SCIENZA E RICERCA

L'editoriale. Tornare alla natura? No grazie

Nel dibattito pubblico italiano è tornato d’attualità un argomento che pensavamo rimosso: il richiamo alla natura e alla naturalità per dire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Qualcuno, in occasione dell’8 marzo, ha sostenuto l’idea che le donne avrebbero un ruolo naturale e che quindi devono comportarsi in un certo modo. Torniamo a sentire che alcuni comportamenti sarebbero naturali e altri, invece, contro-natura, anche nella sfera sessuale. Dico purtroppo perché non si dovrebbe essere costretti a discutere su un’acquisizione data per buona e per scontata. Usare la natura per descrivere i comportamenti umani è sempre rischioso e quasi sempre sbagliato: la natura non è un modello perché è intrinsecamente contradditoria. Troviamo comportamenti sublimi da parte di piante e animali, di cooperazione, di simbiosi ecc… Ma c’è anche il contrario: c’è disuguaglianza, discriminazione, violenza. E anche se parliamo di sessualità sappiamo che la natura è davvero arcobaleno perché l’evoluzione è un’esplorazione di possibilità e quindi c’è tutto quello che è possibile nei contesti ecologici più diversi.  

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