CULTURA

Atelier d'artista: Pierantonio Tanzola

"Perché realizzare un'opera quando è così bello sognarla soltanto". Pierantonio Tanzola cita Pier Paolo Pasolini per fare sintesi della sua idea di arte. "Parlo poco di pittura, anche se mi si conosce principalmente per questo. La verità è che i miei punti di riferimento più forti sono il cinema, la poesia, la filosofia". 

È l’artista del pensiero. "Prima il contenuto, poi la forma", spiega. "Il pensiero e la poesia sono il vertice della creatività". La realizzazione dell'opera avviene solo dopo un intenso e paziente processo intellettuale ("mi piace pensare l'opera, più che realizzarla", ribadisce). Autodidatta, studi in architettura e filosofia, inizia a dipingere e fotografare nello stesso momento: "Avevo circa quindici anni: ho iniziato a dipingere con semplici colori a olio e a fotografare con una Pentax ME super, che mi regalò mio padre". Fondamentali per la sua formazione sono le letture e i film: a partire da Carlo Levi e il suo Cristo si è fermato a Eboli, letto a sedici anni, "un vero e proprio choc", tanto che poco tempo dopo, compiuti i diciotto anni, decide di partire per andare a fotografare i luoghi descritti nel romanzo, a cui si sente legato anche personalmente, "perché proprio lì è nato mio padre". Così si innamora della fotografia.

"Trovo nel realismo, in un bambino in calzoncini corti che salta sulle pozzanghere, una poesia enorme - spiega -. Rossellini, De Sica, Giacomelli, Pasolini ne sono la massima espressione. Di riferimenti pittorici ne ho, certamente, penso ai bizantini o alle battaglie di Paolo Uccello, ma forse non sono stati così determinanti come il cinema e la poesia".

La vita d'artista è solitaria, quindi è importante sentirsi coccolati, sostenuti: i libri capiscono Pierantonio Tanzola

Servizio di Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

Pur mantenendo la sua struttura originaria, la casa dei nonni ("I Greggio. L'intera via è conosciuta come la via dei Greggio") è diventata un rifugio dedicato al tempo della riflessione e della creazione, agli incontri con amici e intellettuali: un luogo non lontano dal centro della città di Padova - ma fuori dal grande traffico, in una zona tranquilla costellata di piccole case e aree verdi - dove sentirsi accolti e fermarsi a conversare. "Questa è la casa dove è nata mia mamma. Ventitré anni fa è diventata il mio studio".

L'atelier riempie tutte le stanze, lo spazio è vivo, pieno di quadri, fotografie e, soprattutto libri. Volumi che Tanzola definisce “i suoi amici”, pagine che quotidianamente sfoglia e consulta, sedendosi su una avvolgente poltrona e godendosi la luce che entra dalle finestre che danno sul cortile. Ed è ai libri che, sempre, chiede consiglio e supporto. "La vita d'artista è solitaria, quindi è importante sentirsi coccolati, sostenuti: i libri capiscono".

Nella prima stanza dalla casa, dove realizza le sue opere, Tanzola presenta la serie a cui sta lavorando. Si intitola La prigione del segno, ha origine da tracce lasciate sulla carta da altri, tutto nasce "da un processo a cui io non ho partecipato e che mi ha portato a creare forme" solo in un secondo momento, partendo proprio da quei segni. È una ricerca artistica, accompagnata da un testo scritto, che indaga "il fallimento di un'utopia, perché l'opera d'arte è un tentativo di dare vita a qualcosa, di creare qualcosa di vivo, è un'utopia, appunto, qualcosa che già si annuncia fallimentare"

Infine, nella seconda stanza, quella che custodisce anche i tanti e amati libri, Tanzola ha sistemato il suo Angelus Novus, che sembra offrirsi come conclusione di un viaggio di esplorazione. "È una matrice xilografica incisa su compensato" che trae ispirazione dal pensiero di Walter Benjamin: un'opera di grandi dimensioni, "che rappresenta un uomo nuovo, un uomo con un linguaggio poetico, che ha alle spalle un grande passato: proprio il vento di questo passato lo porta a dispiegare le ali verso la visione di un futuro".

Questa è la casa dove è nata mia mamma. Ventitré anni fa è diventata il mio studio Pierantonio Tanzola

Atelier d'artista

Una serie ideata e realizzata da Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

Intervista di Francesca Boccaletto, riprese e montaggio di Massimo Pistore

Con la consulenza artistica di Giulia Granzotto

Si ringraziano per la collaborazione Enrica Feltracco e Massimiliano Sabbion


Tutti gli episodi della serie Atelier d'artista sono QUI

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