SCIENZA E RICERCA

L’Antartide sta diventando più verde

L’Antartide è uno dei luoghi del pianeta su cui le conseguenze dell’aumento della temperatura media globale dell’atmosfera e degli oceani sono più evidenti. Uno degli effetti più visibili – e, di conseguenza, più studiati – di questo cambiamento è lo scioglimento dei ghiacci che ricoprono il continente.

Le conseguenze del massiccio scongelamento dell’Antartide, dovuto al fatto che i ghiacci che si sciolgono nel periodo estivo non si riformano completamente durante l’inverno, sono preoccupanti soprattutto per i loro impatti su scala globale. Questi includono l’innalzamento del livello dei mari (di diversi metri, negli scenari peggiori), il rallentamento della circolazione oceanica e il conseguente aumento degli eventi meteorologici estremi in diverse regioni del mondo.

Ma la riduzione dell’estensione dei ghiacci polari non è l’unico cambiamento che si sta verificando nel continente antartico. Come riporta un gruppo di studiosi inglesi in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, l’Antartide – e in particolare la Penisola Antartica, che è la porzione più settentrionale del continente, parzialmente fuori dal circolo polare antartico – si sta rinverdendo.

Attraverso lo studio delle immagini satellitari, i ricercatori hanno analizzato la variazione nell’estensione di porzioni di territorio coperte da vegetazione in un periodo compreso tra il 1986 e il 2021, e hanno riscontrato un aumento “statisticamente significativo” della superficie coperta da vegetazione: da 0,863 km2 nel 1986 a 11,947 km2 nel 2021, con un aumento sempre più rilevante negli ultimi anni (ad esempio, del 18,7% tra il 2013 e il 2016).

Certo, non bisogna immaginare boschi lussureggianti: la copertura verde osservata dai satelliti è composta quasi esclusivamente da muschi, già presenti nella Penisola Antartica (che è la zona in cui si concentra la maggior parte della vegetazione presente in Antartide), ma che sono oggi in rapida espansione. Come affermano gli autori, nonostante sia noto che anche le piante vascolari (quelle che possiedono strutture complesse come radici, fusto e foglie) hanno esteso i propri areali nella regione, sono gli ecosistemi dominati dai muschi a svolgere un ruolo ecologico decisivo, poiché influiscono sull’alterazione della copertura vegetale, sulla formazione di materia organica del suolo e sulla colonizzazione da parte delle piante vascolari.

“Le comunità di muschi – specificano i ricercatori – hanno un ruolo centrale nella conversione di rocce spoglie in terreno ricoperto di vegetazione; per questo, comprendere il tasso, la natura e i fattori di controllo dei cambiamenti negli ecosistemi dominati dal muschio è essenziale per capire se sia effettivamente iniziato […] un “rinverdimento” dell’Antartide, e se questo presagisca un futuro mutamento nella biologia terrestre di questa regione iconica”.

 

È interessante notare che l’accelerazione di questo processo di rinverdimento registrata negli ultimi anni (quasi del 30% tra il 2016 e il 2021) coincide, come evidenziato nella ricerca, con “un marcato declino, nello stesso periodo, dell’estensione dei ghiacci marini in Antartide”. Il conseguente aumento di acque aperte determina l’affermarsi di un clima più caldo e umido, perfetto per favorire la crescita delle piante, che approfittano della maggiore percentuale di umidità.

Nonostante l’aumento delle superfici vegetate non sia del tutto lineare, e le tendenze presentino alcune variazioni interannuali, i dati satellitari riguardanti i 35 anni oggetto di studio (1986-2021) mostrano “una traiettoria statisticamente significativa verso il rinverdimento in tutta la Penisola Antartica”.

Non è ancora chiaro quale impatto potrebbe avere, in futuro, la funzione di pioniere per la colonizzazione di aree non coperte da vegetazione che il muschio svolge, creando uno strato di materia organica che può poi essere sfruttato anche dalle piante vascolari – anche non autoctone, e potenzialmente invasive – per estendere il proprio areale. In generale, questi dati – sottolineano gli studiosi – rappresentano una solida prova della forte risposta al cambiamento climatico della vegetazione della Penisola Antartica, e suggeriscono che, in futuro, assisteremo ad alterazioni sempre più sostanziali degli ecosistemi terrestri nel continente antartico, con effetti a cascata su tutto l’ecosistema polare.

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