CULTURA

Dante700. Non sono piccola per leggere la "Commedia"!

Il panorama editoriale italiano – limitandoci ai primi mesi del 2021 – offre molte opportunità di lettura a bambine e bambini che vogliano accostarsi a Dante e alla Commedia. Sono numerose le case editrici che hanno voluto omaggiare il grande poeta nel settecentenario dalla sua morte, con risultati che si adattano a molti “palati”. Porta la firma di Daniele Aristarco La Divina Commedia. Il primo passo nella selva oscura (Einaudi Ragazzi), uno splendido albo illustrato da Marco Somà, che non è una riduzione o una parafrasi per ragazzi dell’opera dantesca, quanto piuttosto una personale suggestione nata dalle prime letture giovanili. Della stessa casa editrice anche La felina Commedia, una rilettura in chiave felina e umoristica del capolavoro dantesco con testi di Elisa Binda e Mattia Perego, e illustrazioni di Beatrice Tinarelli. Annamaria Piccione è invece l’autrice de La Divina Commedia raccontata ai bambini, una originale riscrittura in prosa del poema, arricchita dalle immagini di Francesc Rovira, che ripercorre il viaggio di Dante nei tre regni dell’aldilà con fare appassionato e appassionante. Per gli amanti dei fumetti, Giunti Editore propone PaperDante, la prima storia illustrata Disney ispirata a Dante Alighieri con testi di Augusto Macchetto, disegni di Giada Perissinotto e colori di Andrea Cagol. Un volume, questo, che include anche L’inferno di Topolino di Guido Martina e Angelo Bioletto e L’inferno di Paperino di Giulio Chierchini e Massimo Marconi. Per gli appassionati di Geronimo Stilton non poteva mancare Il mio amico Dante, edito da Piemme, mentre a chi vuol saperne di più sulla vita dello scrittore si rivolge Luca Novelli con il suo Dante e le infernali scienze, pubblicato da Editoriale Scienza. Infine, per concludere questa veloce rassegna, citeremo un libro colorato e pieno di attività, I mostri di Dante (Salani Editore), realizzato da Laura Vaioli, Giacomo Guccinelli e Mirko Volpi, che presenta diciassette personaggi mostruosi dell’Inferno, attraverso racconti, fumetti e giochi.

Intervento completo di Sabrina Fava, professoressa di storia della pedagogia e di letteratura per l'infanzia all'università Cattolica del S. Cuore di Milano. Montaggio di Elisa Speronello

Sono, quelle citate, riletture, adattamenti, reinterpretazioni del testo dantesco che si discostano dall'originale, per consegnare ai più piccoli i contenuti più significativi dell’opera, in una forma che risulti accattivante. “L’accostamento di Dante all’infanzia può apparire paradossale e provocatorio soprattutto a un pubblico adulto, magari di specialisti e cultori dell’inviolabile bellezza poetica della Commedia. Come è possibile che la scrittura complessa e allegorica del Sommo Poeta si chini verso il bambino senza perdere se stessa?”. A porsi questa domanda, in un saggio di qualche anno fa è Sabrina Fava, professoressa ordinaria di storia della pedagogia e di letteratura per l'infanzia all'università Cattolica del S. Cuore di Milano, con cui Il Bo Live ha approfondito l’argomento.

“Oggi – argomenta Fava – vediamo la presenza nel mercato editoriale di numerose rivisitazioni della Divina Commedia, realizzate proprio per un pubblico bambino”. E molto spesso, osserva la docente, al centro di questa mediazione culturale stanno le illustrazioni. “La dimensione dell’immagine, della sonorità, del dinamismo cinematografico che può essere reso anche attraverso l’apparato illustrativo è un aspetto che attira un lettore bambino, non ancora maturo per poter fruire l’opera dantesca nella sua originalità”. Fava cita a titolo di esempio le illustrazioni di Lorenzo Mattotti alla cantica dell’Inferno e il lavoro di Go Nagai, che nella sua riscrittura contemporanea dell’opera dantesca centrata sull’immagine si lascia ispirare in modo evidente da Gustave Louis Christophe Doré, noto illustratore della Divina Commedia vissuto nell’Ottocento.  

L’immagine – anche oggi – tende a favorire la dimensione del racconto, la trasmissione orale dell’opera dantesca così come accadeva del resto un tempo, quando l’accostamento da parte dei bambini alla Commedia avveniva sicuramente prima rispetto ad oggi, ed era condotto a partire prevalentemente da un’acquisizione mnemonica dei versi del poema. “La dimensione della memorizzazione – continua Fava –, del recupero della dimensione orale attraverso cui la memorizzazione può avvenire, è al centro del modo attraverso il quale le generazioni del passato iniziavano ad avvicinarsi al testo. E sono delle modalità di accostamento all’opera che hanno avuto una loro persistenza temporale, con testimonianze illustri nel secondo Ottocento, come quella di Antonio Rubino. Celebre illustratore, scrittore e poeta per ragazzi, Antonio Rubino racconta di avere imparato a memoria da piccolo i versi della Divina Commedia, grazie anche alle immagini di Gustave Dorè, che lo aiutavano a ricordare i versi. E questo tipo di operazione che aveva imparato a fare diventava un momento di condivisione attorno al tavolo di casa durante le feste, quando a quattro anni si alzava in piedi sulla sedia e alla fine del pasto declamava i versi del poema dantesco”.   

Se fino alla fine dell’Ottocento, dunque, la sostanziale inviolabilità della Commedia ha accompagnato l’educazione elitaria dei bambini italiani, basata sull’apprendimento mnemonico delle terzine dantesche, all’inizio del Novecento iniziano a fare la loro comparsa i primi adattamenti e riduzioni del poema. L’editoria per ragazzi trova nuovo impulso e inizia a rispondere in maniera sempre più diversificata ai bisogni di lettura dei più piccoli. Inoltre, l’allargamento dell’alfabetizzazione popolare richiedeva nuove forme di mediazione del sapere, specie per avvicinare alla tradizione letteraria quegli scolari che non avrebbero proseguito gli studi e, limitandosi all’istruzione elementare, non avrebbero mai avuto accesso alla cultura classica. Il primo a raccontare Dante e il suo viaggio nell’oltretomba, rivolgendosi al pubblico dei più piccoli, è Ettore Jani nel 1921 con il volume in prosa dal titolo In piccioletta barca. Libro della prima conoscenza di Dante, mentre l’anno successivo è la volta de Il Dante dei piccoli, per la penna di Dino Provenzal. A distanza di qualche anno, nel 1928, viene dato alle stampe il Piccolo Dante di Gherardo Ugolini, opera illustrata da Carlo Salodini che ebbe ben sette ristampe, fino a quando nel 1954 fu riedita con il nuovo titolo di Dante il mistico pellegrino.

Se in origine l’intento era di favorire una fruizione dell’opera in un contesto scolastico, via via, dalla metà del secolo scorso, la lettura (riadattata) del poema dantesco si sposta anche al tempo libero e diventa intrattenimento. Ne è un esempio L’Inferno di Topolino, con testi di Guido Martina e illustrazioni di Angelo Bioletto, che comparve a puntate sul noto settimanale a fumetti a partire dal 1949. “Anche in questo caso – sottolinea Fava – ci troviamo di fronte a un grosso cambiamento che ci permette di capire come nel corso del tempo si sia arrivati a una ricomposizione dello sguardo su questa importante opera della nostra storia, riuscendo a conciliare la complessità del testo dantesco con un’esigenza di intrattenimento che è tipica dell’educazione del bambino”. Secondo la docente, in questa prospettiva, le riscritture dell’opera dantesca hanno ragione di esistere, senza il rischio che possano distrarre e distogliere dalla lettura della Divina Commedia nella sua integralità. “L’idea – conclude – è di poter accostare un testo classico complesso come quello di Dante per passaggi progressivi che, se dotati di grande cura e di qualità estetico-formale, non sciupano il testo originario ma forniscono piuttosto degli strumenti per poter operare un avvicinamento graduale al poema, quando l’età per la comprensione e la fruizione dell’opera nella sua stesura originale lo consentirà”. Grazie, dunque, alla curiosità instillata proprio dalla dimensione avvincente e colorata di queste prime storie.

Paperdante - Letteratura a fumetti, di Walt Disney from Giunti Editore on Vimeo.

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