SOCIETÀ
NewsWise. Il progetto di educazione all’informazione digitale nelle scuole primarie
Cosa fa esattamente un/una giornalista? Che differenza c'è tra un fatto e un'opinione? Come si scrive un articolo? Un nuovo progetto di educazione all’informazione digitale pone queste e altre domande cercando risposte e nuovi stimoli tra i banchi delle scuole primarie. L’obiettivo di NewsWise è formare una generazione di giovani cittadini e cittadine in grado di pensare in modo critico, consapevole e informato: l’espressione, di difficile traduzione in italiano, si riferisce alla capacità di analizzare e valutare criticamente le notizie provenienti dai media. Si parla di news literacy, ovvero di abilità nel comprendere e valutare in maniera critica l'informazione.
L'iniziativa di The Guardian Foundation - ente no profit indipendente che lavora nelle scuole e nelle comunità per contrastare la disinformazione -, arriva nel nostro Paese grazie alla collaborazione con Dataninja, già alla guida di Open the Box, progetto per la diffusione consapevole delle competenze digitali nei contesti formativi con focus su media, data literacy e AI literacy, e Reggio Children, centro internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità dei bambini e delle bambine.
Nicola Bruno è co-fondatore, head of product per la didattica di Dataninja e responsabile di Open the Box: a Il Bo Live racconta genesi, sviluppo e obiettivi di questa iniziativa che ora raggiunge l'Italia, primo Paese ad avviarla dopo Il Regno Unito dove sono stati coinvolti circa quattromila docenti della primaria e raggiunti oltre diciassettemila “piccoli reporter”. Secondo una ricerca dell’Università di Birmingham e Liverpool, il metodo NewsWise ha permesso agli alunni di distinguere più chiaramente le informazioni vere da quelle false, anche nel lungo periodo; inoltre è stata rilevata una correlazione positiva tra l’aumento delle competenze di news literacy e la partecipazione civica. NewsWise è stato testato sul campo e valutato a livello scientifico “per la sua capacità di produrre competenze e aiutare a comprendere lo scenario dell’informazione - commenta Nicola Bruno -. L’attenzione a bambine e bambini degli ultimi anni delle scuole primarie si traduce in una maggiore partecipazione e consapevolezza civica: non si tratta solo di informare, ma di educare considerando il loro futuro ruolo nella società. La versione italiana del progetto nasce dal nostro incontro con The Guardian Foundation: con Open the Box noi trattiamo il tema dell'informazione e della disinformazione, ma lavoriamo con ragazze e ragazzi delle secondarie di primo grado. Non ci siamo mai occupati prima d'ora delle primarie, non per scarso interesse ma perché l'approccio educativo è completamente diverso. Da tempo volevamo lavorare con i più piccoli, ora possiamo farlo grazie a questo progetto pilota: dopo il lancio nel Regno Unito, infatti, l’Italia è il primo Paese scelto per sperimentarlo".
In un periodo particolarmente caldo, in cui si moltiplicano gli appelli per vietare l'utilizzo degli smartphone ai minori di quattordici anni, risulta più che mai importante fornire a bambine, bambini e insegnanti delle classi quarte e quinte il giusto sostegno, gli strumenti e le risorse per acquisire maggiore consapevolezza e pensiero critico nella comprensione delle notizie, affinché possano sentirsi parte del mondo che cambia, senza cadere nella trappola delle fake news, tenendo bene a mente alcuni step fondamentali: fermati un attimo, prenditi del tempo prima di credere e condividere qualcosa, chiediti da dove arriva quell'informazione e fai una ricerca per capire se qualcun altro la sta segnalando. Rifletti, con calma: quella fonte è affidabile?
Gli insegnanti interessati verranno accompagnati in un percorso specifico per poter acquisire competenze e fiducia e accompagnare, così, alunne e alunni aiutandoli a sviluppare la capacità di alfabetizzazione critica con attività pratiche di lettura, analisi, approfondimento e scrittura di un articolo giornalistico o di produzione di un notiziario. In un'atmosfera giocosa di scambio dinamico e confronto democratico, partendo da storie e notizie reali da condividere, valutare e commentare insieme, ogni classe si trasformerà in una vera e propria redazione giornalistica.
Spiega Nicola Bruno: “Il modello del Regno Unito prevede la presenza di un operatore a scuola durante il primo incontro, poi le attività vengono affidate agli insegnanti e in chiusura è previsto il ritorno dell'operatore. In Italia cercheremo di sperimentare un modello simile ma più aperto. Inizieremo lanciando il progetto in due scuole pilota, successivamente individueremo cinquanta docenti per una formazione residenziale di due giorni, che si terrà ad aprile 2025 al Centro internazionale Loris Malaguzzi di Reggio Emilia, condotta da noi e Stefano Moriggi (docente di Cittadinanza digitale - Società e contesti educativi digitali all'Università di Modena e Reggio Emilia, ndr), consulente scientifico di NewsWise Italia. Verranno forniti kit e indicazioni metodologiche per avviare gli interventi in classe. Da questi cinquanta insegnanti, che alla fine saranno in grado di avviare il percorso in autonomia, ne selezioneremo dieci e li affiancheremo in aula". Il progetto arriverà in classe a partire dall'anno scolastico 2025-2026 e i risultati della sperimentazione italiana verranno valutati nel 2026, per poter poi viaggiare nel mondo e raggiungere il maggior numero di bambini e bambine.