Dopo l’approvazione alla Camera, in Senato è all’ordine del giorno l’esame del “Decreto Calabria” che, oltre a prevedere misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e lo “sblocco” del tetto di spesa per il personale del Servizio sanitario nazionale, avanza la possibilità per le aziende sanitarie e gli ospedali di assumere specializzandi agli ultimi anni di formazione.
Il provvedimento intende rispondere, a livello nazionale, al problema della carenza di medici specialisti in Italia, sotto i riflettori ormai da tempo. A mancare sono soprattutto medici d’urgenza, pediatri, internisti, anestesisti, chirurghi, ma anche psichiatri, cardiologi, ginecologi, radioterapisti, ortopedici. Per far fronte all’emergenza è stato annunciato un aumento del numero di studenti ammissibili a Medicina e delle borse di specializzazione. Ora, con il Decreto Calabria, si vorrebbe offrire uno strumento ulteriore.
Riprese e montaggio di Elisa Speronello
“Una delle conseguenze che ne potrebbero derivare – osserva Roberto Vettor, al termine del suo mandato di presidente dell’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica e direttore della Clinica medica 3a dell’azienda ospedaliera-università di Padova – è la riduzione del livello di qualità del processo di formazione. Ma il livello qualitativo deve essere mantenuto elevato, perché questo poi si ripercuote sulla qualità dell’assistenza che deve essere garantita indistintamente su tutto il territorio nazionale”.
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