Esiste in Italia una “questione di genere” anche nell’editoria?
Secondo i dati di recente pubblicati dal magazine online Ingenere (che ha come fonti l’Istat e l’Aie-Associazione italiana editori) le donne popolano la gran parte del settore editoriale, ma ricoprono ruoli di filiera: sono editor, traduttrici, redattrici, libraie, bibliotecarie, solo in minoranza manager e… scrittrici.
Ne abbiamo parlato con Grazia Verasani autrice, tra il resto, del noir Quo vadis, baby? trasposto per il grande schermo da Gabriele Salvatores e divenuto poi una serie TV di Sky. Verasani sul suo profilo facebook ha fatto notare come un noto quotidiano alleghi al giornale l’uscita di una serie di romanzi noir, e su più di trenta titoli non compaia nemmeno un libro di un’autrice italiana.
Al contempo sono quasi sempre gli uomini a vincere i premi letterari (vetrina che incrementa le vendite, in un settore in grande sofferenza, e quindi occasione molto ghiotta per chi arriva in finale): il celebre Premio Strega in più di settant’anni ha visto vincitrici solo dieci donne. Quest’anno però la cinquina di finalisti annovera ben tre scrittrici (Helena Janeczek, Sandra Petrignani, Lia Levi).
Dall’altro lato i cosiddetti lettori forti (cioè gli adulti che leggono più di un libro al mese) sono in predominanza lettrici forti, a partire già dal 1988, da quando cioè le donne sono entrate massicciamente nelle università e nel mondo produttivo. Le lettrici leggono principalmente scrittori?
Proprio al fine di analizzare in modo sistematico quelle che possono sembrare solo percezioni è stato istituito quest’anno l’Osservatorio su donne e uomini nell’editoria, una collaborazione tra Ingenere, il festival di scrittrici inQuiete , il Book Pride di Milano e il Salone Internazionale del Libro di Torino.
L’Osservatorio analizzerà dati che possano aiutare a comprendere come si costruisca il prestigio letterario di un autore o di un’autrice (a partire da un’analisi di genere proprio dei finalisti, dei vincitori e della giuria del Premio Strega, della partecipazione ai festival e della visibilità sugli inserti culturali del Corriere e de La Repubblica) e quali siano le prospettive di carriera di uomini e donne presso i principali editori.