SOCIETÀ

Ecoansia e solastalgia. I cambiamenti climatici mettono alla prova anche la salute mentale

Rabbia, paura e preoccupazione per il futuro dell'umanità e del pianeta sono sentimenti che molti giovani di tutto il mondo stanno sperimentando in risposta agli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. L'angoscia legata alla crisi ambientale ha un impatto decisamente negativo sul benessere mentale di bambine, bambini, ragazze e ragazzi.

Un recente studio internazionale attualmente in pre-print ha indagato il disagio psicologico causato dai cambiamenti climatici e anche dallo scarso intervento da parte dei governi in un campione di 10.000 volontari provenienti da dieci paesi diversi (Regno Unito, Finlandia, Francia, Australia, Portogallo, Brasile, India, Filippine, Nigeria e Stati Uniti) e compresi tra i 16 e i 25 anni d'età. Si tratta dello studio più ampio e completo condotto finora per indagare le reazioni emotive e cognitive dei giovani alla crisi climatica.

Il sondaggio che è stato sottoposto ai partecipanti è stato sviluppato da un team internazionale di esperti in emozioni del cambiamento climatico, psicologia clinica e ambientale, psicoterapia e psichiatria, diritti umani, salute mentale di bambini e adolescenti e si componeva di otto domande generali sulle esperienze emotive, funzionali e psicologiche riguardo al cambiamento climatico e all'azione del governo.

Il 60% dei partecipanti ha espresso un livello di preoccupazione significativo per gli effetti del cambiamento climatico, affermando di sentirsi molto o estremamente preoccupato. Più del 45% delle persone, inoltre, ha confermato l'impatto negativo che hanno questi sentimenti sulla loro vita quotidiana. Le risposte date dal campione intervistato tradiscono in generale una buona dose di pessimismo per il futuro, e questo disagio influenza anche le scelte di vita. Molti infatti sono riluttanti ad avere figli e temono per la loro salute, consapevoli che i disastri globali possono avere effetti negativi devastanti potenzialmente irreversibili o comunque di lunga durata.

Questa indagine rappresenta il primo tentativo di ricostruire una panoramica globale e approfondita di questo fenomeno. Per quanto non esistano definizioni uniche e universalmente condivise nella letteratura scientifica di ansia climatica, né specifici strumenti di misurazione, il disagio psicologico legato al cambiamento climatico è stato oggetto di svariate ricerche negli ultimi anni, come ci ha raccontato Marina Miscioscia, psicologa, psicoterapeuta e ricercatrice interdipartimentale al Dipartimento di salute della donna e del bambino e al Dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione all'università di Padova.

“I disastri naturali dovuti al cambiamento climatico, compresi gli uragani, la siccità, le ondate di calore, gli incendi e le inondazioni, possono causare degli effetti psicologici diretti, come l'aumento dei tassi di depressione, ansia, stress post-traumatico e altri disturbi mentali. Tuttavia, gli studi sugli effetti psicologici dei cambiamenti climatici non collegati a un evento climatico specifico risultano ancora scarsi, sebbene ci sia un sempre maggiore interesse da parte della comunità scientifica in tal senso. Sono stati coniati nuovi termini, come eco-ansia, angoscia climatica, ansia da cambiamento climatico o ansia climatica, per descrivere il disagio legato alla crisi climatica globale e alla minaccia di un disastro ambientale. A questa condizione psicologica sono associati alcuni sintomi che includono attacchi di panico, insonnia e pensieri ossessivi. I sentimenti di angoscia climatica potrebbero anche essere accompagnati da altri fattori di stress quotidiano che influenzano negativamente la salute mentale complessiva, causando un potenziale aumento dei disturbi da uso di sostanze, di ansia e depressione. Inoltre, lo stress cronico sperimentato durante la giovinezza potrebbe provocare alterazioni permanenti nella struttura del cervello e favorire l'emergere di psicopatologie nel corso della vita.

Lo studio in pre-print di Hickman e coautori rafforza i risultati di precedenti ricerche empiriche e li espande dimostrando la natura estesa e globale di questa angoscia, che si acuisce ancora di più quando è accompagnata dalla convinzione che la risposta dei governi alla crisi climatica sia inadeguata. La ricerca indaga inoltre l'impatto sul funzionamento degli individui ed in particolare dei giovani. Le realtà del cambiamento climatico insieme alle mancanze dei governi emergono come fattori di stress cronici a lungo termine e potenzialmente ineluttabili che incoraggiano anche credenze pessimistiche sul futuro”.

“Sebbene dolorosa e angosciante”, affermano gli autori dello studio, “l'ansia climatica è razionale e non implica una malattia mentale”. Si tratta, piuttosto, di fattori di stress che possono esacerbare le conseguenze di un disturbo mentale già in atto e spingere le persone a reagire all'ansia modificando non solo il proprio comportamento quotidiano, ma anche la loro visione del mondo e le loro aspettative verso il futuro. A questa condizione psicologica sono associati, a livello emotivo, una serie di sentimenti come disperazione, senso di colpa, preoccupazione, paura, rabbia, dolore, vergogna e sensazione di vulnerabilità che possono essere anche molto intensi.

Quando abbiamo letto per la prima volta questi risultati siamo rimasti commossi dalla portata degli effetti emotivi e psicologici del cambiamento climatico sui bambini del mondo e dalla quantità di loro che ha riferito di sentirsi senza speranza Hickman C. et al., “Young People's Voices on Climate Anxiety, Government Betrayal and Moral Injury: A Global Phenomenon”. Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3918955 or http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3918955

Il disagio psicologico che deriva dalla paura per il futuro dell'umanità e della distruzione del pianeta, che ricorda per certi versi i diffusi timori per i disastri nucleari degli anni Ottanta del secolo scorso, può tradursi anche in una sensazione di perdita simile al lutto.

“Poiché il cambiamento climatico altera irrevocabilmente i paesaggi vissuti dalle persone, è probabile che un gran numero di persone sperimenti la sensazione di perdere il rapporto con un luogo che è importante per loro”, commenta Miscioscia. “Si tratta di un fenomeno psicologico chiamato Solastalgia e caratterizzato da un senso di desolazione, malinconia e perdita.

Il grado di vulnerabilità degli individui, delle comunità o dei sistemi è determinato dalla loro sensibilità all'impatto del clima, dai loro livelli di esposizione e dalla loro capacità di adattarsi alle minacce ambientali. Gli individui e i gruppi che vivono in regioni dove il clima è più severo hanno maggiori probabilità di sviluppare sintomi associati ai disturbi dell'umore e affettivi. Quando fattori pre-esistenti di malessere sono aggravati dallo stress legato al clima, possiamo registrare una serie di outcomes acuti e cronici sulla salute psicofisica, come i disturbi del sonno e la compromissione del sistema immunitario, e persino difficoltà nelle relazioni sociali”.

Come se ciò non bastasse, alcuni studi suggeriscono che a subire gli effetti sia diretti che indiretti più gravi dei disastri climatici sono proprio i bambini e le bambine.

“I bambini sono tra i gruppi di persone che rischiano di sperimentare forme di PTSD e depressione particolarmente acute in seguito a eventi climatici catastrofici come i disastri naturali, le condizioni meteorologiche estreme e l'ecomigrazione. La loro salute mentale, inoltre, può essere influenzata anche da quella degli adulti che si prendono cura di loro”, riporta Miscioscia. “Entrambi questi aspetti possono avere effetti negativi sullo sviluppo sociale, cognitivo ed emotivo dei bambini, influenzandone il comportamento, la memoria, le funzioni esecutive, i processi decisionali e il rendimento scolastico.

Ricercatori e professionisti della salute mentale devono perciò lavorare per misurare la portata degli effetti dell'ansia climatica sulla salute mentale dei giovani, identificare quali gruppi sono più colpiti, sviluppare studi prospettici per migliorare la comprensione delle conseguenze a lungo termine sulla salute mentale e collaborare con i giovani per sviluppare approcci per mitigare gli effetti negativi sulla salute globale. La volontà delle persone di sostenere e impegnarsi nelle soluzioni climatiche è un fattore significativo di protezione rispetto agli esiti associati all’ansia climatica. Inoltre, gli individui che sentono di poter contribuire positivamente alle soluzioni climatiche, sono più motivati ad agire in questo senso. Si tratta, a mio avviso, di un dato importante di cui tenere conto per aiutare i giovani a costruire la fiducia nella propria resilienza e a sviluppare strategie di coping attivo e capacità di autoregolazione”.

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