Marcel Duchamp, Prière de toucher, 1947
S’intitola “Incontro e abbraccio” la mostra che si aprirà al Palazzo del Monte di Pietà a Padova il prossimo 16 novembre, e che vede l'Università di Padova in prima linea nell'organizzazione: una rassegna di ben 120 sculture che disegnano un percorso singolare attraverso il Novecento, contrassegnato da temi legati all’umanità, ai sentimenti intrecciati fra attesa, lontananza, incontro, accoglienza. Non una mostra monografica o stilistica, né un’esposizione su di un tracciato cronologico, ma “una carrellata di grandi nomi che segnano le avanguardie novecentesche”, per dirla con le parole della curatrice Maria Beatrice Autizi, “ma la cui cifra stilistica in questo contesto passa in secondo piano, per lasciare spazio all’emotività del tema vero della mostra, quello dell’umano abbraccio”. Gli artisti che su questo tema hanno lavorato e le cui opere saranno presenti a Padova sono del calibro di Auguste Rodin, Arturo Martini, Fernad Legèr, Henry Moore, Marcel Duchamp, George Segal, Salvator Dalì, Lorenzo Quinn, Igor Mitoraj fino alle tendenze iconiche di fine secolo.
“Tra le espressioni artistiche, – sottolinea Autizi – , la scultura è quella che riesce a rappresentare meglio le problematiche dell’uomo, per la tridimensionalità e per la relazione dei corpi e delle forme nello spazio". Visi trasfigurati nelle emozioni, mani tese verso un incontro invisibile, braccia che stringono corpi tesi nella materia che si fa viva.
Ed è un abbraccio, non solo simbolico, anche quello fra i dipartimenti dell’Università di Padova che collaborano alla realizzazione della mostra e degli eventi collaterali che avranno inizio nei giorni stessi dell’inaugurazione. A collaborare sono in primo luogo i dipartimenti di Salute della donna e del bambino e di Psicologia dello sviluppo e della socializzazione, a promuovere l’iniziativa è la Fondazione Salus Pueri, onlus creata nel 1992 a Padova per far sì che la Pediatria si faccia un po’ più “casa”, temporanea ma familiare, per i più piccoli.
“Questa mostra richiama concetti importanti, di alto spessore umano, alla condivisione dei quali, come dipartimento dell’Università di Padova, non possiamo sottrarci”, commenta Giorgio Perilongo, direttore del dipartimento di Salute della donna e del bambino. “Il tema è quello che ispira la nostra pratica ogni giorno: la condivisione, l’empatia, l’abbraccio non solo morale ma anche fisico. Pensate che quando un bambino nasce, immediatamente viene poggiato sulla pancia della neomamma, pelle a pelle, in un primo abbraccio che porta benessere e tranquillità. Questa è prassi quotidiana per noi. Ma pensate anche al profondo significato che questa prassi, in quanto scienza, si affianchi all’arte, come i questa iniziativa, per sostenere temi umani fondamentali”.
Arte e cultura hanno un impatto molto chiaro sulla società, importante, profondo, più di molte altre azioni che l’Università mette in campo, insieme alla ricerca e alla pratica scientifica. Sottolinea il rettore Unipd Rosario Rizzuto: “Queste iniziative hanno un grande impatto sulla nostra società: portano umanità, impegno, consapevolezza. Salute non è solo cura, ma anche benessere psichico e sociale”. Ed è nell’ambito della rete sociale in cui ci muoviamo che Alessandra Simonelli, direttrice del dipartimento di Psicologia dello sviluppo e della socializzazione, riconosce in primo luogo la valenza della mostra: “Il suo nucleo si sposa con le tematiche cliniche e di ricerca del nostro dipartimento. Non posso non pensare a ciò che significano, nella crescita delle persone, gli abbracci non dati, gli incontri mai avvenuti e disperatamente cercati, e in che modo incidono invece i rapporti stretti con persone adeguate, o che si sforzano di esserlo”.
L’opera d’arte scultorea entra dunque qui nel sociale. Si fa sollecitazione, introspezione, ricerca delle forme e dei gesti. Esalta la complessità dei volumi e richiama l’attenzione sul dettaglio, aspetto valorizzato dalla possibilità data ai visitatori di rigirare e toccare alcune delle opere in mostra.
Soprattutto la figura umana a più dimensioni suscita osservazioni diverse, invita a riflettere sulla vita, le sue grandezze e le sue fragilità, più di quanto potrebbero le immagini bidimensionali di uso comune. “Ci stiamo diseducando alla tridimensionalità, al tatto, alla durata che genera rappresentazione, avvertendoci così del rischio di diventare osservatori frettolosi, meno capaci di cogliere le disposizioni dell’animo e dell’affettività”, sottolinea Alfonso Pluchinotta, curatore della mostra assieme ad Autizi. “Nell’epoca digitale, l’Umanesimo appare sempre più lontano, scavalcato (ma non domato) dalla velocità e dalle nuove possibilità di comunicazione, che limitano l’esercizio dell’attenzione e della riflessione, il farsi della sedimentazione e della memoria, la dimensione reale e rispondente dei contatti”.
Per il valore sociale oltre che culturale della mostra, l’ingresso sarà gratuito, salvo una donazione libera a sostegno delle attività della Fondazione Salus Pueri.