SCIENZA E RICERCA

Le farfalle monarca e il loro habitat sotto minaccia

Tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre, intorno al Dia de los muertos, milioni di coloratissime farfalle monarca (Danaus plexippus) invadono il Messico. Arrivano qui dal nord degli Stati Uniti, per trascorrere l’inverno nelle foreste di abete sacro (Abies religiosa) della Riserva della biosfera delle farfalle monarca, dando vita a uno spettacolo unico al mondo. Eppure queste foreste protette - già minacciate dalla deforestazione illegale - potrebbero scomparire entro fine secolo a causa del cambiamento climatico, lasciando le farfalle monarca senza un luogo idoneo per svernare. Per questo un team dell’Università Michoacana de San Nicolás de Hidalgo e del Laboratorio Nacional de Biologia del Cambio Climatico, ha messo a punto una soluzione ingegnosa, che sembra promettente: far migrare anche gli abeti sacri su montagne vicine più alte, come raccontano su Frontiers in Forests and Global Change.

La Riserva della biosfera delle farfalle monarca, patrimonio Unesco dal 2008, si estende per oltre ​​56.000 ettari e - da sola - ospita il 44% di tutte le farfalle monarca che arrivano in Messico. Il viaggio di queste incredibili migratrici comincia alla fine dell’estate, lungo il confine tra Stati Uniti e Canada, quando nasce la cosiddetta ‘generazione matusalemme’: l’unica a vivere ben 9 mesi e a migrare verso sud, per oltre 4.000 km. È proprio questa generazione, che tra ottobre e novembre arriva nelle foreste messicane di abete sacro. Come grappoli, le monarca ricoprono gli abeti e cadono in una sorta di letargo, risvegliandosi a febbraio, pronte per accoppiarsi e dar vita alla prima delle tre generazioni che migreranno di nuovo verso nord, in una vera e propria staffetta completata da figli, nipoti e pronipoti.

Tuttavia, un sito unico al mondo come questo, non ha vita facile: la Riserva è da anni assediata da discariche abusive e deforestazione illegale. A dirigere per anni El Rosario - uno degli unici quattro punti della Riserva accessibili ai turisti - è stato Homero Gómez González. La sua lotta contro la deforestazione illegale per proteggere il sito di svernamento delle farfalle monarca è diventata virale attraverso i social, rendendolo il più importante attivista del Messico, conosciuto in tutto il mondo. González ha coinvolto gli agricoltori nell’opera di rimboschimento e conservazione delle foreste, continuando per anni a denunciare episodi di deforestazione illegale. Eppure, proprio per questo, ha pagato con la vita: è stato assassinato nel gennaio 2020, diventando così uno degli oltre 2.100 difensori dell’ambiente uccisi nel mondo tra il 2012 e il 2023, secondo il rapporto Missing voices. Ancora troppo spesso, in Messico, chi lavora per tutelare la natura vive sotto costanti minacce e a volte paga con la vita: secondo il rapporto, infatti, anche nel 2023 - con 18 attivisti assassinati - il Messico si è confermato il terzo paese più pericoloso al mondo per chi tutela la natura, dopo Colombia e Brasile. Un deplorevole podio che vede protagonisti paesi dalla straordinaria ricchezza in termini di biodiversità.

Ora però, oltre che dalla deforestazione illegale e dell’inquinamento, la Riserva della biosfera è minacciata anche dal cambiamento climatico. E l’equilibrio delicatissimo del lungo viaggio delle monarca, forgiatosi nel corso di migliaia di anni, rischia di spezzarsi.

Oggi gli abeti sacri crescono fino a 3.500 metri di quota, ma secondo le stime di Cuauhtémoc Sáenz-Romero - docente all’Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo e autore principale dello studio - gli abeti stanno scalando le montagne della Riserva della biosfera delle farfalle monarca ed entro il 2090 il loro habitat ideale si troverà oltre la cima delle montagne più alte della riserva: in sostanza, niente più abeti sacri.

Così Sáenz-Romero e il suo team hanno elaborato un piano apparentemente semplice: piantare nuove foreste di abeti sacri nei paraggi della riserva, su montagne più alte, ad altitudini comprese tra 3.400 e 4.000 metri, in modo che i nuovi abeti abbiano ancora pendii da scalare nel prossimo futuro. “Stiamo mettendo in atto quella che chiamano una ‘migrazione assistita’” spiega Sáenz-Romero. “Coltiviamo semi di popolazioni di abeti sacri esistenti affinchè diventino piantine, e le piantiamo in altri siti, dove entro il 2060 il clima dovrebbe diventare simile a quello degli attuali siti di svernamento utilizzati dalle farfalle monarca”.

In particolare il luogo selezionato per dar luogo alla migrazione assistita di abeti sacri è il vulcano oggi spento del Nevado de Toluca, quarta vetta più alta del paese, che presenta diversi vantaggi strategici. Innanzitutto il Nevado de Toluca oggi è un parco nazionale che si estende per oltre 51.000 ettari, ed è quindi la montagna protetta più vicina alla riserva della Biosfera, sito di svernamento delle monarca. Inoltre, ha un’altezza ideale per provare a capire se la migrazione assistita di abeti possa funzionare: è alto infatti 4.680 metri, ben 1.130 metri in più del limite altitudinale al quale oggi crescono gli abeti sacri, ovvero circa 3.550 metri.

L’ambizioso progetto è cominciato nel 2017, quando il team ha raccolto i primi semi di abeti sacri della Riserva della biosfera, scegliendoli tra otto popolazioni di alberi che vivono tra i 3.100 e i 3.500 metri di altitudine, per piantarli in una serra ombreggiata a 1.900 metri di altitudine e coltivarli qui per due anni, prima di trasferire le piantine in un vivaio a 3.000 metri di quota per un altro anno. Tre anni dopo l’inizio del progetto, a luglio 2021, il team messicano è finalmente riuscito a dare inizio alla migrazione assistita: ben 960 piantine sono state trasferite in 4 siti a diverse altitudini (3.400, 3.600, 3.800 e 4.000 metri) sul versante nord-orientale del Nevado de Toluca, e piantumate vicino a piante che le proteggessero dall’eccessiva insolazione o dal freddo estremo d’inverno. In particolare, fino a 3.800 metri i piccoli abeti sacri sono stati affiancati ad arbusti di Senecio cinerarioides, mentre fino ai 4.000 sono stati piantumati vicino ai lupini Lupinus montanus o ad alberi maturi di pino mugo messicano (Pinus hartwegii). Una volta concluse le operazioni, da settembre 2021 a dicembre 2023, il team ha misurato il tasso di crescita e di sopravvivenza delle piantine di abete sacro trapiantato. E sembra che il piano stia funzionando.

Sebbene tra i 3.600 e i 3.800 metri d’altezza, le piantine hanno mostrato un tasso di sopravvivenza inferiore del 24% e un tasso di crescita verticale rallentato del 54% rispetto alle piantine che hanno trovato casa a 3.400 metri di altezza, gli autori hanno giudicato questo risultato ‘molto accettabile’. Un trend atteso, insomma, che dovrebbe migliorare nei prossimi anni con il previsto aumento delle temperature.

Lo scopo, infatti, è che queste nuove foreste di abeti sacri forniscano nuovi siti di svernamento per garantire un futuro alle farfalla monarca. “In effetti, negli ultimi anni, questa specie ha già formato nuove e grandi colonie all’interno del parco Nevado de Toluca, il che suggerisce che le monarca stanno già cercando nuovi posti in cui svernare, poiché i loro siti storici all’interno della Riserva della Biosfera già oggi sono troppo caldi” spiega Sáenz-Romero. “La speranza è che una volta che gli abeti sacri saranno completamente cresciuti, offrano un sito con un clima idoneo per i prossimi decenni. Questo però non deve far perdere di vista tutti gli sforzi che devono continuare ad essere messi in campo per tutelare l’habitat attuale delle monarca nella Riserva della biosfera. Sono due approcci complementari, che hanno pari priorità”.

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