SOCIETÀ

L’intelligenza artificiale ci sta (già) cambiando la vita

Hai poco tempo e devi scrivere un tema o un articolo? C’è ChatGPT, recentemente indicato come coautore in alcuni articoli scientifici. Serve un’immagine originale e divertente? A DALL-E puoi chiedere qualsiasi cosa. Una musica per il tuo video? C’è MusicLM, oppure fai generare direttamente il filmato da Synthesia. Di intelligenza artificiale si parla da anni, ma mai come in questi giorni è al centro dell’attenzione: per la prima volta infatti i computer sembrano andare al di là di settori specifici (per quanto estremamente complessi) per andare a insidiare facoltà che siamo abituati a ritenere prettamente umane, come il linguaggio e la creatività.

I toni, ovviamente, variano a seconda dei soggetti e delle situazioni: se alcuni paventano scenari alla Terminator o alla Matrix, altri evidenziano che il settore dell’IA promette di guidare una nuova rivoluzione tecnologica e industriale, facendo da volano a una crescita economica che negli ultimi anni è stata sempre più asfittica e stagnante. Ma cosa intendiamo per intelligenza artificiale e qual è la sua importanza dal punto di vista scientifico e tecnologico? Lo chiediamo a Mauro Conti, docente di informatica e coordinatore presso l'università di Padova del corso di laurea magistrale in Cybersecurity. “Si tratta di un concetto presente da tempo nel mondo dell'informatica: l'idea è quella di creare macchine, sia nella componente software che nell’hardware, che si comportino sempre più in maniera simile all'uomo – spiega Conti a Il Bo Live –. Un concetto già formalizzato da Alan Turing e che negli anni ha avuto diverse evoluzioni ed implementazioni, ma che ultimamente ha avuto un’accelerazione grazie a due fattori decisivi: l’aumento esponenziale della capacità di calcolo e la grande disponibilità di dati”.

Intervista a Mauro Conti e Monica Fedeli, di Daniele Mont D'Arpizio, montaggio di Barbara Paknazar

I due elementi, collegati da Internet ed entrati letteralmente a far parte di noi tramite gli smartphone, ci hanno trasformati in tanti snodi di un’unica rete neurale che continuamente raccoglie e analizza dati, “anche se al momento, più che nella capacità generale di replicare il comportamento umano, l’impatto maggiore è visibile soprattutto in ambiti particolari come la diagnostica medica o i veicoli a guida autonoma”. Una vera e propria rivoluzione che al momento vede protagonisti soprattutto i governi, intenti ad usare le nuove tecnologie contro presunte minacce interne ed esterne (e per i quali l’IA rischia di diventare un terreno di competizione e di scontro anche sul piano militare), e le imprese private guidate dai nuovi padroni del vapore. “Anche le università però possono e devono essere protagoniste: è pur sempre in esse che nasce la maggior parte delle soluzioni innovative – continua Conti –. Il problema maggiore è rappresentato dai dati, che al momento rimangono nella disponibilità esclusiva dei grandi operatori informatici. Questi player per loro natura accumulano grandi moli di informazioni dalle quali traggono un vantaggio competitivo al quale difficilmente rinunceranno, con un potere di controllo che permette loro di predire e in parte influenzare il comportamento degli utenti”.

Per questo è importante che soggetti come le università, in particolare pubbliche, tornino a giocare un ruolo di primo piano nei processi di evoluzione e di aggiornamento tecnologici: ottimi strumenti da questo punto di vista possono rivelarsi le startup e gli spin-off universitari, che hanno come compito precipuo quello di portare nella società il frutto del lavoro dei ricercatori. Per Monica Fedeli, prorettrice alla Terza missione dell'Università di Padova (che comprende le attività di trasferimento scientifico, tecnologico e culturale e di trasformazione produttiva delle conoscenze) “spin-off e startup rappresentano delle eccellenze perché in esse la ricerca si traduce in azione, con un impatto immediato sulla società migliorando la vita delle persone”. Le imprese appartenenti a questa tipologia danno inoltre un grande contributo, sia scientifico che didattico, agli atenei in cui nascono e si sviluppano: “Offrono tirocini a studentesse e studenti, oltre a fornire ai nostri corsi di laurea testimoni e rappresentanti privilegiati di determinati profili professionali. Molto spesso inoltre spin-off e startup che finanziano percorsi di ricerca per giovani appena laureati o che hanno conseguito un dottorato. Un vero e proprio circolo virtuoso nel quale la ricerca che viene generata all'interno dell'università esce per essere valorizzata e poi rientrare negli atenei in termini di risorse e di ulteriore sviluppo”.

Due i fattori decisivi per la crescita dell'IA: l’aumento esponenziale della capacità di calcolo e la grande disponibilità di dati

Di qui la scelta da parte dell’università di Padova di puntare sul trasferimento tecnologico: per questo l’ateneo sarà presente, accompagnato da otto spin-off, al prossimo World Artificial Intelligence Cannes Festival, che si terrà dal 9 all’11 febbraio: “Una decisione che nasce proprio dall’ascolto delle imprese nate in ambito universitario e dall'esigenza di guardare a quello che sta succedendo nel mondo in aree fondamentali come l'IA. Per questo vogliamo offrire ai nostri spin-off l’opportunità di confrontarsi con colleghi, imprese e professionisti del settore anche per sviluppare joint venture, ricerche comuni, attività e servizi insieme”. Non solo: iniziative di questo tipo servono anche a un altro obiettivo: “Siamo un Ateneo che ha appena compiuto 800 anni, una comunità forte fatta di realtà che si muovono insieme, si sostengono e credono in quello che fanno – conclude Monica Fedeli –. Azioni come queste servono anche a promuovere un forte senso di appartenenza tra le nostre ricercatrici e i nostri ricercatori, che insieme possono competere al meglio a livello internazionale”.

Speciale Intelligenza Artificiale

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012