CULTURA

La tomba di Tutankhamon: storia di una scoperta

"Oggi è difficile immaginare lo scorso secolo senza Tutankhamon e la scoperta della sua tomba. Se nel novembre del 1922 la squadra di archeologi egiziani di Howard Carter fosse stata meno meticolosa e si fosse lasciata sfuggire la scala intagliata nella roccia che portava a quattro piccole stanze stracolme, la storia avrebbe trascurato Tutankhamon. Invece, questo re dimenticato per così tanto tempo e sepolto prima della fine dell'adolescenza ebbe più fama e prestigio nel XX secolo di quanta ne conobbe quando era in vita". In occasione del centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon, Bollati Boringhieri ha pubblicato Vedo cose meravigliose, libro di Christina Riggs con un titolo che nasce proprio dalle parole pronunciate da Carter, in risposta alla domanda di Lord Carnarvon, che stava proprio dietro di lui, all’ingresso della tomba, ancora tutta da esplorare e, in quel preciso istante, svelata solo da un pertugio: "Cosa riuscite a vedere?", chiede il finanziatore degli scavi, "Vedo cose meravigliose", risponde l’archeologo britannico. Accompagnati dalle parole di Francesca Veronese, archeologa e direttrice dei Musei civici di Padova, abbiamo scelto di celebrare questo anniversario ripercorrendo le tappe di una delle più note avventure archeologiche del Novecento, provando a riflettere sul significato che ha assunto nel quadro complessivo della storia delle scoperte.

Iniziamo dal 4 novembre 1922, giorno in cui Howard Carter, dopo anni di ricerca e scavi nella Valle dei Re, poco prima di gettare la spugna, nota finalmente un gradino: l'inizio di una scala che si rivela in un momento delicato, quando l'impresa sta per essere abbandonata e che, invece, rimette tutto in gioco. Proviamo, dunque, ad analizzare il contesto in cui avviene questa scoperta.

"La Valle dei Re è un ambiente decentrato e assolutamente particolare, desertico, ostile, con temperature elevate e  grandi quantitativi di sabbia e massi da spostare, una realtà difficile da affrontare per impostare dei lavori. Carter lavora lì per circa sei anni prima di arrivare a identificare il gradino che poi gli permetterà di entrare nella tomba. All'inizio non è neanche così sicuro che si tratti di una tomba, tanto che rimane nel dubbio per un po' prima di poterlo verificare. Già nell'Ottocento, negli stessi luoghi, aveva lavorato Belzoni, tra i protagonisti di quella famosa caccia alle antichità di quelli che oggi chiamiamo 'tombaroli' che, però, restano figure di rilievo, determinanti nell'esplorazione di quelle terre. Dunque, la Valle dei Re, quell'enorme area di necropoli dei faraoni, è una realtà frequentata con grande interesse già a partire dalla fine del Sette e l'inizio dell'Ottocento, quando l'Europa riaccende i suoi riflettori facendo tornare d'attualità l'Egitto faraonico, dopo averlo per lungo tempo dimenticato. I segreti che vengono man mano dischiusi si rivelano essere di straordinaria importanza. Belzoni aveva scoperto alcune tombe faraoniche: in particolare il suo nome è legato alla scoperta della tomba di Seti I, padre di Ramses II. Circa cent'anni dopo, nel 1922, Carter si imbatte nella tomba di Tutankhamon: la cercava da anni seguendo alcuni indizi emersi dal terreno, per esempio frammenti di ceramica con il sigillo, ma senza successo. Insomma, dopo tanto lavoro fatto senza ottenere risultati, Carter sta per abbandonare l'impresa, quando accade l'imprevedibile: la zona indagata negli ultimi giorni di scavo rivela il suo segreto e l'obiettivo non sembra più così lontano".

La scoperta di Carter stupisce per la quantità e l'incredibile bellezza di oggetti trovati

Dunque, gradino dopo gradino, eccola finalmente la porta murata dietro la quale si nasconde la tomba. Cosa si rivela allo sguardo di Carter di tanto incredibile da fargli pronunciare la famosa frase Vedo cose meravigliose

"La tomba è strutturalmente molto articolata: Carter e i suoi non entrano subito, non vedono la camera funeraria, dapprima intravedono una sorta di anticamera. E non una sola. Attraverso la fessura da cui Carter osserva per la prima volta gli interni si rivelano queste cose meravigliose, ovvero grandi quantità di oggetti rimasti lì dentro dal 1300 a.C. Carter ha la fortuna di imbattersi in una tomba che non era stata saccheggiata nell'antichità, a differenza di molte altre tombe faraoniche che già in epoche passate erano state svuotate. Questa tomba invece non era stata notata: Tutankhamon apparteneva alla diciottesima dinastia e, un paio di dinastie dopo, sopra la sua tomba erano state costruite delle baracche per ospitare operai impegnati in quella zona in attività di altro tipo. Anche questo dettaglio riesce a mantenere la tomba inviolata, perché non vi era consapevolezza della sua esistenza. Dal giorno della scoperta inizia una nuova fase, una campagna di scavo che dura altri anni: da lì vengono tirati fuori 5400 oggetti, molti d'oro, pensiamo solo alla maschera passata alla storia, un pezzo eclatante. Poi tanti altri legati al benessere della mummia nell'aldilà: il corredo era costituito da monili, collane, braccialetti, oggetti sistemati sopra e all'interno delle bende, secondo la ritualità funeraria che prevedeva la deposizione di amuleti per la protezione del defunto, con valore apotropaico. Vengono trovati anche tre letti con elementi decorativi, contenitori per cibo e cofanetti decorati".

Un tesoro di valore inestimabile e una scoperta che, forse, ancora oggi resta la più "popolare" per il grande pubblico, per i non addetti ai lavori. Eppure Tutankhamon non fu un grande sovrano: visse e regnò pochissimo, morendo a soli diciannove anni.

 "Esatto, diciamo che la sua popolarità è dovuta a una serie di elementi, a partire dalla tomba, ricchissima, rimasta intatta. A questo si aggiunge la particolare età del sovrano: Tutankhamon fu un faraone bambino, che a sua volta sposò una bambina. Sono elementi affascinanti per il grande pubblico. Gli archeologi vedono le cose da una prospettiva diversa. Pensiamo solo a Belzoni, il quale scopre la tomba di un faraone che aveva segnato profondamente la storia dell'Egitto, fronteggiando nemici stranieri e attuando diverse riforme: una tomba molto lunga, dipinta, con un ricco apparato iconografico. Una scoperta che, nella sua reale importanza, viene capita solo più tardi, pensiamo infatti che al tempo non esisteva ancora l'egittologia e non si erano ancora decifrati i geroglifici. Tutankhamon non ebbe neanche il tempo di agire in questo senso: regnò dagli undici ai diciannove anni, facendosi probabilmente supportare da un vero reggente, una figura esperta, capace di prendere in mano la situazione. Quella che scopre Carter, a cent'anni di distanza da Belzoni, è una tomba meno articolata dal punto di vista strutturale e decorativo, ma molto più ricca dal punto di vista della cultura materiale. La scoperta stupisce per la quantità e l'incredibile bellezza di oggetti trovati".

La tomba è ancora oggi al centro di studi e ricerche?

"Certamente, e non solo questa. Sono tante le tombe che ancora vengono studiate e continuano a rivelarsi. Aggiungo: l'Egitto è stato per lungo tempo saccheggiato e studiato da una parte dai predoni e dall'altra da studiosi stranieri, oggi invece è l'Egitto stesso a essersi attivato in modo consapevole e con competenza per la salvaguardia del proprio patrimonio".

Si parla ancora oggi della maledizione di Tutankhamon. Come nasce questa leggenda?

"Di maledizione si inizia a parlare quasi subito, questo accade ogni volta che vengono fatte importanti scoperte. La leggenda nasce dal fatto che Lord Carnarvon, il finanziatore di Carter, si ammala di polmonite e muore poco tempo dopo l'apertura della tomba, non riuscendo a godersi l'intera avventura archeologica. La stessa sorte tocca anche ad alcuni operai impegnati nella campagna di scavo. Ma non esistono misteri o maledizioni: molto probabilmente muoiono a causa delle conseguenze scaturite dal contatto con quegli spazi sotterranei. Quando accadono cose di questo tipo, in un attimo nascono le leggende: è nella natura dell'uomo avere un intenso rapporto con la morte capace anche di scatenare fantasie".


Per approfondire

Il libro: Vedo cose meravigliose di Christina Riggs (Bollati Boringhieri)

Un giallo per ragazze e ragazzi: Tutankhamon - La maledizione del Faraone bambino di Paolo Roversi (Il battello a vapore)

Il podcast: Tutankhamon: il centenario di una scoperta su Spotify

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