarlo nel 1934 e, nonostante le polemiche suscitate dall'argomento scottante, l’esordio drammaturgico ottenne una favorevole folgorante accoglienza da parte del pubblico e della critica, presentato per la prima volta a Broadway il 24 novembre 1934 con successive 691 rappresentazioni! Come effetto immediato Hellman tornò a Hollywood come sceneggiatrice (2.500 dollari a settimana). Samuel Goldwyn comprò, inoltre, il soggetto per trarne un film, l'edulcorato These three (1936, La calunnia) diretto da William Wyler e riscritto da Hellman stessa: un insegnante è accusato di aver fatto sesso con il fidanzato di un collega (Questi tre, 1936). Lo stesso regista avrebbe realizzato venticinque anni dopo una versione più aderente all'originale, The Children's Hour (Quelle due, 1961), sempre su sceneggiatura della stessa ormai famosissima autrice.

Mentre era impegnata nell'adattamento, Hellman collaborò anche a The Dark Angel (1935) di Sidney Franklin, remake di un successo dell'epoca del muto, tratto da un patetico melodramma di Trevelyan, e prodotto ancora da Goldwyn. In seguito scrisse la sceneggiatura di Dead End (1937; Strada sbarrata) di Wyler, tratto da un'opera teatrale di Kingsley, un fosco dramma sulle miserie dei bassifondi urbani nell’epoca della Grande Depressione. Ancora Wyler diresse l'adattamento di The Little Foxes (1941; Piccole volpi) con Bette Davis, per il quale Hellman. ottenne una nomination all'Oscar. Si tratta della storia di una famiglia del Sud avida e corrotta, ambientata negli anni successivi alla guerra civile e costituisce forse il suo testo teatrale migliore (tutti spesso rappresentati a lungo a Broadway, questo poi plurirappresentato in tutto il mondo, pure in Italia), senza dubbio anche l'adattamento cinematografico più riuscito delle sue opere.

Nella seconda metà degli anni Trenta Hellman affiancò molto l’intenso e remunerativo lavoro professionale alla militanza culturale. Già dal maggio 1935 divenne protagonista in due associazioni molto note a quei tempi: la prima più “politica”, la League of American Writer’s, sensibile agli ideali internazionali del movimento comunista (fra gli altri con Arthur Miller, Myra Page, Frank Folsom e Dashiell Hammett); la seconda più “sindacale”, la Screen Writer’s Guild, che si ribellava al modo dittatoriale con cui i produttori poco rispettavano gli scrittori per il loro lavoro, noto come "credito sullo schermo", dando fra l’altro origine a tutta una meticolosa contrattualistica nei successivi decenni sui titoli di testa e di coda e su altri aspetti contrari allo “sfruttamento” (di cui si è trovata traccia in anni recentissimi nelle clamorose vertenze hollywoodiane).

Non a caso nel dicembre 1936, l’opera teatrale Days to Come chiuse la sua corsa a Broadway dopo appena sette rappresentazioni: mostrava una controversia di lavoro in una piccola città dell'Ohio (i personaggi cercano di bilanciare le pretese concorrenti di proprietari e lavoratori, entrambi rappresentati come validi). Hellman fu attaccata nei commenti sia da “destra” (i produttori) che da “sinistra” (intellettuali comunisti), come troppo o poco schierata. Anche negli anni successivi fino all’entrata in guerra degli USA, la scrittrice continuò a essere attiva protagonista di campagne internazionali, in particolare per il sostegno alle forze antifranchiste e antifasciste spagnole (nell'ottobre 1937 trascorse alcune settimane militanti in Spagna) e in difesa delle scelte antinaziste dell’URSS (partecipava sporadicamente a riunioni del Partito Comunista statunitense e probabilmente si iscrisse nel 1938 e 1939). A fine 1939 proseguì la promozione di appelli per un'alleanza internazionale unita contro Hitler, posizione che di fatto contraddiceva la posizione comunista sovietica dell'epoca (il patto di reciproca “non-aggressione”).

Nel 1939 Hellman ebbe grande successo con la citata terza opera teatrale, forse la più nota e osannata, The Little Foxes, che debuttò a Broadway il 13 febbraio 1939, andando in scena per 410 rappresentazioni, e poi girò gli Stati Uniti per una lunga tournée. La successiva commedia Watch on the Rhine debuttò a Broadway il 1 aprile 1941, andò in scena per 378 rappresentazioni, vinse premi, la indusse a una cerimonia di beneficienza a Washington a inizio 1942 in cui parlò con il presidente Roosevelt e fu poi sceneggiata da Hammett per la versione cinematografica del 1943. L’attività di scrittrice per un teatro “impegnato” e per sceneggiature cinematografiche (con varie nomination agli Oscar) continuava a essere sempre parallela alla militanza nelle cause dei diritti nazionali e internazionali, per esempio raccolse fondi con Hemingway per gli attivisti antifascisti imprigionati in Francia.

A inizio anni Quaranta, Hellman scrisse poi il soggetto e la sua unica sceneggiatura originale per un film di guerra a favore dell'Unione Sovietica The North Star (1943; Fuoco a Oriente) diretto da Lewis Milestone. Nonostante la nomination all'Oscar ottenuta, la scrittrice criticò il film realizzato, che ritenne troppo semplicistico e basato su una sceneggiatura pesantemente rimaneggiata. Nel 1946 curò personalmente l'adattamento della sua opera teatrale The Searching Wind per l'omonimo film, diretto da William Dieterle, in cui veniva attaccato l'atteggiamento conciliante degli Stati Uniti nei confronti di Hitler nel periodo prebellico. Tra le altre sue opere adattate per il grande schermo (senza però che partecipasse alla stesura delle sceneggiature), si possono citare l'antinazista Watch on the Rhine (1943; Quando il giorno verrà) di Herman Shumlin; Another Part of the Forest (1948; Un'altra parte della foresta) di Michael Gordon, Toy in the Attic (1963; La porta dei sogni), di George Roy Hill, incentrato su due anziane zitelle di New Orleans, prequel di The Little Foxes.

Tutti gli anni Quaranta furono un decennio turbolento in cui partecipò a innumerevoli polemiche pubbliche, molto criticò altrui scelte professionali e culturali e molto fu criticata, cercò spesso di viaggiare in Europa (e una volta visitò brevemente l’URSS a fine 1944), avviò intense relazioni amicali e altre dinamiche affettive. Per le sue attività “politiche” fu presto presa di mira dal terribile maccartismo, tramite l'HUAC (House Un-American Activities Committee), che poi nel 1952 l'accusò di avere (o avere avuto) stretti legami con il partito comunista. Pur dichiarandosi estranea al comunismo, lei si rifiutò di cooperare con la commissione: venne così inserita nella black list e le sue opportunità lavorative si ridussero drasticamente. Nel 1966 tornò a scrivere per il cinema, realizzando per il produttore Sam Spiegel il dramma civile The Chase (1966; La caccia) di Arthur Penn, adattamento del romanzo Foote, interpretato da Marlon Brando, Jane Fonda e Robert Redford. Ormai era morto Hammett e parte della sua attività veniva dedicata a gestirne la memoria.

Hellman era una “peperina” militante, spirito ribelle e polemico, caparbia e testarda (anche nel legame con Hammett), impegnata sul piano sociale e politico, una personalità e brillante controversa su cui bisognerà ritornare presto. L’avvincente trilogia letteraria di memorie Unfinished Woman (1969; trad. it. 1983, Una donna incompiuta, Editori Riuniti), Pentimento (1973, traduzione di Adriana Motti; nella edizione italiana del 1978 in fondo anche Il tempo dei furfanti, trad. di Silvia Giacomoni) e Scoundrel Time (1976; trad. it. 1982, Una donna segreta, Editori Riuniti, anche questi altri due praticamente introvabili, le mie copie di entrambi prestate e non restituite) ebbe un complessivo notevole successo editoriale, non solo negli Stati Uniti, offrendo una cronaca puntuta di vicende biografiche, incluse le esperienze hollywoodiane e le persecuzioni dell'HUAC, ovviamente con accenti molto personali e riscontri poco accurati, non sempre storicamente ineccepibili. Sono passate alla cronaca accuse e polemiche (contro Hellman, fra le altre Mary McCarthy e Martha Gellhorn), uno dei bisticci più clamorosi nel mondo intellettuale progressista statunitense. Il racconto Julia rievoca proprio la storia di un viaggio pacifista in Europa della scrittrice (Fonda) con l'amica d'infanzia (Redgrave), assassinata dopo essersi unita alla resistenza antinazista in Germania.

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012