SCIENZA E RICERCA

Le emozioni che sentiamo nello stomaco

Felicità, disgusto, paura e tristezza. No, non stiamo semplicemente elencando alcune delle emozioni protagoniste della fortunata serie di film Pixar Inside Out. Il diverso modo in cui esperiamo e reagiamo a questi stati d’animo è al centro anche di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’università La Sapienza di Roma, dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) e della fondazione Santa Lucia, da poco pubblicato sulla rivista scientifica eLife. Gli autori della ricerca hanno indagato, in particolare, la relazione tra queste quattro emozioni di base e la fisiologia dello stomaco. I risultati suggeriscono che tali stati d’animo modifichino l’attività gastrointestinale in modo diverso.

Che esista un collegamento di qualche genere tra alcuni vissuti emotivi e il comportamento dello stomaco lo suggerisce anche l’esperienza empirica. A tutti sarà capitato, almeno qualche volta, di provare un sentimento talmente forte – nel bene o nel male – da sentirlo rimbombare a un livello più viscerale, come un solletico o un’esplosione, a seconda dei casi. Si tratta di una sensazione piuttosto diffusa, come hanno dimostrato i risultati di alcuni sondaggi in cui è stato chiesto ai partecipanti di associare determinate esperienze emotive a specifiche sensazioni fisiche. Tali ricerche hanno mostrato come le persone tendano a sentire a livello gastrointestinale in particolare gli stati d’animo del disgusto e della felicità (come nel caso, ad esempio, delle famose “farfalle nello stomaco”).

Altri studi hanno invece approfondito i collegamenti spinali e vagali tra il sistema nervoso centrale e l’apparato digerente (in particolare l’intestino, spesso considerato come “un secondo cervello”). Ricerche di questo tipo hanno permesso di scoprire, inoltre, l’esistenza di una relazione – chiamata “rete gastrica” – tra l’attività elettrica generata dalle cellule dello stomaco e le reti neurali a riposo. È stato ipotizzato che la rete in questione condizioni le funzioni cognitive ed emotive e che tenda ad attivarsi in condizioni di stress.

Sulla base di tali evidenze, diversi studi hanno cercato di indagare come le emozioni influenzino il comportamento di diversi organi, tra cui il cuore, i polmoni e lo stomaco. È difficile però indagare direttamente il modo in cui l’attività gastrica sia correlati alle diverse emozioni, perché le parti dell’organismo coinvolte sono difficili da raggiungere e da monitorare, specialmente con tecniche poco invasive.


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Gli autori della ricerca su eLife hanno cercato di superare questo ostacolo metodologico tramite l’utilizzo di alcune pillole ingeribili – chiamate SmartPills – dotate di speciali sensori in grado di monitorare il PH, la temperatura e la pressione all’interno dello stomaco. Si tratta di capsule della dimensione di pochi millimetri finora utilizzate in ambito clinico per la diagnosi di alcune malattie del sistema gastrointestinale, per la somministrazione di farmaci e per il monitoraggio della frequenza cardiaca e respiratoria dall’interno del corpo umano.

L’impiego di questo dispositivo garantisce una “marcia in più” rispetto al semplice utilizzo di questionari perché consente innanzitutto di misurare un parametro fisiologico effettivo e non un’impressione personale; la SmartPill permetteva inoltre di misurare l’attività gastrointestinale in tempo reale, ovvero mentre i partecipanti provavano determinati stati d’animo suscitati dalla visione di cinque brevi video, i quali servivano a indurre, rispettivamente, alcune delle quattro emozioni di base – paura, disgusto, tristezza e felicità – più uno stato emotivo neutro.

Durante la visione dei videoclip, i 13 partecipanti allo studio sono stati sottoposti anche a misurazioni in tempo reale del battito cardiaco, dell’attività elettrica dello stomaco misurata dall’esterno e della frequenza del battito di ciglia. Infine, è stato richiesto loro di compilare alcuni questionari volti a valutare la loro consapevolezza dei cambiamenti viscerali provocati dalle diverse esperienze emotive.

Come anticipato, l’analisi dei dati ha confermato l’ipotesi di partenza degli autori, quella secondo la quale diverse emozioni provochino specifici cambiamenti a livello gastrico. I risultati suggeriscono, in particolare, che differenti stati d’animo alterino in modo specifico il PH dello stomaco, che tra i partecipanti tendeva ad abbassarsi (aumentando quindi il livello di acidità) durante la sperimentazione di emozioni negative, come disgusto e paura. Al contrario, il PH risultava più alto quando i partecipanti si sentivano felici. La temperatura e la pressione all’interno dello stomaco, invece, non subivano variazioni a seconda delle diverse tonalità emotive.

L’associazione più evidente era quella tra disgusto e acidità dello stomaco. Tale emozione causava inoltre il mutamento più significativo anche a livello respiratorio. A livello cardiaco non sono state invece riscontrate variazioni a seconda del tipo di emozione, benché l’attività del cuore fosse più intensa durante la visione dei filmati emozionanti, rispetto a quelli neutri. I videoclip che suscitavano felicità, paura e disgusto causavano inoltre una ridotta frequenza del battito di ciglia rispetto a quelli neutri o tristi, suggerendo un maggiore livello di attenzione durante la visione dei primi.

I risultati in questione suggeriscono quindi che l’esperienza emotiva si ripercuota anche a livello fisiologico, influenzando l’attività dello stomaco. Come riflettono gli autori, una conoscenza più approfondita del complesso sistema di relazioni tra i meccanismi gastrointestinali e le emozioni potrebbe migliorare sia la comprensione di determinate patologie dello stomaco, sia l’indagine di alcune condizioni neuropsichiatriche (come i disturbi dello spettro autistico) o di malattie mentali – come la depressione – associate a un’alterazione della sfera emotiva. Gli autori si augurano inoltre che i loro risultati si rivelino utili per la progettazione di studi futuri che integrino anche il monitoraggio degli stati neurologici con la registrazione dei percorsi bidirezionali tra stomaco e cervello durante la sperimentazione di stati d’animo differenti.

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