SOCIETÀ

Ocse: Pil in calo, l'Italia è agli stessi livelli del 2000

Aprile è iniziato nel segno di alcuni report, sia nazionali che internazionali, che hanno messo in luce la precaria situazione italiana. Per quanto riguarda l’Istat, via abbiamo già raccontato come il tasso di disoccupazione sia salito nel mese di febbraio, arrivando a 10,7%. Ancora più preoccupante è quello della disoccupazione giovanile che ci riporta ad essere la seconda nazione meno virtuosa dell’Unione Europea, dietro solamente alle Grecia.


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Il secondo report che ha acceso la luce della recessione sul nostro paese è quello dell’Ocse. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha presentato il rapporto lunedì 1 aprile con il Segretario Generale dell’OCSE, Angel Gurría e il Ministro delle Finanze, Giovanni Tria.

Di fatto, l’Ocse ha bocciato proprio la politica economica dell’Italia, prevedendo una contrazione del PIL dello -0,2% nel 2019 e un aumento dello 0,5% nel 2020, stime ben differenti rispetto a quelle del Governo stesso che aveva previsto una crescita dell’1% nel 2019 e dello 0,8% nel 2020.

Una bocciatura ancor più dettagliata arriva anche alle due manovre cardine dell’esecutivo governato da Giuseppe Conte: “Reddito di Cittadinanza” e “Quota 100”.

Il PIL reale pro capite è praticamente al livello del 2000 e nettamente inferiore al picco precedente la crisi

“Il bilancio 2019 persegue giustamente l’obiettivo di assistere i cittadini poveri - cita in una nota il report Ocse -, ma gli effetti positivi sulla crescita dovrebbero essere scarsi, in particolare a medio termine. Il nuovo reddito minimo garantito (Reddito di Cittadinanza), che sostituisce il Reddito d’Inclusione (REI), stanzia fondi supplementari significativi per i programmi di contrasto alla povertà, ma la sua efficacia dipenderà in misura cruciale da sostanziali miglioramenti dei programmi di formazione e ricerca di lavoro.

L’abbassamento dell’età pensionabile a 62 anni con almeno 38 anni di contributi rallenterà la crescita nel medio termine, riducendo l’occupazione tra le persone anziane e, se non applicata in modo equo sotto il profilo attuariale, accrescerà la disuguaglianza intergenerazionale e farà aumentare il debito pubblico”, che lo stesso entre prevede possa passare dal 2,1% del PIL nel 2018 al 2,5% nel 2019".

Due critiche cruciali a cui il governo ha già risposto ammettendo che “Il Rdc è legato al coinvolgimento attivo in percorsi di lavoro”. In parole povere, non si può stimare quanto la misura del reddito di cittadinanza così com’è entrata in vigore riesca a dare una scossa al mercato del lavoro, ma il governo assicura che ci sarà.

Ricordiamo che il Rdc è fino a 780 euro al mese ed è vincolato ad un percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo. Il cittadino di fatto per richiedere il Rdc firma un “Patto per il lavoro” per il quale può rifiutare un’offerta lavorativa al massimo 2 volte, pena sospensione del sussidio. La prima potrà essere fatta entro 100 chilometri dalla residenza, la seconda entro 250 chilometri, la terza su tutta Italia. Superati 12 mesi anche la prima offerta sarà entro 250 chilometri e dopo 18 mesi su tutto il territorio nazionale. Per le famiglie con persone con disabilità, invece, le offerte di lavoro non potranno mai superare i 250 km.

L'efficacia del Reddito di Cittadinanza dipenderà da sostanziali miglioramenti dei programmi di formazione e ricerca di lavoro

Tornando al rapporto Ocse vediamo come siano anche altre le problematiche considerate evidenti dall’ente. Una nota rilasciata alla stampa infatti, riporta che “i tassi di povertà assoluta per i giovani sono nettamente aumentati in seguito alla crisi e rimangono elevati. I tassi di povertà variano notevolmente da una regione all’altra e nelle regioni meridionali sono tra i più elevati dell’Unione Europea. Solo una piccola quota delle prestazioni sociali (escluse le pensioni) destinate alla popolazione in età lavorativa viene versata alle persone che ne hanno più bisogno. La penuria di opportunità professionali inoltre, spinge molti giovani a emigrare, aggravando il processo di già rapido invecchiamento della popolazione”.


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Riassumendo il rapporto quindi, possiamo dire che le previsioni di crescita sono piuttosto negative, così come quelle della relativa crescita del debito. Allo stesso tempo l’ente riporta anche come “negli ultimi anni, l’economia italiana ha segnato una modesta ripresa, sostenuta dalle condizioni economiche globali, da una politica monetaria espansiva e dalle riforme strutturali”.

Il tenore di vita degli italiani però è quasi pari al livello rilevato nel 2000, i tassi di povertà dei giovani restano alti e le disparità regionali si sono ampliate.

Per migliorare la situazione economica del Paese l’Ocse offre alcuni spunti: “La spesa pubblica deve diventare più efficiente e deve essere piú mirata, con un sistema d’imposizione più equo e ci dev’essere una maggiore adesione spontanea all’obbligo tributario”. Tradotto: più lotta all’evasione fiscale, no ai condoni e “abbassare la soglia massima per i pagamenti in contanti”.

Il nostro futuro e quello dei nostri ragazzi quindi si gioca molto su una politica di bilancio credibile che significa anche una reale efficacia delle riforme economiche attuate da questo Governo. Le rassicurazioni ci sono state da parte dei più autorevoli esponenti, non resta che sperare che quelle giuste siano proprio le loro previsioni e che l’entrata in vigore della legge sul Reddito di Cittadinanza possa realmente offrire più opportunità lavorative, invertendo così anche il trend che ci vede agli ultimi posti in Europa per percentuale di lavoratori che hanno trovato un’occupazione tramite i centri per l’impiego.

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