SOCIETÀ

La salute dei presidenti USA: da Cleveland a Trump

Ma Donald Trump ha fatto il tampone? E se lo ha fatto, davvero è risultato negativo? La domanda è lecita perché i presidenti americani, ben prima di Trump, hanno sempre avuto un rapporto difficile con la verità sul loro stato di salute: il corpo del monarca repubblicano doveva essere sano perché simboleggiava il vigore della nazione. (Per chi volesse approfondire il rapporto tra corpo fisico del re e corpo politico la lettura d’obbligo rimane il classico Il doppio corpo del re di Ernst Kantorowicz). Ironia vuole che Trump sia sempre stato ossessionato dai germi e terorizzato al punto di lavarsi e disinfettarsi le mani dopo ogni incontro con amici e sostenitori.

Ci sono almeno due casi clamorosi di presidenti americani che hanno nascosto le loro condizioni di salute all’opinione pubblica, quello di Grover Cleveland e quello di Woodrow Wilson. La storia di Wilson, colpito da ictus nel 1919 (e rimasto in carica fino al 1921) è abbastanza nota, mentre quella di Cleveland è interessante perché rimase un segreto per ben 24 anni, dal 1893 al 1917.

Cleveland, eletto nel 1892, pochi mesi dopo essere entrato alla Casa Bianca chiese il parere del medico della Casa Bianca, il dottor O'Reilly, per un dolore in bocca e un'ulcera sul lato sinistro del palato. Campioni del tessuto canceroso furono inviati in forma anonima al Museo Medico dell'Esercito. La diagnosi non era di tumore maligno, ma comunque Cleveland decise di sottoporsi all’intervento chirurgico e di farlo nel massimo segreto, per evitare il panico che avrebbe potuto aggravare la crisi finanziaria. 

L'intervento avvenne il 1° luglio 1893, per dare a Cleveland il tempo di recuperare completamente in tempo per la sessione autunnale del Congresso. Con il pretesto di una crociera, Cleveland e il suo chirurgo, il dr. Joseph Bryant, partirono per New York e i chirurghi operarono a bordo dell'Oneida, uno yacht di proprietà di E. C. Benedict, un amico del presidente, al largo di Long Island.

La prima preoccupazione dei medici fu quella di operare attraverso la bocca del presidente, per evitare cicatrici o altri segni che avrebbero rivelato l’accaduto. I chirurghi, dopo aver anestetizzato Cleveland con protossido di azoto ed etere, rimosse con successo parte della mascella superiore sinistra e del palato duro. Le dimensioni del tumore e l’ampiezza dell'intervento lasciarono la bocca di Cleveland sfigurata, per cui fu necessario installare una protesi dentaria in gomma dura che gli permetteva di parlare normalmente e di recuperare il suo aspettonormale. 

A beneficio della stampa fu diffusa una storia di comodo sulla rimozione di due denti difettosi per tacitare la stampa più sospettosa. Anche quando apparve un articolo di giornale che forniva i dettagli dell'operazione vera e propria, i chirurghi minimizzarono la gravità di ciò che era stato necessario fare e soltanto nel 1917, uno dei chirurghi presenti sull'Oneida, il Dr. William W. Keen, scrisse un articolo che descriveva in dettaglio l'operazione. Cleveland visse ancora molti anni dopo dopo che il tumore fu rimosso.

Oggi, naturalmente, sarebbe impossibile far “sparire” Trump dagli schermi televisivi per due settimane ma se sviluppasse la malattia in forma lieve potrebbe affidare il suo account Twitter a fedeli collaboratori (come del resto in parte fa già) e sostenere di essere all’ospedale militare Walter Reedper per controlli, per un semplice raffreddore. L’ultimo capo di stato a soffrire di un “raffreddore” fu Yuri Andropov, in Unione Sovietica: morì dopo alcune settimane, il 9 febbraio 1984.

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