SOCIETÀ

Madri e campionesse dello sport, Serena e le altre

Il match è terminato e lei ha vinto. Con una mano regge la coppa, con l'altro braccio tiene stretta la sua bambina: è una immagine che racconta un momento cruciale per la carriera di una leggenda del tennis mondiale. È il 12 gennaio 2020, in Nuova Zelanda, battendo 6-3 6-4 la giovane connazionale Jessica Pegula, Serena Williams vince gli Auckland Open, Asb Classic, e festeggia così, sorriso smagliante che cancella la fatica, un trofeo da alzare al cielo ed esibire al pubblico e sua figlia, la piccola Alexis Olympia nata nel 2017, da stringere tra le braccia. Si assiste alla rinascita dell'ex numero uno del mondo che, negli ultimi anni, aveva smesso di vincere, facendo parlare di sé soprattutto per le molte crisi, esibite sul campo e offerte ai social.

Poco importa se, pochi giorni dopo, verrà sconfitta dalla cinese Wang Qiang agli Australian open, concentriamoci sul trionfo di Auckland, sulla bella vittoria di una campionessa. Williams non è la prima tennista a tornare sul campo e trionfare dopo esser diventata mamma: prima di lei, nel 2009, la belga Kim Clijsters vince lo US Open e ora, a sette anni dal suo secondo ritiro, madre di tre figli con 41 titoli in carriera, annuncia di voler torna a competere nel tour Wta, già da quest'anno.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Nel 2019, ai mondiali di atletica di Doha, la giamaicana Shelly-Ann Fraser, la statunitense Allyson Felix e la cinese Hong Liu, tornate a gareggiare dopo la maternità, conquistano tre ori - rispettivamente nei 100 metri, nella staffetta 4x400 mista, nuova specialità che impegna sulla pista uomini e donne insieme, e nella 20 km di marcia notturna - e dedicano le medaglie ai loro figli. 

Nel luglio 2018 Mara Navarria vince i mondiali di scherma, a Wuxi in Cina, nella spada femminile: ha un figlio ed è lei a inventare e lanciare l'hashtag #mammaatleta, che usa anche oggi, a due anni di distanza, commentando l'ultimo risultato raggiunto: domenica 26 gennaio 2020 conquista infatti l'argento al Grand Prix Fie di Doha.

Prima ancora, da mamma e nel fioretto, a vincere (e tanto) è stata Valentina Vezzali. Sempre restando nella scherma, così è per Elisa Di Francisca, due ori e un argento olimpici nel fioretto, mamma nel 2017, ora pronta ad affrontare le Olimpiadi di Tokyo 2020, che si terranno in estate, con un desiderio espresso nei giorni scorsi: essere scelta come portabandiera dell'Italia.

Anche le campionesse di tuffi Tania Cagnotto e Francesca Dallapè puntano a Tokyo. Intanto, diventate entrambe mamme, sono tornate ad allenarsi e gareggiare, ripartendo l'anno scorso dagli Assoluti di Bolzano, dopo l'argento ai Giochi Olimpici del 2016 a Rio (a cui si aggiungono due argenti mondiali e otto ori consecutivi europei). Un passo alla volta sognano Tokyo e con determinazione e ritmo costante iniziano quest'anno dalle competizioni di Bolzano, Trieste e Torino.

Nel nuoto, ecco l'esempio di Libby Trickett, tornata recentemente, alla fine del 2019, ad allenarsi a soli 52 giorni dal parto. Tornando un po' indietro nel tempo, non si possono dimenticare i successi della canoista Josefa Idem che, da mamma, ha vinto tantissimo, e della statunitense campionessa e veterana del nuoto Dara Torres, madre e atleta con una collezione di medaglie: nel 2008, a 41 anni e a due anni dalla nascita della figlia, si qualifica per le Olimpiadi di Pechino, prima americana del nuoto a partecipare a cinque edizioni dei Giochi Olimpici, e vince tre medaglie d'argento. Poi ci sono le atlete che alle figlie hanno passato il testimone, come Fiona May, non più protagonista sulla pista ma ora accanto alla figlia Larissa Iapichino, promessa dell'atletica, campionessa europea under 20 nel salto in lungo, pronta a esplodere nell'atletica dei "senior" partendo dalla seconda tappa del circuito mondiale World indoor tour a Karlsruhe, in Germania. E ci sono le figlie d'arte, che stravincono: sono fresche ed esaltanti le imprese sugli sci di Federica Brignone sulle piste dove vinceva anche sua madre Maria Rosa "Ninna" Quario. Ma questa è un'altra storia, che ci porterebbe a raccontare le tante storie legate alle famiglie dello sport.

Tornando alle atlete in attività diventate madri, sono sempre di più quelle determinate a ricominciare in pista, in pedana, in vasca, sul campo, per vincere, così, "per abbattere lo stereotipo diffuso secondo cui una agonista di alto livello non possa continuare ad essere competitiva dopo il parto", a fine 2019 il governo ha lanciato la campagna di comunicazione Mamme campionesse, scegliendo come testimonial l'ex capitano della nazionale italiana di pallavolo Eleonora Lo Bianco: l'obiettivo è quello di informare "le atlete in maternità del contributo a loro destinato per un periodo di dieci mesi, utile per vivere serenamente la gravidanza, sostenendole economicamente in un periodo che per molte atlete è privo di emolumenti o rimborsi per la loro attività". Il contributo sociale previsto dal Fondo, inserito nelle misure di sostegno allo sport previste nella Legge di Bilancio 2018 e regolato nei dettagli con D.P.C.M. del 26 febbraio 2019, è il primo strumento a garanzia e supporto alla maternità delle atlete. 

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