Pochi giorni dopo il rapporto pubblicato dal Censis, un’altra pubblicazione statistica, che questa volta arriva dall’Istat, segnala uno stato di salute complesso per il nostro Paese.
Stiamo parlando del rapporto dell’Istituto nazionale di statistica sul terzo trimestre del 2018. I dati, che prendono in esame i mesi che vanno da luglio a settembre 2018, sono significativi.
Si parte dalla conferma del rapporto Censis sulla flessione del prodotto interno lordo italiano che, dopo 14 trimestri positivi, è ora calato del -0,1%. Anche sul lato dell’offerta di lavoro, il numero delle persone occupate è calato di 52 mila unità rispetto al trimestre precedente (-0,2%), calo che però, comparando questi dati con quelli dello stesso periodo 2017, fotografa comunque una situazione più positiva rispetto allo stesso periodo del 2017, con un aumento del +0,6%, cioè 147 mila occupati in più.
Questo incremento, secondo il rapporto Istat, è dovuto ai dipendenti a termine e agli indipendenti (+316 mila e +53 mila, rispettivamente) che fa fronte al calo dei dipendenti a tempo indeterminato (-222 mila).
Nel terzo trimestre diminuisce il tasso di disoccupazione (importante segnalare la differenza tra l’analisi per trimestri e l’analisi mensile già citata in un precedente articolo) , sia rispetto al trimestre precedente sia in confronto a un anno prima. I disoccupati quindi, cioè coloro che non hanno un lavoro ma lo cercano, in un anno sono calati di 332 mila unità (-12,1%).
A fronte di ciò però, dopo dieci trimestri di calo ininterrotto, tornano a crescere gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+79 mila, 0,6%). Dal lato delle imprese, continua il rapporto, prosegue la crescita congiunturale (cioè riferita al trimestre precedente) della domanda di lavoro, con un aumento delle posizioni lavorative dipendenti dello 0,5% sul trimestre precedente e del 2,1% su base annua, sintesi della crescita sia dell’industria sia dei servizi.
Glossario delle statistiche sulla forza lavoro
Leggendo le statistiche rilasciate dall'Istat spesso ci si trova di fronte a dati che apparentemente potrebbero sembrare in contrasto tra loro. Naturalmente non è così, ma per comprenderli è bene conoscere i termini esatti. Innanzitutto quella di cui abbiamo parlato è un'analisi riferita a trimestri, ed in particolare ha preso in esame i mesi di luglio, agosto e settembre 2018.
Lo stesso Istat però rilascia anche dei report mensili. Prendendo ad esempio il tasso di disoccupazione possiamo notare come nel terzo trimestre sia calato al 10,2 % ma, come da infografica precedente, ad ottobre è stato del 10,6%.
Quando parliamo di forze di lavoro parliamo delle persone occupate e disoccupate. Oltre a loro ci sono gli inattivi, cioè quelle che non fanno parte della forza lavoro, che significa che non sono occupate ma non stanno nemmeno cercando un'occupazione.
Gli occupati comprendono le persone che lavorano dai 15 anni in su. I disoccupati invece, le persone non occupate tra i 15 e i 74 anni, cioè che hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive; oppure, inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di riferimento e sarebbero disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.
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