SOCIETÀ
Il Burkina Faso di Sankara (e Diallo), l’Africa non coloniale che ci serve

By EKokou - Own work, CC BY-SA 4.0, Wikimedia
Stiamo trascorrendo un’estate molto calda da questa parti, temperature oltre le medie precedenti, ondate di calore, divieto di lavori all’aperto nelle ore di picco solare, afa, rilevanti variegati effetti psichici metabolici sociali, ognuno dove vive o dove la sta trascorrendo in Italia (e nell’Europa mediterranea). Chi risiede in aree tropicali sperimenta qualcosa di simile molti mesi di ogni anno, una breve stagione delle piogge si alterna a una lunga stagione secca, con vento rovente. Gli esseri umani sopravvissuti nelle ultime centinaia e decine di migliaia, migliaia e centinaia di anni in aree tropicali (a lungo o ciclicamente, negli stessi luoghi o ciclicamente altrove), vi si sono adattati in vario modo. Come noto, questi ecosistemi si trovano oggi soprattutto in Africa, nell’Africa sub-sahariana non desertica, non distanti dall’Equatore. La fascia è molto larga dall’oceano Atlantico all’oceano Indiano e ricomprende centinaia di milioni di uomini e donne, fino a qualche secolo fa organizzati in colonie depredate o schiavizzate da potenti stati europei, da meno di un secolo ricollocati entro confini spesso del tutto artificiali e in parte distinguibili per nazioni di recente indipendenza. Fra di essi un peculiare territorio, senza sbocchi al mare, grande un poco meno dell’Italia, è lo stato che fu denominato Burkina Faso alla fine del giogo coloniale, il francese la lingua dei colonizzatori.
Chi è Thomas Isidore Noël Sankara
Thomas Isidore Noël Sankara nacque a Yako il 21 dicembre 1949 nel siccitoso carestóso (carestióso) Alto Volta (possedimento francese, protettorato mantenuto fino al 1960), in una famiglia di ferventi cristiani (Noël), madre mossi, padre peul (eroe e prigioniero di guerra, quella nostra Seconda), terzo di dieci figli. Decise di non farsi prete in seminario, mantenne i valori del solidarismo religioso e della fratellanza cristiana; provò senza successo a iscriversi a Medicina, intraprese la carriera militare (una delle poche “carriere” lavorative di istruzione) e fu formato in Madagascar come ufficiale dell’esercito (imparando anche molto sull’ideologia marxista); amava scrivere (anche articoli) e suonare (soprattutto la chitarra per musiche afro-jazz). Tornò nel suo paese nel 1972, molto attento alle dinamiche istituzionali, culturali e sociali di quel convulso periodo africano (tanti conflitti armati dentro e fuori quasi ogni confine), un umile patriota “rivoluzionario pacifista”, appassionato di eguaglianze e di libertà, divoratore di libri e di confronto intellettuale.
Nel 1976 Sankara divenne comandante di un centro di addestramento dell’esercito (un’istituzione che viveva nel lusso esagerato), non condividendo però il successivo colpo di stato del colonnello Saye Zerbo. Tentarono di riassorbire il suo dissenso nominandolo Segretario di Stato fra il settembre 1981 e l’aprile 1982. Lui era un capitano molto apprezzato e seguito, l’autore dell’ennesimo colpo di stato (novembre 1982) gli propose di fare il Primo Ministro. Rifiutò, fu arrestato, una rivolta popolare lo liberò conducendolo ben presto all’elezione a Presidente nell’agosto 1983, quando aveva trentacinque anni. L’anno dopo il nome del poverissimo stato fu cambiato in Burkina Faso, che significa più o meno “terra degli uomini integri” nei due idiomi lì più diffusi, moré e dioula. Alcuni dati del primo anno del suo mandato: 351 scuole costruite, 314 centri ospedalieri, 88 farmacie, 274 bacini idrici e più di 2000 pozzi (l’acqua è materia preziosa, soprattutto nelle aree secche).
L'uccisione di Thomas Sankara
Sankara è stato ucciso il 15 ottobre 1987, insieme ad almeno dodici dei suoi ufficiali, esistono più versioni sull’accaduto: ad aprile 2022 si è finalmente chiuso uno storico processo che gli ha reso parziale giustizia, con la condanna del suo “amico” (poi primo ministro per quasi trenta anni, scappò nel 2016 grazie all’intervento delle forze speciali francesi) Blaise Compaoré, condannato in contumacia all’ergastolo con le accuse di attacco alla sicurezza dello stato, occultamento di cadavere, complicità in omicidio. Certo fu artefice e complice quel suo vice, certo (forse solo dall’esterno) furono mandanti, artefici e complici i governi di Francia (Mitterand) e Stati Uniti (Reagan), che avevano già lanciato minacce e ordito trame. Certo fu un colpo di stato contro il volere popolare burkinabé e africano (almeno maggioritario).
Non si possono riassumere gli indirizzi del suo pensiero politico e le pratiche del suo mandato presidenziale, pur se da dieci anni la memoria di Thomas Sankara è tornata a essere cruciale nel suo paese: a fine maggio 2025 il governo di transizione ha inaugurato a Ouagadougou il Mausoleo di Thomas Sankara e dei suoi dodici compagni nel luogo in cui venne tradito e assassinato 37 anni fa. Chi ha tempo e voglia cerchi informazioni ed elementi dove più gli aggrada, cartaceo oppure online, si tratta di una delle personalità più importanti se si vuole un poco comprendere la storia del continente africano nel Novecento, quanto abbiamo (perlopiù malamente) influito noi europei, cosa sta davvero accadendo all’inizio del nostro nuovo millennio.
Quasi ovunque sentirete parlare di Sankara, come icona mito leggenda simbolo archetipo; mai associato alla corruzione, casomai a un certo autoritarismo (comunque un militare in larga parte “estraneo” alle democrazie liberal-costituzionali); “decolonizzatore delle menti”, con riferimenti esaltanti ad alcune sue scelte istituzionali (ecologiste e austere) o verso alcune suoi discorsi e frasi pronunciati in sedi Onu o internazionali; manteniamo spirito critico ma troviamo le forme per ripercorrerne la vicenda storica. Il “terzomondismo” (contro i “debiti” finanziari dei paesi affamati) nacque nei suoi anni, una connessione fra tutti paesi interessati a lotte contro oppressioni razziali e coloniali. L’appassionata appassionante comprensibile retorica di Sankara invitava concittadini e africani a rompere le catene dell’oppressione occidentale (le donne africane a “emanciparsi” e pesare con ruoli di governo), a cercare pacificamente la “felicità”, restituendo orgoglio e senso di appartenenza a milioni di poveri contadini di incarnato variamente scuro o meticcio, ma anche a superare culture e tradizioni patriarcali e retrograde (fu il primo a combattere l’Aids sanitariamente scientificamente; a promuovere campagne di vaccinazione di massa; a lottare contro matrimoni forzati, mutilazioni genitali, poligamia).
Ho conosciuto il ministro degli esteri del suo governo, era altrove al momento del colpo di stato, tentarono di riassorbire il suo dissenso nominandolo ambasciatore del Burkina, ebbe poi una straordinaria carriera diplomatica. Hama Arba Nassourou Diallo nacque il 23 marzo 1939 nel Sahel a Dori (Doré, mi diceva lui), aveva dieci anni più di Sankara. Studi scolastici di successo, università e laurea in Scienze politiche, college statunitensi (1963-67), Istituto di Studi Internazionali Avanzati a Ginevra (1969-1970), consolidò poi la carriera professionale nel Ministero degli affari esteri del proprio paese, l’Alto Volta (non ancora il Burkina), delegato all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (1966-1976), direttore della cooperazione internazionale e ambasciatore in Nigeria, finché Sankara lo nominò ministro (1983-84) e consigliere tecnico del Presidente (1985-87). Aveva funzioni dirigenti in innumerevoli organismi dell’Onu e africani, spesso in missione internazionale ; dopo il colpo di stato fu indicato come ambasciatore del Burkina Faso in Cina, con accreditamento contemporaneo in Giappone, India, Pakistan, Bangladesh, Thailandia, Vietnam e Malesia.
Diallo è stato uno degli artefici di successo del negoziato ambientale mondiale, promotore in particolare dell’ultima delle tre convenzioni globali dell’Onu : cambiamenti climatici, biodiversità, lotta alla siccità e alla desertificazione. Le prime due furono firmate a Rio de Janiero nel 1992 ed entrarono in vigore nel 1994 ; la terza fu concordata e «raccomandata» sempre in Brasile, venne concordata e firmata già nel 1994, è entrata in vigore nel 1996 (dopo le ratifiche). La prima conferenza delle parti (Cop) si svolse a Roma in Italia proprio nell’estate 1996, era Diallo a presiederla, il «capo», segretario nominato dall’Onu nel gennaio 1993 per la Unccd in fasce : The United Nations Convention to Combat Desertification in Those Countries Experiencing Serious Drought and/or Desertification, Particularly in Africa. Eravamo divenuti amici, pur di generazioni e idiomi differenti (fragili i miei).
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Diallo, Nassourou Arba per gli abitanti della sua terra natale e della tribù Fulani, è stato sempre e ovunque comunemente e semplicemente conosciuto come Arba da amici più o meno occasionali, dai compagni politici e dai colleghi. Lo zio paterno (come è consuetudine in molte zone del continente africano) lo aveva preso sotto tutela, affidandolo alle capre, e avrebbe voluto potesse diventare un bravo pastore. Tuttavia, un maestro vivace durante l'epoca coloniale (Boubou Hama, poi primo Presidente dell'Assemblea Nazionale del Niger ; all'epoca l'Alto Volta era stato dislocato e la parte saheliana dell'attuale Burkina Faso era stata annessa al Niger), lo iscrisse a scuola quando aveva già nove anni. Suo padre era un agente dell'amministrazione coloniale francese ed ebbe ruoli politici importanti, sua madre una casalinga (una donna che non aveva ricevuto un'istruzione nel sistema scolastico coloniale formale e che si assumeva i suoi ruoli e responsabilità di donna e di madre secondo la sua cultura Fulani), originari del villaggio di Selbo nel comune di Dori, presto stabilitisi a Ouagadougou, capitale dell'Alto Volta. Arba, con fratelli e sorelle, iniziò la primaria a Dori e completò la secondaria prima a Bobo Dioulasso (seconda cittadina più grande del paese), poi a Ouagadougou. Dopo aver conseguito il diploma di maturità nel 1962, si imbarcò per gli Stati Uniti d'America, dove conseguì la laurea triennale in Filosofia e Relazioni Internazionali.

Arba era un panafricano, impegnato nella sua famiglia, nella sua comunità, nel suo paese e nelle necessarie relazioni tra i popoli, in una visione di un mondo tendenzialmente socialista. Come Sankara, militava nell'African Independence Party (PAI), che a lungo era rimasto clandestino nell'Alto Volta. Una divergenza di opinioni tra i leader militari della Rivoluzione burkinabé e il suo partito spinse lui e altri a lasciare il governo; Sankara lo riassunse come consigliere personale con un ufficio presso la Presidenza; vi rimase fino all'assassinio del 15 ottobre 1987. Arba era sposato con una donna Fulani di Dori, una musulmana praticante profondamente legata alla tradizione. Fu padre di sette figli: cinque femmine e due maschi. Gli incarichi ufficiali come funzionario pubblico nel governo voltaico e burkinabé e, successivamente, come funzionario delle Nazioni Unite, lo portarono a risiedere negli Stati Uniti d'America, in Nigeria, in Cina, in Svizzera e in Germania, dove concluse la sua carriera internazionale. A Bonn c’è (ancora) il quartier generale di varie convenzioni dell’Onu (nel quartiere che era quello dei ministeri della Germania occidentale, trasferiti a Berlino dopo l’unificazione), fra le quali come noto quella sui cambiamenti climatici (Unfccc) e quella sulla lotta a siccità e desertificazione.
Diallo è restato Segretario Esecutivo della Convenzione dal gennaio 1993 (formalmente dal giugno 1994 o dicembre 1996, approvazione o entrata in vigore) al giugno 2007, aveva quasi settanta anni, «doveva» andare in pensione. Successivamente è stato sindaco della città natale di Dori, ha svolto due intensi mandati di deputato nazionale, si è occupato del Festival Panafricano del Cinema e della Televisione (nel 2025 giunge alla 29° edizione), è stato infine indicato dal suo partito, il Partito per la Democrazia e il Socialismo, Partito dei Costruttori (PDS/Parti des bâtisseurs), candidato alle elezioni presidenziali del 2011, dove si classificò secondo dietro al sempiterno cospiratore presidente Blaise Compaoré. Arba è morto nella capitale una decina di anni fa, il 30 settembre 2014, ancora in attesa di una biografia ufficiale e del dovuto riconoscimento da parte degli organismi internazionali.
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L’Unccd ha continuato a svolgere una funzione cruciale per cercare di raccordare le esistenze umane negli ecosistemi secchi del pianeta Terra (deserti, territori in via di desertificazione, zone siccitose), tutti in crescita di estensione e gravità, a causa di un insieme di ragioni soprattutto climatiche (antropiche), con la vita nelle aree meno secche, più ricche di acque (e di umani). Il riscaldamento globale degli oceani e delle terre emerse dell’intero pianeta è l’inevitabile anello di congiunzione. Grazie a Diallo lo stato delle conoscenze in materia, delle azioni avviate e realizzate in moltissime nazioni e la concretezza delle relazioni diplomatiche internazionali potrebbero essere di buon ausilio per i decisori politici e gli esperti scientifici contemporanei. Il Burkina Faso, l’intera area subsahariana, probabilmente quasi l’intera Africa continuano a vivere forte crescita della popolazione e persistenze turbolenze politiche. Nel Burkina di Diallo solo nel 2022 si è assistito a due colpi di stato, la convivenza religiosa con le temibili rivolte jihadiste risulta sempre più complicata (soprattutto per i cattolici). Grazie a Diallo l’autorevolezza e l’apprezzamento del Burkina nel mondo erano ampiamente valutati, fare tesoro del suo lavoro resta indispensabile alla pace, ai diritti umani e allo sviluppo sostenibile (endogeno e globale).