Green to Grey. L’Europa distrugge il verde e diventa sempre più grigia

L’Europa passa dal verde al grigio a una velocità sostenuta. E perdendo, continuamente, pezzi di natura, distruggendo interi ecosistemi, riducendo la sua biodiversità. Ogni anno 1500 chilometri quadrati di verde, naturale o agricolo, sono convertiti in costruzioni.
In un’inchiesta originale e pionieristica, 41 giornalisti e ricercatori da 11 paesi, tra cui gli autori di questa serie pubblicata su Il Bo Live, hanno lavorato al progetto Green to Grey, lanciato da Arena for Journalism in Europe e dalla Norwegian Broadcasting Corporation, NRK.
Il progetto nasce dal lavoro scientifico di Zander Venter, ricercatore del Norwegian Institute for Nature Research (NINA) che ha messo a punto una metodologia nuova di misurazione della perdita di natura negli ambienti europei. Incrociando l’utilizzo di immagini satellitari, sistemi di analisi di intelligenza artificiale e lavoro sul campo, la nostra inchiesta rivela la vera scala della distruzione di ecosistemi naturali ma anche dei terreni agricoli in Europa tra il 2018 e il 2023.

I siti di costruzione in Italia tra il 2018 e il 2023, dati Green to grey.
Abbiamo analizzato un dataset globale di copertura del suolo prodotto da Google e dal World Resource Institute utilizzando un modello di riconoscimento delle immagini basato su deep learning. L’algoritmo ha identificato milioni di aree naturali o agricole che sono state edificate tra il 2018 e il 2023. Successivamente, grazie alla partecipazione di molti giornalisti del consorzio di inchiesta, abbiamo verificato manualmente oltre 10.000 punti dati per migliorare l’accuratezza del modello e calcolare stime con margine di errore, un processo che ha richiesto più di 500 ore.
Per individuare casi studio rilevanti, abbiamo messo in relazione le aree edificate con dataset europei e nazionali relativi a zone naturali di pregio, come foreste e zone umide, incluse quelle protette da normative locali, nazionali o europee.
I risultati sono preoccupanti.
In questi cinque anni, l’intera regione europea, un insieme di 39 paesi, ha distrutto una superficie pari a 9000 chilometri quadrati, un’area equivalente a quella dell’isola di Cipro. La cifra stimata da questo progetto, grazie al metodo adottato, è pari a 1,5 volte quanto rilevato dall’Agenzia europea per l’ambiente. Finora infatti le stime si basavano soprattutto su siti di costruzione di larga scala, mentre la metodologia messa a punto da NINA permette di individuare anche costruzioni più piccole ma che, nel loro insieme, contribuiscono alla perdita consistente e continua di natura.
Gran parte di questa distruzione riguarda ambienti naturali, foreste, zone umide, spiagge convertite in strade, alberghi, resort esclusivi, centri servizi. Ma la conversione da verde a grigio coinvolge anche una parte importante di terreni agricoli. In quattro casi su cinque, le costruzioni sono cresciute in zone già abitate e dunque contribuiscono a quello che chiamiamo urban sprawl, o urbanizzazione. E sono dovute alla costruzione di case e strade. Con diverse conseguenze: ridotta capacità di assorbimento di anidride carbonica, aumento della fragilità di alcuni territori e del loro rischio idrogeologico, minore assorbimento delle acque e contrasto alle ondate di calore. E, in qualche caso, anche impatto sulla produzione e sulla sicurezza alimentare locale.
Nel 2021 l’Europa ha adottato l’obiettivo "no net land take" (NNLT), e cioè si è data tempo fino al 2050 per arrivare a una sorta di neutralità di consumo di suolo, con un obiettivo intermedio, al 2035, di dimezzamento del consumo. In più, con la Nature restoration law, approvata nel 2024, l’Europa ha anche deciso di lanciare un piano di recupero e rigenerazione degli ecosistemi degradati pari al 20% entro il 2030, con obiettivo di lungo termine di rigenerazione completa entro il 2050. Come si conciliano questi obiettivi con il consumo di suolo che invece, stando ai nostri dati, continua imperterrito in tutti i paesi, pur con tante differenze?
In questa inchiesta, che su Il Bo Live pubblicheremo in più puntate a partire da oggi, ci concentriamo su alcuni casi concreti. A partire dal lago di Garda, il più importante lago italiano, dove le costruzioni non si fermano anche per fare sempre più spazio all’arrivo di turisti, con un impatto consistente su un ecosistema già reso fragile dalla crisi climatica.
Leggi la prima puntata della serie: Sul lago di Garda dove turismo e cemento divorano la natura
La metodologia di analisi dei dati seguita nel corso di questa inchiesta è stata sviluppata in forma collaborativa da Zander Venter (NINA) e da Leopold Salzenstein (Arena) ed è spiegata in modo dettagliato sul sito originale dell’inchiesta.
Vuoi contribuire a mappare la perdita di suolo per avere dati sempre più accurati? Zander Venter, il ricercatore di NINA, sta lanciando un nuovo progetto su scala globale per misurare la distruzione di boschi, foreste e terreni. E ha bisogno di aiuto da tutti. Per questo ha lanciato un progetto di citizen science, a cui puoi partecipare anche tu utilizzando una app per mappare e verificare i dati del tuo territorio. Tutte le informazioni le trovi qui: https://www.nina.no/english/globalnatureloss
Green to Grey è un progetto di data journalism investigativo avviato e coordinato da Arena for Journalism in Europe e dalla Norwegian Broadcasting Corporation (NRK). È un progetto di inchiesta cross-border transnazionale che coinvolge: De Standaard (Belgio), Le Monde (Francia), Long Play (Finlandia), Die Zeit (Germania), Reporters United (Grecia), Facta (Italia), NRK (Norvegia), Gazeta Wyborcza (Polonia), Datadista (Spagna), The Black Sea (Turchia) e The Guardian (Regno Unito).
Il Norwegian Institute for Nature Research (NINA) ha fornito l’expertise scientifica per il progetto.
La metodologia completa è descritta da Léopold Salzenstein (Arena) e Zander Venter (NINA)
Questa serie di articoli pubblicati su Il Bo Live sono stati supportati da Journalismfund Europe e da IJ4EU Investigative Journalism for Europe.
Per tutte le storie pubblicate, anche dagli altri partner del consorzio di inchiesta, vai su: greentogrey.eu