SOCIETÀ

La crisi climatica nella stampa italiana

La crisi idrica, la mancanza di piogge per lunghi periodi, la tragedia accaduta con il distacco del seracco del ghiacciaio della Marmolada, e poi l’ottobre più caldo che l’Europa abbia mai registrato, il dramma delle alluvioni in Pakistan. Il 2022 è stato un anno chiave per la consapevolezza che la crisi climatica è già in atto. Lo è stato a livello globale ma, anche restringendo il campo al nostro Paese, oramai è quasi impossibile non essersi resi conto di come il clima sia già cambiato. Ma se gli eventi estremi ci parlano chiaramente, la stampa lo fa altrettanto? L’Osservatorio di Pavia, su indicazione di Greenpeace Italia, ha prodotto uno studio che ha analizzato la comunicazione dei media italiani sugli aspetti climatici.

L’analisi ha coperto l’intero anno, diviso per quadrimestri, ed ha approfondito come la stampa ha trattato l’argomento. In particolare nel corso del 2022 lo studio ha esaminato ogni quattro mesi tutte le edizioni di prima serata dei maggiori telegiornali.

Oltre alla tv, sono stati esaminati anche gli articoli pubblicati dai cinque quotidiani più diffusi: Corriere della Sera, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Avvenire, La Stampa.  La metodologia della ricerca è stata quella di controllare, attraverso un’analisi del contenuto quali-quantitativa (content analysis), la presenza di alcune parole chiave prestabilite: da clima a climate change, da climatic a decarbonizzazione, da effetto serra ad emissioni climalteranti, da gas serra a global warming, fino a riduzione/abbattimento/azzeramento (e sinonimi) delle emissioni e riscaldamento/surriscaldamento globale.

La crisi climatica nei TG italiani

Partiamo però proprio dai telegiornali e vediamo come questi hanno trattato il tema della crisi climatica nell’arco dell’intero 2022. Sono stati sette i TG analizzati durante l’anno: il TG 1 nell’edizione delle ore 20:00; il  TG 2 delle 20:30; il TG3 delle 19:00; il TG 4 delle 18:55; il TG 5 sempre delle 20:00; Studio Aperto delle 18:30 e il TG La7 delle 20:00.  Un campione che ha portato ad analizzare un totale di 2.550 edizioni e 42.271 notizie. Il totale di quelle risultate essere pertinenti, quindi quelle che trattano implicitamente o esplicitamente la crisi climatica è stato di 855 notizie. Un misero 2% che però dev’essere analizzato più a fondo. Nei primi mesi dell’anno infatti la copertura sulla crisi climatica è stata bassa. Nel primo quadrimestre le notizie totali sono state 96 con il minimo di 15 registrate a marzo.

Durante l’estate i dati però sono mutati notevolmente. È stato un periodo in cui la siccità ci ha messo di fronte ad uno scenario tanto chiaro quanto allarmante e non sono mancati anche eventi estremi come il crollo dell’enorme seracco avvenuto sul ghiacciaio della Marmolada o le inondazioni che a fine agosto 2022 hanno colpito il Pakistan. Dal 1 maggio al 31 agosto 2022 sono state 369 le notizie che hanno trattato implicitamente o esplicitamente la crisi climatica nei tg analizzati. Un dato simile lo ritroviamo anche nell’ultimo quadrimestre dove le notizie sono state 390 sulle 13.443 analizzate, che significano un 2,7%, mentre nel secondo quadrimestre si era riscontrato un 2,5%.


La conferma del fatto che l’informazione dei TG segue la cronaca degli eventi ci viene anche dall’analisi qualitativa di tali notizie. Abbiamo visto come nel secondo quadrimestre del 2022 l’attenzione al cambiamento climatico è cresciuta notevolmente rispetto al primo. Questo principalmente per un motivo: gli eventi estremi. Nel totale delle notizie che trattavano esplicitamente la crisi climatica il 67,2% ha riguardato appunto un evento climatico o naturale. Non può essere altrimenti perché l’agenda setting giornalistica quotidiana è fatta perlopiù dalla cronaca degli eventi, e nell’estate del 2022 questi sono stati ben chiari e visibili a tutti. Che le notizie seguano ciò che accade nel quotidiano poi, ce lo conferma anche il dato dell’ultimo quadrimestre, dove c’è stato un picco di notizie riguardanti la crisi climatica nel mese di novembre (173). L’analisi approfondita di tali notizie ci riporta come per il 34,1% del totale del quadrimestre, queste abbiano raccontato un evento politico, cioè presumibilmente la COP27 tenutasi dal 6 al 18 novembre a Sharm El-Sheikh.

Diciamo questo considerando anche il dato che 46,2% del totale delle notizie sul cambiamento climatico ha focalizzato l’attenzione su un evento internazionale, dato estremamente diverso, come abbiamo visto, rispetto al secondo quadrimestre dove nel 59,1% dei casi si è parlato di un evento nazionale o locale. Infine, guardando sempre agli ultimi quattro mesi del 2022, nel 33,1% del totale delle notizie analizzate si è parlato di un evento naturale. 

Nonostante la cronaca segua eventi che spesso sono tragici, sembra che non sempre riesca a riconoscerne le cause. Nelle notizie analizzate nei primi quattro mesi del 2022, la frequenza ponderata della presenza di cause nelle notizie che trattano esplicitamente la crisi climatica era stata del 22,6%. Un dato che è ancora più basso se andiamo a vedere ciò che è accaduto nel secondo quadrimestre, cioè quello in cui in Italia ci sono stati più fenomeni naturali causati dai cambiamenti climatici. In questo caso solamente nel 6,9% delle notizie erano state esplicitate le cause, un dato simile a quello dell’ultimo quadrimestre (7,5%).

Insomma, almeno per quanto riguarda i telegiornali italiani, emerge una chiara narrazione degli eventi ma basata più sulla mera cronaca che sull’approfondimento delle cause scatenanti. Che ci sia la crisi climatica però, non sembra più essere messo in dubbio, almeno vedendo quanto spazio hanno i negazionisti all’interno dei nostri tg. Mediamente, durante l’intero 2022, le voci negazioniste hanno avuto uno spazio all’interno dei telegiornali dell’1% del totale.

Anche per quanto riguarda le conseguenze di tale crisi però, l’attenzione sembra esserci ma focalizzarsi solamente su quelle ambientali, che vanno per la maggiore. Mediamente tali conseguenze sono state raccontate nel 59,3% delle notizie e il fatto che vengano considerate perlopiù ambientali è emerso nel 74,2% del totale.

La cronaca delle notizie cambia anche in base ai soggetti che vengono intervistati o raccontati. Nel primo e nell’ultimo quadrimestre protagoniste delle notizie sono state prevalentemente le associazioni ambientaliste, rispettivamente nel 33,7% e nel 25,9% dei casi, mentre nel corso dell’estate 2022 i soggetti del discorso sulla crisi climatica sono stati prevalentemente gli esperti, nel 28,2% dei casi o politici o istituzioni nazionali (25,3%). In tutti i casi però, cioè durante l’intero anno, il greenwashing non è mai stato tematizzato. 

La crisi climatica nei quotidiani italiani

Se per i telegiornali il tempo dell’approfondimento è spesso tralasciato a discapito della cronaca, per i quotidiani cartacei non dovrebbe essere così. L’Osservatorio di Pavia ne ha analizzati cinque per l’intero anno. 755 pubblicazioni di Avvenire, La Repubblica, La Stampa, Il Sole 24 Ore e Corriere della Sera. L’andamento che abbiamo già visto per i telegiornali si riscontra anche in questo caso, cioè nel primo quadrimestre del 2022 c’è stata una minor attenzione al tema del cambiamento climatico rispetto al resto dell’anno.

Sono stati precisamente 528 gli articoli che hanno trattato implicitamente o esplicitamente la crisi climatica da gennaio ad aprile, contro i 923 di maggio-agosto e gli 886 di settembre-dicembre. Come per i telegiornali anche nei quotidiani non sembra esserci spazio per i negazionisti, che solo nel secondo quadrimestre hanno avuto una misera copertura dello 0,1% di tutti gli articoli che parlavano esplicitamente della crisi climatica. Altre due cose a cui però non sembra venir dato spazio, sempre secondo l’analisi dell’Osservatorio di Pavia, sono le cause e le conseguenze della crisi climatica. Mediamente nei quotidiani nazionali analizzati le cause della crisi climatica sono citate nel 22,3% dei casi, mentre le conseguenze sono presenti nel 33% dei casi. 

Insomma sembra che la tematica dei cambiamenti climatici stia prendendo lentamente spazio all’interno della stampa italiana. Il trend è in crescita anche se è necessaria un’analisi su una tempistica più lunga dei 12 mesi per averne una conferma definitiva. Ciò che però, per ora, sembra quasi assente, è la tematica del greenwashing. Di tutti gli articoli che trattano esplicitamente della crisi climatica solamente nello 0,7% del totale dell’intero 2022 è stato tematizzato il greenwashing.

L’Osservatorio di Pavia sul tema cerca di capirci di più anche analizzando quanta pubblicità delle aziende energetiche, del settore automotive, delle compagnie aeree e crocieristiche nei quotidiani. Non è presenta un’analisi qualitativa di questi dati, quindi non possiamo sapere quante e quali aziende hanno fatto eventualmente un esplicito greenwashing, ma sappiamo che nei cinque quotidiani analizzati nel corso del 2022 ci sono state 1.096 pubblicità di aziende di questi settori. Nella voce ‘Energetiche’, l’analisi ha incluso le pubblicità di prodotti di energia rinnovabile come i pannelli solari, di progetti solidali e di ricerca, oppure corsi di inserimento professionale. Dalla voce ‘Automotive’ invece sono state escluse tutte quelle pubblicità di noleggi a breve e lungo termine e di automobili che recavano contestualmente la pubblicità di concessionarie. Sono invece incluse le pubblicità di auto e moto ibridi o totalmente elettrici o di servizi offerti da case automobilistiche. Sappiamo inoltre che gran parte delle pubblicità presenti sui giornali italiani è proprio di aziende energetiche, precisamente il 72,2% del totale.

Insomma per cercare di tirare le fila, abbiamo visto come nel 2022 la stampa italiana abbia si parlato di crisi climatica, ma spesso dando anche molto spazio alle aziende inquinanti. Le cause di tale crisi e quali potranno essere le conseguenze hanno ancora troppo poco spazio nell’informazione, e tale, per essere ritenuta buona, non può esimersi dall’approfondire questi temi. Dall’analisi dell’Osservatorio di Pavia inoltre emerge anche un altro aspetto: nei cinque quotidiani monitorati per l’intero anno, è insufficiente la trasparenza sui finanziamenti delle aziende inquinanti. A questo poi aggiungiamo anche il dato che la tematica del greenwashing sembra essere ancora semi sconosciuta. La crisi climatica è tema che riguarda tutti noi, e l’informazione può e deve fare molto per sensibilizzare ed informare cittadini ed istituzioni.

 

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