CULTURA

Artisti e collezionisti a confronto ad Abano

Prendi due collezioni d’arte, una con pezzi che vanno dal Seicento al primo Novecento e l’altra con opere contemporanee, e falle dialogare su alcuni temi. Metti poi il tutto in una villa veneta del Cinquecento, con affreschi e mobilio originali: ne uscirà un esperimento non del tutto inedito ma sicuramente interessante, che dice molto non solo sull’evoluzione del gusto ma anche sul rapporto tra l’alta borghesia operosa del nord Italia e l’arte, intesa come bene di consumo e familiare.

Anche in questo, oltre che nelle 104 opere esposte, sta l’interesse di una mostra come Seicento-novecento da Magnasco a Fontana. Collezioni in dialogo, aperta presso il Museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme fino al 5 aprile 2021. Le collezioni in questione sono quella accumulata, poi dispersa e poi in parte ricostituita dai Bassi Rathgeb, tre generazioni di notabili bergamaschi, e quella messa insieme da Giuseppe Merlini da Busto Arsizio, titolare di una notevolissima raccolta di autori italiani contemporanei.

Il percorso espositivo, allestito dalla curatrice Virginia Baradel, si sviluppa attraverso tre sezioni – ritratto maschile e femminile, natura morta e paesaggio – nelle quali sono messi a confronto pezzi provenienti dalle due collezioni. Abbiamo così dei pregevoli ritratti muliebri di Rinaldo Agazzi e Cesare Tallone, pittori molto apprezzati a cavallo tra l’Otto e il Novecento, a fianco di un disegno di Modigliani e ai quadri di De Chirico, Funi, Campigli e di un sorprendente Guttuso. Tra le nature morte, ospitate nella mansarda della villa, a un bel dipinto a olio secentesco di Evaristo Baschenis, raffigurante liuti e viole, fanno da contraltare una tela e un disegno di Gino Severini che sembrano quasi riprodurre il medesimo soggetto in un’epoca e con una sensibilità diversa, mentre vicino troneggiano un quadro e alcune acqueforti di Giorgio Morandi. Infine nella sezione del paesaggio troviamo le opere che danno il nome alla mostra, con Il vecchio mulino di Alessandro Magnasco detto il Lissandrino, uno dei pezzi forti della collezione di Abano, a fianco delle superfici bianche di Enrico Castellani e Agostino Bonalumi, oltre che dei celebri tagli di Lucio Fontana (Concetto spaziale. Attese del 1963-64), presente nella mostra anche con una piccola deliziosa terracotta smaltata.

La curatrice Baradel sceglie di guidare il visitatore tra le opere e i loro intrecci “con il passo dell’amatore”, immedesimandosi con il collezionista che oltre al suo gusto sceglie in base a interessi, amicizie, occasioni, disponibilità finanziarie, passioni. Così la mostra diventa l’occasione di confronto tra due figure e due filosofie del collezionismo, quello coltissimo e introspettivo di Roberto Bassi Rathgeb e quello moderno e dinamico di Giuseppe Merlini: entrambi però interpreti di un’aspirazione al bello e di una lungimiranza che oggi non paiono più così comuni. Con alcuni doni inaspettati che derivano dalla fusione – piuttosto che dalla giustapposizione – delle due raccolte. Nel gruppo di quadri dedicati al ritratto virile ad esempio balza all’occhio il contrasto tra le fiere figure della tradizione (come il cinquecentesco Federigo Martinengo di Alessandro Bonvicino detto Moretto da Brescia, o il settecentesco Militare di Vittore Ghislandi detto Fra Galgario) e quelle tormentate e in qualche modo rese anonime di un De Chirico (Piazza d’Italia, 1962) o di un Sironi (Composizione con paesaggio e figura, 1944), segno della perdita di identità e di sicurezza che caratterizzano l’uomo moderno.

Al tutto poi aggiunge un altro livello di lettura la stessa Villa Bassi Rathgeb con i suoi cicli di affreschi che vanno dal Seicento all’Ottocento e la collezione da oltre 450 pezzi donata da Roberto Bassi Rathgeb alla città di Abano, che oltre alla quadreria comprende sculture, arredi, reperti archeologici, armi d’epoca. Un vero e proprio scrigno che aveva iniziato ad essere valorizzato, dopo un percorso pluridecennale di recupero e di restauro, proprio lo scorso anno con l’esposizione dedicata alla fotografia di Eve Arnold. Poi la pandemia è intervenuta a rendere anche questo – come tutto il resto – più difficile. “Per l’estate avevamo preparato una programmazione molto ricca e interessante che però è stata bloccata quasi completamente dal lockdown – spiega l’assessore alla cultura del Comune di Abano Cristina Pollazzi –. Avevamo però la certezza che sia la parte museale che quella espositiva, unita a eventi di qualità, fossero funzionali alla creazione di quel polo culturale di cui Abano aveva bisogno. In fondo se questa è la città del benessere in questo concetto bisogna includere anche bellezza, cultura e arte”.


Seicento-novecento. DA MAGNASCO A FONTANA. Collezioni in dialogo Bassi Rathgeb – Merlini

Fino al 5 aprile 2021, Abano Terme (Pd), Museo Villa Bassi Rathgeb

Orari: giovedì e venerdì  14.30 – 18.30, sabato e domenica 10.00 – 13.00; 14.30 – 18.30. lunedì e martedì riservato a gruppi su prenotazione

www.museovillabassiabano.it – villabassi@coopculture.it.it

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