CULTURA

Beethoven. Il genio misantropo che conquistò le platee d'Europa

Talento naturale, salute cagionevole e animo tormentato. Bastano queste caratteristiche per diventare un genio musicale? Probabilmente no, anche se Beethoven le aveva tutte. A 250 anni dalla sua nascita, resta uno dei compositori più celebri della storia, le cui opere vengono ancora proposte al pubblico e ascoltate con piacere.

Abbiamo chiesto al musicologo e compositore Federico Gon, docente di storia della musica moderna all'università di Padova, di parlarci della vita di Beethoven e dei motivi che hanno reso la sua musica immortale.

Riprese e montaggio di Elisa Speronello

Come ci racconta il professor Gon, fu la sordità di Beethoven a influenzarne il carattere. Il compositore, infatti, perse gradualmente l'udito a partire dalla giovinezza, e questa sua condizione finì per farlo diventare misantropo e tormentato da manie di persecuzione. Sono anche questi, però, gli aspetti che ci permettono di rintracciare in lui la figura del “genio romantico” che abbiamo oggi: un compositore schivo, chiuso nel suo studio, intento a scrivere della musica straordinaria.

Per quanto non sia stato un rivoluzionario al 100%, le forme beethoveniane, infatti, sono le stesse che usavano i suoi predecessori, Beethoven ruppe gli schemi della scrittura classica e si affacciò al romanticismo, perché introdusse nelle sue composizioni degli elementi di assoluto personalismo.

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