La fine anno è sempre, per tutti noi, l’occasione di ragionare su quello che abbiamo fatto e sulle direzioni che vogliamo intraprendere. Nulla di nuovo. Ma il 2024 è stato un anno più difficile di altri per molti motivi, per l’allargarsi di tanti conflitti e il peggioramento della crisi ambientale, e anche noi de Il Bo Live abbiamo la sensazione che sia davvero necessario un esercizio di forte volontà per trovare notizie e argomenti che ci facciano guardare avanti con entusiasmo e passione.
Il 2024 è stato un anno in cui l’attacco ai giornalisti in tutto il mondo è cresciuto senza tregua. Il bilancio di fine anno di Reporters sans frontiers non lascia spazio a dubbi. Sono oltre 50 i giornalisti uccisi globalmente, in particolare in zone di guerra. Gaza è diventata il posto più pericoloso al mondo per chi fa giornalismo: di oltre 150 giornalisti uccisi nella Striscia dalle forze armate israeliane da fine 2023 a oggi, almeno 40 sono stati target di attacchi mirati proprio mentre svolgevano il proprio lavoro, colpiti nonostante le insegne e le pettorine con scritto PRESS fossero esposte in modo evidente. Ai giornalisti di Gaza, alla Press House - Palestine e a tutti i giornalisti palestinesi, è stato assegnato a ottobre il DIG Watchdog Award per il lavoro imprenscindibile e coraggioso che svolgono a rischio della propria vita tutti i giorni. A rischio altissimo sono anche i giornalisti che lavorano in Sudan, Pakistan, Messico e Ecuador e in altri territori in conflitto.
Non va meglio sul fronte della libertà di stampa e di esercizio del mestiere. Sono più di 550 i giornalisti incarcerati in tutto il mondo, con al primo posto la Cina seguita da Myanmar e da Israele. Ma altri paesi insicuri sono la Bielorussia, la Russia, il Vietnam, l’Iran, l’Arabia Saudita, l’Egitto. E proprio mentre chiudiamo quest’anno è arrivata la notizia dell’arresto in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala, portata al carcere di Evin con accuse non ancora rese pubbliche.
In questo quadro a dir poco sconfortante, è giusto ricordarci che noi siamo tra quelli fortunati, quelli che possono continuare a fare questo mestiere con il supporto di un’istituzione importante, come l’Università di Padova, che ci garantisce sostegno ma anche una grande indipendenza editoriale. Una situazione che è piuttosto un unicum nel panorama non solo italiano ma anche internazionale. Sono poche le riviste universitarie che hanno una redazione dedicata e le risorse per farla lavorare in modo continuativo e in una situazione di sicurezza. Per questo non abbiamo scuse. Raccontare, studiare, approfondire, continuare a fare del nostro meglio per condividere conoscenza e esperienze e tenere alta l’attenzione dove è necessario farlo, è l’unico modo che abbiamo per non smettere di sperare che cresca l’impegno collettivo che serve a costruire la pace, difendere l’ambiente, contrastare le ingiustizie e le disuguaglianze.
Il 2024 de Il Bo Live vi ha portato nuove voci e pezzi di mondo che spesso non riescono a trovare spazio nei media generalisti e che però non vanno dimenticati. Non per buonismo né per moralismo. Per un senso profondo di giustizia umana. E per evitare di cadere nell’indifferenza, nella rassegnazione, nella frustrazione perfino.
È così che vogliamo farvi gli auguri per il nuovo anno, per un 2025 da passare insieme lavorando al meglio. Ripercorrendo insieme a voi quello che vi abbiamo raccontato negli scorsi 12 mesi, preparandoci a lavorare nei prossimi 12 con ancora maggiore attenzione.
Clima e ambiente, le storie del nostro tempo
Non cediamo nemmeno di un centimetro sul nostro impegno contro la crisi climatica e ambientale. Abbiamo iniziato il 2024 con un libro appena pubblicato, Il clima che vogliamo che cerca di analizzare le ragioni della crisi ambientale dando però anche conto di esperienze, pratiche, politiche che provano a dare una risposta, mitigando, investendo in adattamenti, costruendo percorsi futuri. Il clima che vogliamo ha segnato una svolta importante per Il Bo Live: siamo diventati editori dei nostri libri che ora potete trovare in vendita in queste librerie. Abbiamo presentato il nostro libro al Festival della scienza di Orvieto, a quello di Genova, a Scienza e virgola di Trieste, a Euganea film festival, a Più libri, più liberi a Roma e in alcune librerie. E continueremo a farlo nei prossimi mesi. Potete seguire gli appuntamenti qui e sui nostri profili social, Instagram in primis.
Nel frattempo la serie omonima di articoli non si ferma. Solo nel 2024 abbiamo scritto 60 nuovi articoli, coprendo le negoziazioni internazionali, lo stato di avanzamento della transizione energetica in Italia e in Europa, le sfide tecnologiche e scientifiche, quello che sta cercando di fare il mondo della ricerca e gli sforzi ma anche le battute di arresto del mondo della politica.
Alle strategie di sostenibilità e alla loro concretizzazione in politiche e documenti programmatici, come il piano di adattamento climatico o quello energetico, abbiamo deciso di dedicare una nuova serie, Sostenibilità di carta, in sei puntate, con analisi e visualizzazioni di dati. Per aiutarvi a leggere quei documenti di centinaia di pagine, pesanti ma essenziali a definire i piani di spesa e le azioni di sviluppo sui territori.
Abbiamo scavato nelle storie delle prime donne che si sono occupate di ambiente, in Italia, con il podcast She, green, prodotto in collaborazione con Chora Media e disponibile, oltre che sul nostro sito, anche su tutte le principali piattaforme di podcast. She, green racconta le storie e le azioni di Tina Merlin, Laura Conti, Elena Croce e Carla Ravaioli, pioniere dell’impegno verso l’ambiente nel corso del ‘900, e di Sara Segantin e Annalisa Corrado, impegnate oggi a difendere il diritto delle persone e delle comunità a vivere in un ambiente sano e in salute.
Siamo poi saliti in montagna per raccontarvi uno degli ambienti più amati e preziosi, e al tempo stesso più a rischio, le Dolomiti, producendo una mini serie di quattro videodocumentari, firmata a sei mani, per parlare di foreste, ghiacciai, torrenti.
Curarsi dell’ambiente significa anche non dimenticare i disastri del passato, soprattutto quando intere popolazioni ne vivono ancora le conseguenze negative. Il 2 dicembre era il 40esimo anniversario di Bhopal, il più grande disastro industriale della storia, una ricorrenza che ha trovato pochissimo spazio nei media. Noi ci siamo fatti raccontare quella storia direttamente dai protagonisti che ancora oggi si battono per avere giustizia e compensazione.
Ci siamo poi occupati di biodiversità, seguendo sia i progressi politici, con l’approvazione della Nature Restoration Law europea, la COP 16 di Cali, la nascita del National Biodiversity Future Centre italiano, sia il progetto originale di un viaggio lungo la panamericana che testimonia come le popolazioni indigene reagiscono alla perdita di biodiversità e come cercano di recuperarla e conservarla.
Sempre tenendo le fila dei temi ambientali, ci siamo lanciati in due inchieste cross-border internazionali, in parte sostenute per il lavoro sul campo da grant dedicate come quelle di Journalismfund Europe, e che ci hanno permesso di lavorare su un tema condiviso con colleghi di altre testate europee, arrivando a una pubblicazione in contemporanea su diversi media e in diverse lingue. Questo lavoro, che unisce lavoro di inchiesta e reportage sul campo alla analisi dei dati scientifici, ci ha portato alla pubblicazione di due serie complementari su tematiche ambientali: Wasted wetlands, sullo stato di salute delle aree umide mediterranee teoricamente protette dalla convenzione di Ramsar del 1971 e in realtà fortemente degradate, e Under the surface, sullo stato di salute dei bacini idrici sotterranei che dovrebbe essere ripristinato secondo quanto previsto dalla direttiva europea sull’acqua del 2000.
Nel segreto dell’urna, sui campi di guerra
Il 2024 è stato l’anno in cui più della metà della popolazione del pianeta, 4 miliardi di persone di 76 nazioni diverse, tra le quali otto dei dieci paesi più popolosi al mondo è andata a votare. Un anno elettorale senza precedenti. E noi lo abbiamo seguito con attenzione. Vi abbiamo portato in Francia, Germania, Islanda, Stati Uniti ma anche in Venezuela, Messico, Sudafrica, Bangladesh, Uruguay, Georgia, Iran e in molti altri posti, tracciando scenari, prospettive, e partendo dalle elezioni per raccontare altro di questi paesi, la loro storia recente, il loro ruolo sullo scacchiere internazionale, i collegamenti con i grandi temi globali.
Non ci siamo dimenticati delle guerre in corso. Impossibile. Abbiamo più volte raccontato la situazione disperata della popolazione palestinese di Gaza, sotto attacco continuo e senza sosta da parte israeliana (qui e qui e qui e qui e qui) senza che ci sia stato alcun progresso sulla liberazione degli ostaggi israeliani rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023.
Abbiamo ragionato in generale sul ritorno della guerra e sul significato e la tenuta di accordi internazionali come la convenzione di Ginevra e la costruzione dell’alleanza atlantica, la Nato, entrambe stipulate esattamente 75 anni fa, così come sugli accordi sul disarmo e l’aumento delle spese in armamenti.
Abbiamo chiuso l’anno dedicando uno degli ultimi, lunghi e molto approfonditi articoli ad Haiti, un paese drammaticamente uscito da qualsiasi radar mediatico e ormai sprofondato in una violenza continua.
Disuguaglianze e razzismi sempre in agguato
C’è un altro tipo di violenza, una guerra non dichiarata ma sempre molto presente. È quella contro le persone, che si manifesta in relazioni individuali ma anche sul piano sistemico, generale, nelle organizzazioni sociali, lavorative, economiche e perfino sanitarie. È violenza di genere, violenza contro gli altri quando sono percepiti come diversi, violenza spesso sui più fragili e per questo ancora più vile nelle sue manifestazioni.
Diamo molto spazio alle questioni di genere sul nostro giornale. Non ci accontentiamo di dare i dati ufficiali, pubblicati dal Viminale, né vogliamo arrenderci al fatto che questa violenza possa essere accettabile in quanto caratteristica intrinseca della nostra società. Abbiamo evidenziato le discriminazioni che si trovano in ambiti insospettabili, dai libri scolastici all’urbanistica, per fare due esempi. Ma abbiamo raccontato anche le iniziative di contrasto alla violenza e di costruzione di una cultura del rispetto e della gestione sana delle relazioni, con una nuova serie, De genere: agire senza dimenticare, nata dalla collaborazione tra il nostro giornale e il Dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’Università di Padova, con la pubblicazione di 15 articoli, in italiano e in inglese, tra l’8 marzo e il 25 novembre, in due date simboliche per le lotte delle donne.
Sulla discriminazione e le sue radici abbiamo anche organizzato un importante evento pubblico con un’ospite speciale, il 16 aprile nell’aula magna di Palazzo Bo, a Padova: Angela Saini, giornalista scientifica britannica che oggi vive e lavora negli Stati Uniti. Saini è autrice di numerosi libri, in particolare della trilogia "Inferior", "Superior" e "The Patriarchs", tradotti in tutto il mondo (anche in italiano) e pluripremiati per la sua metodologia molto rigorosa che le fa analizzare le radici e le ragioni storiche e socioculturali delle disparità e disuguaglianze sistemiche partendo dalle ricerche scientifiche e andando sul campo a intervistare diversi esperti e protagonisti. Prima di incontrare il pubblico, Saini ci ha rilasciato una lunga intervista in studio.
Parlando di discriminazione, non possiamo dimenticare la condizione in cui vivono le migliaia di persone migranti che cercano nuove possibilità di vita, sistematicamente negate, all’interno della fortezza europea. Sulla storia e i miti attorno alle migrazioni abbiamo scritto per esempio, ma non solo, qui e qui e qui. Abbiamo approfondite le politiche e i dati, e le interconnessioni con altre crisi, come la crisi climatica che ormai genera milioni di rifugiati in tutto il mondo.
Continuando “In salute”
La salute rimane uno dei nostri e vostri temi preferiti. La nostra serie In salute, inaugurata ormai tre anni fa, nel 2021, ha raggiunto oltre 160 articoli, di cui 40 pubblicati solo quest’anno. Ogni settimana un nuovo approfondimento, con tante voci di esperti, spesso in video intervista. Dalla resistenza antimicrobica agli ultimi dati sulle malattie infettive e sulle malattie rare, dalla salute sportiva a quella infantile, In salute si muove tra ricerca e applicazione clinica, tra conoscenze acquisite e frontiere ancora poco esplorate, sempre con estrema attenzione a non banalizzare né a generare aspettative sulla disponibilità di cure e terapie.
Non di sola salute fisica ci siamo occupati. La salute mentale finalmente sta prendendo lo spazio che merita e una sempre maggiore attenzione pubblica. Abbiamo parlato di salute mentale negli ambienti di lavoro, delle connessioni con l’alimentazione, di ansia, di FoMO. E abbiamo raccontato anche alcune preziose e particolari esperienze che propongono una gestione non tradizionale delle persone con malattia mentale, a partire dal modello Geel.
Arte, letteratura e cinema
Continuano i nostri percorsi nel mondo dell’arte e della letteratura. La serie Atelier d’artista ci ha portato quest’anno in 12 nuovi luoghi di creatività, a conoscere donne e uomini che vivono di arte, che la praticano tutti i giorni, che ci permettono di vedere il mondo anche attraverso sguardi, sensi, parole, colori, segni molto diversi da quelli dell’analisi razionale, dei dati, dello studio dei fatti. Nel 2025 allargheremo l’esplorazione, uscendo in parte dalla dimensione regionale che fin qui abbiamo tenuto e entrando in altri ambiti artistici.
Abbiamo letto molto anche quest’anno. Anche riletto, libri non più nuovi ma sempre belli e importanti. E così vi abbiamo consigliato diverse letture, novità “sullo scaffale” o testi da ripescare, a volte portandovi le parole di chi li ha scritti, e altre andando dietro le quinte del mondo della letteratura, dai saloni letterari, come quello di Francoforte, ai premi, come il Latisana o quello di divulgazione scientifica Galileo. Abbiamo continuato a curiosare nel mondo della letteratura per l’infanzia e in quella noir. E vi abbiamo raccontato diversi film e tante mostre. Ci siamo pure addentrati nel mondo dei fumetti e del graphic journalism per parlare di scienza, in un caso, e di diritti umani, nell’altro. E un po’, anche se ancora troppo poco, nei territori della musica, uno spazio che cercheremo senz’altro di frequentare molto di più nel 2025.
Tra ricerca, attualità, storia e anniversari
C’è molto altro ancora di cui ci siamo occupati: di attualità e di ricerca di base; delle ultime pubblicazioni sulla storia della nostra specie; di neuroscienze, umane e animali, e della linguistica e dei linguaggi; di paleontologia, genetica, microbiologia, botanica e paleobotanica, agricoltura, astronomia, fisica. Abbiamo monitorato i cambiamenti in alcune piattaforme social (per esempio qui e qui).
Abbiamo celebrato molti anniversari, non tanto perché ci piacciano le ricorrenze ma perché sono occasioni per ritracciare percorsi e trovare connessioni con il nostro presente. E così siamo andati indietro di ben 300 anni, alla nascita di Immanuel Kant, per rileggere una sua opera quanto mai attuale, Per la pace perpetua, dove la pace “non viene considerata come l’espressione di un innato spirito di fratellanza tra i popoli, bensì, al contrario, come un’esigenza razionale e un dovere concreto per ogni essere umano, raggiungibile attraverso l’istituzione di un diritto internazionale.” I 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi sono diventati una mini serie sulle invenzioni che hanno segnato la nascita dell’era delle telecomunicazioni. L’innovazione musicale è diventato il filo del racconto nel centenario della morte di Giacomo Puccini. Il viaggio del 1918 di Marie Curie in Italia, che passò anche da Padova, è il filo dell’articolo sui 90 anni dalla morte della scienziata due volte premio Nobel. 80 anni sono quelli passati da due grandi avvenimenti storici alla vigilia della fine della II guerra mondiale: il D-Day dello sbarco in Normandia e l’eccidio del Monte Grappa. 70 anni sono quelli passati dal suicidio di Alan Turing, matematico e uno dei padri dell’intelligenza artificiale, la cui vita professionale, legata alle vicende belliche, è oggetto di un film considerato raro esempio di ricostruzione storica accurata.
Del 1974, anno che per alcuni di noi è già parte delle memorie personali, ricordiamo ben quattro avvenimenti. Il primo è fondamentale per la storia della nostra specie: in Etiopia viene scoperta Lucy, fossile di ominide femmina, australopiteca di circa 3,2 milioni di anni. Il secondo è la rivoluzione dei garofani, che mette fine alla dittatura portoghese. Nello stesso anno però ci sono altre due date importanti per tutt’altra ragione, che segnano un punto di svolta nella cultura pop contemporanea. La prima è la messa in commercio a inizio del 1974 della prima edizione di Dungeons and Dragons, gioco di ruolo che cambia la storia dei giochi, ancora oggi praticato da milioni di persone in tutto il mondo. La seconda è la pubblicazione del disco Autobahn, del gruppo tedesco Kraftwerk, “sound che ha aperto la strada all’electropop”.
Infine altre tre date chiave. La morte di Enrico Berlinguer, nel 1984, a Padova, durante un comizio politico, che abbiamo raccontato a partire dal libro scritto da uno degli agenti della sua scorta. E poi, nel 1994, e dunque 30 anni fa, due ricorrenze molto distanti. Il genocidio del Rwanda, che ricordiamo con un occhio alla storia e uno all’attualità, alle scelte politiche recenti e agli accordi stretti con la Gran Bretagna per costruire centri di trattenimento forzato di tutti i migranti, rifugiati e richiedenti asilo in arrivo nel Regno Unito. Infine, il 1994 è anche l’anno della morte di Kurt Cobain, magnetico e malinconico leader dei Nirvana, l’artista che ha segnato la nascita del grunge e forse è stata l’ultima grande icona rock.
Cambiamenti in corso e futuri
Nel corso di quest’anno abbiamo anche cambiato il nostro modo di stare presenti in rete. Abbiamo chiuso il profilo X, e abbiamo rifatto completamente la grafica dei nostri video su YouTube, e dei nostri profili social, Facebook e Instagram. Ma, soprattutto, abbiamo iniziato a produrre reel e stories per raccontare in modo più continuativo e approfondito il nostro lavoro. E così, reel dopo reel, potete vedere e sentire direttamente dalle giornaliste e dai giornalisti de Il Bo Live cosa scriviamo e pubblichiamo ogni giorno. Un modo per comunicare più direttamente con voi, e per aiutarvi a trovarci e a leggerci.
E dunque nel 2025 puntiamo a interagire sempre di più, anche attraverso nuovi progetti collegati al giornale ma che escono dalle pagine della rete, di cui vi parleremo presto. E puntiamo a scrivere molte altre storie, quelle che faticano a trovare spazio e quelle costruttive, utili, importanti, per non perdere la fiducia nel futuro che vogliamo continuare a costruire insieme.
Questo è il nostro augurio, mio e di tutta la nostra redazione, per l’anno che verrà.