SCIENZA E RICERCA

L'editoriale. Confessioni di un passeggero low cost

Dopo aver confessato di essere un guidatore di auto alimentate a diesel, comunico di essere anche un passeggero di voli low cost. Ricorderete, durante l’estate, i perduranti problemi di organizzazione degli aeroporti con voli annullati per scioperi e problemi di logistica. Il numero di passeggeri, dopo la pandemia, è cresciuto tantissimo ma il personale non è rientrato con la stessa velocità, generando un collo di bottiglia.

Riflettiamo sul frenetico boom dei voli – soprattutto low cost – nel primo semestre del 2022. I dati dicono che siamo tornati in fretta ai picchi del 2019 e che probabilmente andremo oltre.

Io vivo vicino a uno degli aeroporti più trafficato per i voli low cost, quello di Bergamo Orio al Serio. Sopra alla mia testa sono passati, nel 2019, 95.375 voli, pari a 260 voli al giorno per un totale di 14 milioni di passeggeri, 38.000 al giorno.

Io stesso, negli ultimi mesi, ho fatto almeno dieci di questi viaggi. La mia confessione consiste nell’analisi di un’ambivalenza. Da un lato, questi voli facilitano i collegamenti tra le persone, favorendo l’esercizio della nostra libertà di movimento. Sappiamo che i voli economici hanno aiutato alla diffusione della cosiddetta generazione Erasmus, a far girare i giovani in tutta Europa, hanno favorito l’economia turistica e hanno permesso a coloro che non guadagnano tanto, di poter viaggiare.

D’altra parte, mi chiedo per quanto tempo sarà ancora sostenibile un tipo di turismo mordi e fuggi per cui si decide di partire per Parigi il venerdì sera per ritornare la domenica solo per fare un po’ di shopping? Mi chiedo se non avrebbe senso fare qualche riunione telematica in più, piuttosto di prendere un aeroplano, ma il risparmio sarebbe notevole e quantificabile: meno inquinamento acustico, meno consumo del suolo, meno immissione di gas climalteranti, compresa la CO2, che pesa quasi il 14% dell’emissioni totali di tutti i trasporti. Secondo Il Sole 24 Ore  l’emissione di CO2 è pari a due quintali e 28 chilogrammi ogni ora di volo per ognuno dei passeggeri presenti a bordo.

Che fare? Rinunciare ai voli? Farli pagare più cari, in base al loro costo ambientale? Ridurli? Aspettare quelli elettrici? Abolire i voli a corto raggio? Potremmo fare tante cose, intanto io faccio il mio secondo coming out dei sensi di colpa.

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