SOCIETÀ

Dobbiamo veramente smettere di prendere l'aereo per il bene del nostro clima?

I dati sui cambiamenti climatici li abbiamo sviscerati nel dettaglio in un reportage di otto puntate, ma ora c'è da capire da dove derivano i gas serra. Quando parliamo di riscaldamento globale inevitabilmente ci viene in mente la figura di una ragazza di soli 16 anni che è riuscita ad accendere la luce su un argomento su cui da tempo gli scienziati si esprimevano senza la stessa risonanza mediatica.

I meriti di Greta Thunberg sono molti, come molte sono le azioni che lei consiglia di fare. In primis c’è il minor uso degli aerei, che in breve tempo sembrano essere diventati il nemico numero uno dei cambiamenti climatici. Ma quanta CO2 emette un viaggio su un aereo di linea? Se viaggiassimo di meno ciò avrebbe un reale effetto sul nostro clima?

Per rispondere a queste domande dobbiamo capire innanzitutto da dove derivano i gas serra che produciamo. L’IPCC con il suo report uscito nel 2014, ha cercato di stimare, su dati del 2010, quali sono le attività umane che più contribuiscono all’emissione di gas serra. 

Il 25% deriverebbe dalla produzione di elettricità e calore, cioè dalla combustione di carbone, gas naturali e petrolio; il 24% deriverebbe dall’agricoltura, dall’allevamento e dalla deforestazione; il 21% dall’industria, che comprende anche le emissioni derivanti da processi chimici, metallurgici e di trasformazione dei minerali non associati al consumo di energia e le emissioni derivanti dalle attività di gestione dei rifiuti; il 14%delle emissioni deriverebbe dai trasporti, consapevoli del fatto che la quasi totalità (95%) dell'energia utilizzata per il trasporto proviene da carburanti a base di petrolio, in gran parte benzina e diesel; il 6% deriva dall’utilizzo e della combustione di combustibili per il riscaldamento e la cucina negli edifici per uso residenziale e commerciale; infine il 10% deriverebbe da altre attività come l’estrazione di combustibili fossili, la raffinazione del petrolio, la sua lavorazione e il suo trasporto.

Ciò su cui ci concentreremo in quest’articolo è quel 14% derivante dai trasporti. Com’è immaginabile il tema dei trasporti varia di molto rispetto al Paese che si prende in considerazione. Le stime più certe ci provengono dagli Stati Uniti, grazie ad un rapporto che prende in considerazione i dati del 2017, dell’Environmental Protection Agency, cioè l’agenzia federale per la protezione dell’ambiente.

L’EPA analizza come negli USA il 59% delle emissioni dovute ai trasporti sia stato causato da auto, furgoni o piccoli camion. I Tir di grandi dimensioni invece avrebbero emesso il 23% delle emissioni di gas serra dovute ai trasporti, mentre il 9% sarebbe stato causato dagli aerei.

Dati che non si discostano molto da quelli europei. Secondo l’Agenzia Europea per l'Ambiente, nel 2016 il 72% delle emissioni dovute ai mezzi di trasporto è stato causato dal trasporto su gomma,  60,7% dalle automobili, il 26,2% da Tir pesanti, l’11,9% da furgoncini e l’1,2% dalle moto. 

Oltre al trasporto su gomma, il secondo più inquinante è proprio il trasporto aereo civile, con il 13,4% di emissioni sul totale dei trasporti. 

Questi dati però devono essere messi a confronto con le emissioni dei vari mezzi di trasporto per passeggero per km percorso. In questo caso ci viene in aiuto l’Air Transport Action Group, cioè un’associazione no-profit che, come si legge nel loro sito, “rappresenta tutti i settori dell’industria aerea”.

Secondo l’Air Transport Action Group nel 2018 nel mondo sono state emesse 42 miliardi di tonnellate di CO2, di cui 895 milioni prodotte dagli aerei, cioè poco più del 2% del totale (il 3,6% delle emissioni di gas serra nella EU28) . 

Un trend che però sembra destinato a crescere. L’International Air Transport Association (IATA) stima infatti che nel 2037 i passeggeri saliranno a 8,2 miliardi di persone, ipotesi superata dal  rapporto mondiale sul traffico aereo di Airports Council International (ACI) che parla addirittura di 8,8 miliardi di passeggeri già nel 2018. Insomma i numeri e le previsioni sono diverse ma il tema di fondo è il medesimo: la domanda di servizi aerei civili è in continua crescita, fino a raggiungere, per numero di passeggeri, la totalità degli abitanti della Terra. 

Con questa cornice quindi è bene capire quanti grammi di CO2 vengono emessi a passeggero. A dircelo è l’Agenzia Europea dell’Ambiente che, con dati riferiti al 2014, parla di 282 grammi di CO2 per passeggero per km, prendendo ad esempio un aereo con 88 passeggeri a bordo. Un confronto impietoso con gli altri mezzi di trasporto che arrivano  a 14 grammi per passeggero su un treno con 156 persone a bordo, 42 per passeggero in un’auto con altre 4 persone o 104 grammi quando a bordo dell’auto c’è solo una persona e mezza.

Le emissioni di CO2 viaggiando in aereo e in treno

Se volessimo capire quanta CO2 emettiamo con un volo ad esempio da Roma a Londra possiamo affidarci a diversi calcolatori online. Uno di questi, il più affidabile, è stato sviluppato dall’Icao (International Civil Aviation Organization), un’agenzia delle Nazioni Unite. 

Facciamo un esempio concreto: una vacanza di coppia a Londra, partendo e tornando a Roma emetterebbe in tutto 698.8 kg di CO2, cioè 349.4 kg a testa. Se invece decidessimo di prendere un treno, prendendo ad esempio i dati di consumo per passeggero per km rilasciati dalla EEA (altri parlano di emissioni più basse, ad esempio 11,2 grammi di CO2 per chilometro per passeggero con un treno intercity) possiamo notare come le emissioni si abbasserebbero circa dell’85%. Un viaggio andata e ritorno da Roma a Londra in treno infatti, sarebbe di circa 1.870 km a tratta, il che significa che, fatto salvo un treno con più di 150 persone a bordo, le emissioni totali a testa di CO2 supererebbero di poco i 52 kg, contro i quasi 350 kg dell’aereo. 

Un calcolo naturalmente da prendere con le pinze, in quanto i fattori in campo sono innumerevoli, ma che può fornirci un’idea chiara della differenza di emissioni tra i vari mezzi di trasporto.


Calcola le tue emissioni: https://www.icao.int/environmental-protection/CarbonOffset/Pages/default.aspx


Come abbiamo detto i fattori in campo sono molti e, tra questi, c’è anche il diverso impatto che hanno le diverse compagnie aeree. Tra queste c’è EasyJet che ha annunciato dei tagli abbastanza drastici delle emissioni entro il 2020. L’obiettivo dichiarato dalla società britannica è quello di arrivare a 75 grammi di CO2 per passeggero per km, con una riduzione non indifferente di emissioni. 

In conclusione: gli aerei indubbiamente hanno una percentuale emissioni a passeggero per km decisamente superiore ad altri mezzi. Ciò però non può significare additare questo mezzo come l’unico nemico e responsabile dei cambiamenti climatici. Le grandi compagnie aeree dovranno cercare di trovare un modo per abbattere le emissioni, ma ciò vale anche per le automobili che, ricordiamo, sono fonte del 60% delle emissioni di gas serra in Unione Europea.

Non ci sono più scorciatoie, tutte le società e gli stati da qui ai prossimi 10 anni hanno un obiettivo comune: abbassare le loro emissioni di CO2 per scongiurare ciò che, ad oggi, sembra quasi inevitabile.

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